L’intervista “fuori giri” su MV Agusta di Mister KTM

Stefan Pierer ha rilasciato una lunga intervista pubblicata su due giornali stranieri. L'industriale austriaco boccia i modelli Lucky Explorer, critica i designer attuali, ironizza su quelli italiani in generale e vuole portare a Varese quelli di KTM. Mentre la famiglia Sardarov ha grandi progetti sull'area della Schiranna

mv agusta 2022 presentazione modelli

Nello scorso novembre la notizia dell’acquisizione del 25% delle quote di MV Agusta da parte di Pierer Mobility fu guardata con attenzione da parte del mondo della motocicletta ma anche con un po’ di preoccupazione con gli occhi dei varesini. Il grande gruppo austriaco, il cui marchio maggiore è KTM, è lo stesso che anni fa acquisì Husqvarna (dai tedeschi di BMW) e nel giro di poco tempo smantellò lo stabilimento di Cassinetta di Biandronno lasciando letteralmente a piedi la forza lavoro locale.

Un’operazione che nessuno, da queste parti vuole rivedere. La maggioranza di MV Agusta, lo ricordiamo, è nelle mani della famiglia russa Sardarov, che ha interessi in vari campi a partire da quello energetico e che governa l’azienda della Schiranna con il timone tra le mani del CEO Timur Sardarov. Una gestione apprezzata dalla forza lavoro, anche perché MV Agusta ha superato senza grossi problemi un periodo complicato come quello del Covid e sta progettando una serie di azioni interessanti sia in campo prettamente motociclistico sia a livello generale (vedremo all’ultimo paragrafo di cosa si parla). Anche perché i Sardarov hanno garantito finanziamenti freschi del calibro di circa – si dice – 200 milioni di euro.

Ora però un’intervista al “boss” di KTM, Stefan Pierer, ha seminato un certo malumore all’interno della factory di Varese, un po’ per le modalità utilizzate un po’ per alcuni passaggi che lasciano perplessi. Le parole di Pierer, 66 anni, sono state rilasciate all’autorevole giornalista e scrittore inglese Alan Cathcart e diffuse su due siti specializzati come il belga Motoren and Toerisme e il ceco Motorkari.

Nella lunga intervista di Cathcart, Pierer tocca diversi argomenti che riguardano il mondo che fa capo a KTM e naturalmente non mancano alcuni passaggi verso MV, a partire dalla conferma – prevista – che Pierer Mobility si occuperà della supply chain, ovvero della fornitura di pezzi per realizzare le moto, e della distribuzione attraverso la rete commerciale.

Il manager austriaco però boccia i modelli off-road presentati all’EICMA 2021, la 9.5 e la 5.5 prodotti con il marchio “Lucky Explorer”. Progetti che sono in fase assai avanzata con le prime consegne previste per i prossimi mesi. «Nessuno si aspetta quei modelli da MV Agusta» ha detto Pierer sottolineando come l’azienda debba concentrarsi su moto di altro tipo. Parole risuonate come un campanello d’allarme per il lavoro fatto fino a oggi e perché sono sembrate inopportune, considerando che KTM è socio di minoranza e dovrebbe, se mai, discutere con Sardarov di certe questioni prima di andare sui giornali con toni da “padrone”.

Ma anche altri passaggi dell’intervista lasciano perplessi a partire dal riferimento al design. Pierer spiega come la F4 sia tuttora il modello che meglio incarna l’essenza del marchio varesino. Ma allo stesso tempo dice che MV ha «perso quello splendido stile nell’ultimo decennio perché aveva problemi più urgenti» (il riferimento è probabilmente alle difficoltà economiche ndr). E ancora spiega che «Gerald Kiska – a capo dello studio di design che “inventa” i prodotti KTM – ha in programma di aprire un Kiska Design Studio nello stabilimento MV Agusta di Varese. Kiska avrà un ruolo molto importante: ci concentreremo sulla stabilizzazione della gamma e sul ripulire i modelli attuali». Se ciò accadesse (oltre alle parole da “padrone”), verrebbe probabilmente messo in discussione il lavoro del CRC, il Centro Ricerche Castiglioni di San Marino, direttamente collegato a MV Agusta. Dove, per altro, si creano modelli che in tutto il mondo sono considerati meravigliosi e ben più premiati rispetto a quelli della Casa austriaca.

Pierer ha comunque sottolineato come le MV Agusta debbano essere disegnate e costruite in Italia pur aggiungendo una “stoccata” ai designer del nostro Paese. Sull’articolo di Motorkari infatti il manager dice che «abbiamo un piccolo problema: ci sono tanti bravi designer italiani che sono venuti in Austria ma dopo un paio d’anni sono voluti tornare “all’Hotel Mamma” (testuale ndr). Una cosa tipicamente italiana e abbiamo perso diverse brave persone».

Pierer comunque ribadisce la necessità di puntare con i modelli MV Agusta alla fascia alta del mercato, di voler offrire un prodotto made in Italy e si dice soddisfatto del nuovo motore tre cilindri. Inoltre conferma di non voler vedere la Casa varesina nel Motomondiale in Moto2 dove, per regolamento, si utilizzano motori Triumph. Ma almeno da questo punto di vista non ci sono problemi perché MV è uscita dall’accordo con il Forward Racing Team e non sarà al via della serie iridata 2023.

INTANTO ALLA SCHIRANNA

Quando all’inizio abbiamo citato gli impegni presi dai Sardarov anche al di fuori del comparto motociclistico, ci riferiamo ai progetti di rinnovamento che i proprietari di MV Agusta hanno riguardo all’area della Schiranna. Sono infatti in via di progettazione una serie di interventi che permetteranno di riqualificare gli stabilimenti ma anche di aprire una parte degli spazi alla città. I disegni sono ancora top secret ma sembrano assai interessanti.

Timur Sardarov: “MV Agusta non lascerà Varese: queste moto devono rimanere italiane”

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Marzo 2023
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