Inchiesta Covid per i morti di Bergamo, indagati Conte, Speranza e Fontana

La Procura di Bergamo ha chiuso l'inchiesta indagando una ventina di persone. Sotto indagine la mancata zona rossa, l'aggiornamento del piano pandemico e il caso dell'Ospedale di Alzano Lombardo

bare bergamo

Si chiude la maxi inchiesta su quanto è accaduto nella provincia di Bergamo nella primavera 2020 con la mancata zona rossa in Valle Seriana con una ventina di indagati. Tra questi, da quanto è trapelato dalle agenzie di stampa, ci sono l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro Roberto Speranza, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana con l’ex assessore Giulio Gallera, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

Il procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, sotto la super visione del Procuratore Antonio Chiappani hanno tirato le somme di una indagine con cui si è cercato di far luce e individuare le responsabilità, eventuali o meno, di quella tragedia che ha lasciato una profonda ferita.

Al di là del numero degli indagati -riporta l’ANSA- gli accertamenti, che si sono avvalsi di una maxi consulenza firmata da Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova e ora senatore del Pd, hanno riguardato tre livelli, uno strettamente locale, uno regionale e il terzo nazionale.

Sotto indagine sono finiti non solo i morti nelle Rsa della Val Seriana e il caso dell’ospedale di Alzano -che era stato chiuso e riaperto nel giro di poche ore- ma in particolare modo la mancata istituzione di una zona rossa uguale a quella disposta in provincia di Lodi e i mancati aggiornamenti del piano pandemico, fermo al 2006. Su quest’ultimo punto gli investigatori contestano anche la mancata applicazione di quello esistente che, anche se datato che comunque, stando agli elementi raccolti avrebbe potuto contenere la trasmissione del Covid.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Marzo 2023
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