“Ho assaggiato la carne sintetica, vi dico cosa ne penso”

Conversazione con Anna Prandoni, giornalista e scrittrice di Busto Arsizio che da oltre 20 anni è una dei principali “divulgatori gastronomici" italiani

Generico 27 Mar 2023

Dopo la decisione del Governo Italiano di vietare la carne sintetica e altri cibi simili, con pesanti sanzioni per chi non rispetterà la norma, il dibattito sulla cosiddetta “carne sintetica” è diventato generale ed è sbarcato sui social. Per cercare di capirne di più abbiamo provato a rivolgerci a un’esperta “di casa”, Anna Prandoni.

Nata e residente a Busto Arsizio, diplomata al Liceo Crespi, la giornalista e scrittrice Anna Prandoni da oltre 20 anni è una dei principali “divulgatori gastronomici” italiani. Ha diretto La Cucina Italiana, è responsabile dei corsi gourmet di Accademia Marchesi ed è Advisory Board Member dell’Accademia del Panino Italiano. Ora dirige Gastronomika, il magazine del cibo del quotidiano Linkiesta e Scarpetta Mag, un bookazine trimestrale che racconta con immagini e parole il bello e il buono del mondo del gusto. Inoltre, ha sviluppato il progetto Forketters, un format di social eating, scritto oltre 36 ricettari e il suo mantra è #piùcibomenofood.

A lei, cui non sfugge niente dei nuovi trend del gusto, abbiamo chiesto innanzitutto se ha già assaggiato la carne sintetica: «Si , l’ho già mangiata due volte – ci ha risposto – Una in un evento speciale in un locale, l’altra a Milano, in una serata di presentazione del prodotto di una azienda spagnola. Tengo a sottolineare che si tratta di incontri avvenuti non l’altro ieri, ma diverso tempo fa. Se ne parla adesso a causa delle decisioni del Governo, ma in realtà è una questione sotto i riflettori tra gli addetti ai lavori già da un po’».

Com’era? «Sinceramente, non me l’avessero detto non avrei trovato differenze, tranne forse impercettibilmente per il colore. In entrambi i casi, però, mi era stata servita in un panino, quindi il suo aspetto incideva pochissimo. Il sapore invece era quello di un hamburger normale, e altro non avrei potuto assaggiare: perchè non c’è ancora la tecnologia per creare pezzi interi di carne, è possibile produrre solo carne trita o salsicce, che però rappresentano una bella fetta della carne industriale utilizzata nel mondo».

Proprio per quest’ultima osservazione la sua opinione è netta, una volta che le chiediamo cosa ne pensa: «Sono totalmente a favore. L’impatto sul clima è molto inferiore rispetto alla carne allevata in maniera classica. E poi non è sintetica: semplicemente parte da una cellula animale che però progredisce in vitro, e non in un animale allevato. In più, è arrivata sul mercato perchè ha superato ogni test sanitario: vuol dire che è considerata sicura e non potrebbe essere che così, per come è prodotta. Quindi perchè avere pregiudizi? Se c’è un modo diverso per ottenere carne trita da quello usato finora, pesantemente impattante dal punto di vista ambientale, perchè non usarlo? perchè non esplorare la possibilità, almeno? Di sicuro il protezionismo ci farà rimanere indietro rispetto ad altri paesi, e ci costringerà alla rincorsa quando questo prodotto sarà comune. Se poi vogliamo parlare di sapore, è un altro discorso. Su questo tema le logiche sono diverse: questa produzione non è destinata a una clientela che pensa al gusto, è un’altra cosa. Qui si tratta di provare a trovare una soluzione per sfamare il mondo avendo un impatto meno significativo sul pianeta. Perchè non farlo?».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 31 Marzo 2023
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Mi sembra che questo tema si stia affrontando più sul lato social-influencer che sul lato scientifico. Una conoscenza laureata in biologia mi ha spiegato come la coltivazione di carne “sintetica” sfrutti la inibizione di alcuni processi naturali delle cellule andando di fatto a modificare il comportamento “naturale” della duplicazione cellulare. Ad oggi non c’è ancora uno studio approfondito che dica chiaramente che questo procedimento effettivamente sia privo di rischi e non comporti problemi nel mangiare tali proteine di sintesi. Credo che i pregiudizi siano ancora legati a questo aspetto…certo che se si affronta tutto motivandolo con “mi piace ed è buono quindi compratelo” non si va da nessuna parte se non fare il gioco ed il business dei prossimi “produttori” di carne sintetica. Se poi il sapore non è nemmeno allettante e devi insaporire il mappazzone con spezie ed aromi allora signori miei mi tengo la mia carne naturale mangiata 1-2 volte massimo a settimana per non indispettire troppo gli eco-radical-ambientalisti ed inquinare meno possibile il pianeta. Sia mai che mi debba sormontare il senso di colpa quando mi mangio l’hamburgerino.

    1. Stefania Radman
  2. MIMMO
    Scritto da MIMMO

    Da decenni la pelle sintetica non solo la produciamo ma ce la “montiamo” addosso quando serve e senza problemi . Intanto gli allevamenti inquinano parecchio, e che l’inquinamento faccia male è cosa arcinota. Quindi va bene fare tutte le indagini del caso ma bannare la carne sintetica per ragioni ideologiche e conservatrici è ridicolo.

    1. Avatar
      Scritto da Felice

      Io sono favorevolissimo alla carne sintetica ma a condizione che vengano fatti degli studi seri e diversificati relative alla assunzione di proteine di sintesi, vegna istituito un protocollo ed un disciplinare sulla produzione, conservazione ed utilizzo.
      Ad oggi ci limitiamo a farla produrre all’estero, importarla e spacciarla come il sacro-graal.

  3. Avatar
    Scritto da FastBeppe

    Il problema non è il sapore, è che a quanto sento è carne povera di vitamine e altri componenti, l’ideale per deperire, però sarà sicuramente amata dagli snob (e da chi ci guadagna dietro non c’è beneficienza e benefattori), che come al solito vorranno far vedere che eccellono e sono meglio degli altri.
    Intanto il contadino, scarpe grosse e cervello fino, mangia bene e vive bene, se è furbo inquina il meno possibile usa meno concimi chimici e fa buona agricoltura, il futuro è con lui, la terra semplicemente non può sostenere più di una certa quantità di una specie, poi pensa la natura comunque a sistemare tutto, e i conti torneranno.
    Estraniarsi come facciamo dal ciclo naturale delle cose porta la disastro, più te ne allontani e maggiormente sei a rischio estinzione. Apparentemente siamo forti, ma realmente non siamo mai stati così deboli.

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