Alessandro lo scalatore, il terzo Santaromita tra i “pro” del ciclismo

Dopo un 2022 complicato il 23enne di Arcisate vuole seguire le orme del padre e dello zio. «Amo le lunghe salite, lavoro per migliorare su quelle brevi. E sogno di correre il Giro d'Italia»

alessandro santaromita ciclismo 2023

Si è affacciato lo scorso anno per la prima volta sul palcoscenico del ciclismo professionistico, portando con sé un cognome che ormai identifica una vera e propria dinastia, tra i pedali della nostra provincia. Alessandro Santaromita, classe 1999, è il terzo esponente della sua famiglia della Valceresio ad arrivare tra i “pro” dopo il papà, Mauro Antonio, e dopo lo zio Ivan che è rimasto nel gruppo sino al 2019.

Cresciuto con la maglia giovanile del Velo Club Mendrisio, Santaromita è poi entrato a far parte della Green Project-Bardiani-CSF, squadra della categoria Professional sempre attenta ai giovani italiani. Ora, dopo un 2022 con tanti problemi di salute, ha preso di petto la nuova stagione agonistica iniziando a farsi notare nel plotone e misurandosi per la prima volta con il World Tour alla Tirreno-Adriatico.

Alessandro, possiamo considerare questa stagione come la prima “vera” tra i professionisti? Come giudica il suo impatto in questi tre mesi?

«Senz’altro il 2022 è stato interlocutorio, ho corso poco e senza continuità tra covid, bronchite e mononucleosi. Basti pensare che tra gennaio e marzo di quest’anno ho accumulato un numero di giorni di corsa simile all’intera stagione scorsa. Fino a qui sono piuttosto soddisfatto: ho ritrovato il feeling con le gare, partecipato alla Tirreno Adriatico per fare esperienza e mi sono difeso piuttosto bene rispetto alle aspettative. Ora però da qui bisogna salire, fare sempre meglio: è stato un punto di partenza».

Intanto si presenti: sappiamo che lei è uno scalatore, ma quali percorsi predilige?

«Scalatore puro, perché in volata non ho spunti e anche a cronometro non sono un grande interprete. Amo soprattutto le salite lunghe: ho un buon passo, fatico a tenere gli scattisti ma se ho spazio per esprimere la mia andatura posso rimontare. Alla Vuelta San Juan si è vista questa qualità: man mano che si saliva recuperavo posizioni. Ora però sto lavorando sull’esplosività, perché spesso le tappe presentano salite di media lunghezza dove serve questa caratteristica. Per migliorare ho un programma apposito che prevede sia allenamenti in palestra sia in bicicletta».

Ha un padre e uno zio che sono stati a lungo professionisti. Come si rapporta con loro, a livello sportivo?

«A casa non mi hanno mai messo pressione, anzi, mi hanno accompagnato senza voler bruciare le tappe. Qualche volta ho ricevuto consigli ma, anche qui, con moderazione. Piuttosto fa piacere quando vado alle corse e incontro gli ex compagni di squadra di mio papà che mi accolgono e mi sostengono. Papà nell’ambiente ha lasciato un bel segno, un buon ricordo e ne sono orgoglioso. Zio Ivan invece è un po’ il mio modello: sono cresciuto tifando per lui in TV, poi ci siamo allenati insieme nei suoi ultimi anni da corridore. Il campionato italiano che vinste nel 2013 fu una soddisfazione enorme».

Quando è a casa, ad Arcisate, quali sono i percorsi che predilige per fare allenamento?

«Frequento soprattutto le strade intorno al lago di Lugano: sono più vicine a casa, le conosco anche per la mia militanza nel V.C. Mendrisio e poi devo riconoscere che sono più sicure. La mia salita prediletta però rimane quella di Montegrino, mi piace molto, la affronto quasi ogni giorno; quindi anche nella zona di Luino pedalo spesso, anche su strade secondarie».

La sua Green Project-Bardiani è squadra molto giovane e molto italiana. Come si trova al suo interno?

«Mi trovo bene: abbiamo tutti un’età simile, i “vecchi” hanno meno di 30 anni e molti di noi si conoscono da tanto tempo per aver corso insieme, e contro, nelle categorie giovanili. Tra l’altro la Green Project ha un’attività di corse ampia e, se starò bene, avrò l’occasione di correre spesso».

Il grande obiettivo è quello di partecipare al Giro d’Italia. Vedremo un Santaromita alla corsa rosa?

«Mi piacerebbe, è il mio obiettivo ma è lo stesso anche di tutti gli altri miei compagni. In questo momento con la squadra non ne abbiamo ancora parlato: so solo che andrò al Tour of the Alps (17-21 aprile) e dovrò fare il meglio possibile. Poi si vedrà. Per prepararmi bene sono in partenza per un periodo di allenamento in altura sull’Etna: un po’ mi spiace essere laggiù, dove spesso vado anche in vacanza, e non correre il Giro di Sicilia. Ma sono uscito un po’ affaticato da Tirreno Adriatico e Coppi&Bartali: è giusto ricaricare le pile con allenamenti mirati e preparare al meglio le prossime corse».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Marzo 2023
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