Continua il calo degli assunti in Lombardia, Varese cresce

Nel report sul mercato del lavoro realizzato da Sergio Moia della Cisl dei Laghi, il saldo degli occupati nel 4 trimestre del 2022 è negativo di 27.650 unità, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2021

leonardo generico

Il report sull’occupazione curato da Sergio Moia, sindacalista della Cisl dei laghi, evidenzia che nel mercato del lavoro lombardo continua il calo degli assunti, iniziato nel trimestre precedente, dopo il picco storico raggiunto nel secondo trimestre dell’anno. Il quarto trimestre del 2022 con 354.743 assunzioni arretra di 10.358 unità rispetto al trimestre precedente e di 48.164 rispetto al secondo trimestre. Il numero degli assunti resta comunque superiore a quello dello stesso periodo negli anni precedenti il 2021. (nella foto lavoratori di Leonardo nello stabilimento di Vergiate)

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SALDO NEGATIVO
Il saldo degli occupati è negativo di 27.650 unità, quasi il doppio del quarto trimestre del 2021, ma sempre superiore a quello del biennio 2018-2019, in entrambi i casi negativo per quasi 40.000 unità. Nell’anno il saldo degli occupati è di 101.541, un risultato inferiore a quello del 2021 e del 2015 ma pur sempre migliore di tutti gli altri anni della serie storica, in ragione dell’alto numero di assunzioni nel corso dell’anno (1.509.211), il dato migliore di tutti gli anni precedenti.

ASSUNZIONI A  TEMPO DETERMINATO
Dall’inizio del 2021 il recupero dell’occupazione in regione si avvicina alle 230.000 posizioni, il 20,4% del dato nazionale. Nel solo 2022 la percentuale sale al 23% su un saldo totale nazionale di 441.242 occupati. A differenza del 2021 il saldo positivo dell’occupazione è dovuto sostanzialmente alle assunzioni a tempo indeterminato, che passano dal 15,6% all’84,2% del saldo occupazionale regionale. Nel dato nazionale si passa dal 17,6% del 2021, all’80,3% del 2022.

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LE TRASFORMAZIONI DEI CONTRATTI A TERMINE
Come per i periodi precedenti il saldo positivo tra i lavoratori a tempo indeterminato è dovuto alle trasformazioni dei contratti a termine, che nel 2022 toccano il valore più alto di tutta la serie storica, superando anche il precedente primato del 2019, con 178.458 trasformazioni, contro 175.449. Nel 2021 si erano fermate a 127.350. Continua con costanza, ma anche con lentezza, la risalita del saldo occupazionale dei contratti di apprendistato, che passa da 857 posizioni nel 2021, a 4.312 nel 2022, dato ancora molto distante dalle 15.658 posizioni del 2018. Nonostante l’alto numero di trasformazioni, tutte le tipologie dei contratti temporanei mantengono un saldo positivo, pur in forte flessione rispetto al 2021, in particolare i contratti a termine, gli stagionali e soprattutto i somministrati. Tengono invece i contratti intermittenti.

RECUPERA L’OCCUPAZIONE FEMMINILE
Nel saldo di genere si consolida il forte recupero dell’occupazione femminile, che pur in calo del 10,4% sul 2021, si mantiene decisamente più alto del periodo pre-pandemico, con la sola eccezione del 2015. La flessione è più accentuata (-26,4%) per il saldo occupazionale maschile, che resta comunque nell’ordine dei saldi precedenti al 2020, sempre con l’eccezione del 2015.
Nell’analisi dei saldi occupazionali per età, rallenta la corsa nella fascia dei giovani, ma si mantiene su valori elevati, se confrontata con gli anni precedenti il 2021. Frena maggiormente e si posiziona su valori più vicini a quelli del periodo pre-pandemico il saldo delle età intermedie. Continua il miglioramento frazionale del saldo negativo dei lavoratori anziani rispetto ai tre anni precedenti, ma è ancora lontano dal recupero dei valori del periodo anteriore al 2019.
Anche sul fronte delle nazionalità c’è un rallentamento rispetto al 2021, ma più contenuto per gli stranieri, per i quali il saldo occupazionale continua a restare significativamente più alto rispetto agli anni precedenti il 2021. Considerando le imprese e i settori, si prolunga il miglioramento iniziato dalla primavera del 2021.

PICCOLE IMPRESE IN FRENATA
Nelle classi dimensionali di impresa si consolida il saldo occupazionale della classe media, quella da 16 a 99 dipendenti, dopo il risultato brillante del 2021. Si mantiene su valori alti anche il saldo della grande impresa, nonostante la flessione del 16% sull’anno precedente, mentre frena il dinamismo delle piccole il cui saldo si contrae del 37%, pur rimanendo su valori confrontabili con quelli pre- pandemici.
Tutti i settori restano in zona positiva tranne le attività finanziarie, che comunque migliorano il saldo rispetto al 2021, e le amministrazioni pubbliche. Migliorano il saldo rispetto all’anno precedente agricoltura, industria, informazione, attività professionali e attività varie. Sempre rispetto al 2021 il commercio vede un calo del saldo occupazionale del 43%, mentre il settore delle costruzioni lo tiene allo stesso livello (-2%).

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CRESCE L’OCCUPAZIONE A VARESE
Considerando infine i dati della città metropolitana e delle province lombarde abbiamo andamenti divergenti. Milano, pur scendendo da 60.747 posizioni a 56.357, da sola assorbe il 56% del saldo occupazionale regionale, migliorando l’incidenza di 8 punti rispetto al 2021 e incrementandola anche in riferimento a tutti gli anni precedenti. Anche tutte le altre province hanno un saldo occupazionale positivo e alcune tra queste lo migliorano anche rispetto al 2021. Sono le province di Como (9,5%), Pavia (4,9%) e Varese (2,3%). Nelle altre c’è invece un peggioramento, contenuto a Cremona (-11,8%) e Monza (-18,4%), più accentuato a Bergamo (-30%), Brescia (-40,2%), Lodi (-48,2%), Lecco (-54,1%), Mantova (-59,4%) e soprattutto Sondrio (-81,5%).

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Pubblicato il 28 Marzo 2023
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