Il futuro della sanità passa da un patto tra tutte le figure professionali e i cittadini

Nel Salone Estense si è svolto il primo dei tre incontri dedicati alle prospettive future per la sanità ospedaliera e territoriale organizzati dalla presidente dell'Assemblea dei Sindaci

incontro sanità con ordini professionali

Il futuro della sanità dipende da un patto di collaborazione tra tutti gli operatori ma anche i sindaci e i cittadini. È questo l’importante messaggio condiviso dai relatori del primo dei tre incontri organizzati dalla Conferenza dei sindaci del distretto socio sanitario di Varese dell’Asst Sette Laghi. Nel Salone Estense, nel ponteggio di oggi mercoledì 22 marzo, sono intervenuti, su invito della presidente dell’assemblea dei sindaci Irene Bellifemine e del presidente del piano di zona di Varese assessore Roberto Molinari, gli ordini delle professioni sanitarie che hanno descritto la loro condizione lavorativa e le possibili evoluzioni future.

Giovanna Beretta, presidente dell’ordine dei medici, ha presentato una panoramica dello stato dell’arte della sua categoria: « Oggi in Italia abbiamo il rapporto tra medici e popolazione tra i più elevati d’Europa. È, però, una situazione destinata a non durare molto. L’età di buona parte dei miei colleghi è elevata e presto ci sarà un’importante fuoriuscita dal sistema. Chi verrà dopo di noi dovrà bruciare le tappe per poter occupare tutti i posti richiesti dal sistema. Sarà nostro dovere investire molto sulla formazione dei giovani, ma anche sul loro reclutamento e sull’individuazione precoce, sin dalle scuole superiori, dei candidati potenzialmente più indicati a percorrere la carriera. Nel frattempo però – ha concluso la dottoressa Beretta – i sindaci dovrebbero condividere la necessità di un’effettiva applicazione del DM 70 e di una razionalizzazione della rete ospedaliera, puntando su ottimizzazione delle risorse e creazioni di reti di cura che garantiscano maggior efficienza, appropriatezza e sostenibilità».

Di gravi carenze di personale ha parlato anche il presidente dell’ordine degli infermieri Aurelio Filippini: « Per la prima volta, lo scorso anno abbiamo avuto più cancellazioni che iscrizioni e questo è un segnale preoccupante. Anche la diminuzione di candidati che si presentano ai test d’ingresso sono indizi che lasciano intendere una disaffezione pericolosa per un lavoro di cui si percepiscono solo i sacrifici e i disagi. Quello che facciamo è un lavoro molto bello che apre, poi, a specializzazioni e differenze tra ospedale, territorio, socio sanitario. Abbiamo un ruolo nella promozione di una cultura della prevenzione che deve partire dalle scuole. Noi siamo a disposizione in un’alleanza che permetta di condividere in modo sinergico un lavoro ampio che coinvolga anche i cittadini, primi attori di un discorso di salute».

Carenze e mancanza di appeal sono anche i problemi che Elena Cosa ha denunciato nel suo intervento dedicato all’ordine che rappresenta ben 18 professioni socio sanitarie differenti, alcune note come i tecnici di laboratorio o di radiologia, altre quasi sconosciute come il tecnico comportamentale o il podologo: « C’è bisogno di conoscere le tante figure specialistiche necessarie a una presa in carico globale. Molte sono state quasi eliminate e sopravvivono solo nel privato. Ma sono pedine fondamentali nella prevenzione, da una parte, ma anche nell’assistenza, nella prevenzione, nella riabilitazione. Grave anche la carenza di ispettori per la sicurezza degli ambienti di lavoro, un ambito che, soprattutto in Lombardia, avrebbe bisogno di ampliare la sua squadra».

Di maggior coinvolgimento e integrazione hanno invece parlato sia Sergio Perillo, Tesoriere dell’Ordine dei fisioterapisti, sia Andrea Pomi di Federfarma. « I fisioterapisti si sono da poco costituiti in un ordine autonomo. La nostra è una professione che attrae ancora ma andrebbe potenziata soprattutto sul territorio o nelle strutture socio sanitarie» ha spiegato il dottor Perillo. Per l’esponente di Federfarma, invece, è un problema di inserimento effettivo nella rete sanitaria delle farmacie, presidi diffusi e capillari a cui i cittadini si rivolgono con fiducia: « Con il covid abbiamo dimostrato di poter svolgere parte delle incombenze sia sanitarie, per esempio tamponi e vaccini, sia amministrative come la consegna dei Green Pass. Abbiamo già il servizio di scelta e revoca del medico. Ma abbiamo una serie di servizi di telemedicina che, al momento, effettuiamo in regime privatistico. La nostra diffusione permetterebbe di portare i servizi vicino alle persone, sul territorio, alleggerendo le strutture di cura centrali».

incontro sanità con ordini professionali

Gli operatori sanitari hanno indicato alcune possibili strade da percorrere, opzioni che il sindaco Giovanni Resteghini, in qualità di presidente del Collegio dei sindaci di Ats Insubria, ha giudicato interessanti e importanti chiarendo che, al momento, nonostante ci sia gratitudine verso il  lavoro degli operatori sanitari c’è anche grande preoccupazione che l’offerta di salute alla popolazione si impoverisca: « Io come sindaco continuerò a chiedere servizi prossimi ai miei cittadini, infermiere di famiglia, casa di comunità. È un valore il territorio da potenziare e non deprimere».

Un atteggiamento, quello del sindaco Resteghini, diffuso tra la popolazione che rivendica servizi e spesso si arrabbia davanti a mancate risposte: « Sono tante le telefonate di cittadini infuriati per situazioni che sembrano disservizi ma che, in realtà, sono frutto di una poca conoscenza delle regole – ha spiegato Luca Croci che è responsabile dell’Ufficio di Tutela Pubblica di Ats Insubria – Le lamentele arrivano in questi uffici che esistono in tutte le agenzie sanitarie, Ats e Asst. Io ascolto e spiego oppure cerco di risolvere le criticità. Quando non riesco sono in contatto con il difensore civico regionale. Il mio è un ruolo di supporto al cittadino che non sempre, però, ha a disposizione tutte le informazioni sul nostro sistema socio sanitario».

La sanità italiana e lombarda in particolare è in affanno, sempre un cambio di passo, innanzitutto culturale. Un’alleanza sanitari cittadini per potenziare la prevenzione e migliorare l’assistenza puntando sulla tecnologia.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 22 Marzo 2023
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