Palmiro Togliatti: dalla clandestinità ad Angera all’amicizia con Stalin. Una bandiera per il comunismo italiano

Uomo di grandissima erudizione, fu vicinissimo a Stalin e tacque sulle nefandezze del dittatore sovietico, ma fu anche il primo in Italia a tentare una via unitaria tra comunisti e cattolici. Dopo il 14 luglio 1948 salvò il Paese da una probabile guerra civile

Generico 20 Mar 2023

Nasceva il 26 marzo di 130 anni fa Palmiro Togliatti, il più importante esponente italiano del comunismo internazionale. Fu compagno di studi di Antonio Gramsci ma, rispetto a quest’ultimo e non solo per aver vissuto molto più a lungo, è conosciuto più come leader politico che come intellettuale. Passò comunque l’intera vita a studiare, nel tentativo di attuare la rivoluzione comunista in tutto il mondo, assecondando l’azione di un seguace rinnegato da Lenin, Iosif Stalin. Aveva anche subìto in gioventù il fascino di un allora eretico socialista rivoluzionario: Benito Mussolini.
Dopo la scissione dai socialisti a Livorno, nel 1921 era nato il Partito Comunista, una sezione dell’Internazionale che guardava a Mosca come un faro per l’affermazione delle idee che avevano prevalso nella Rivoluzione d’Ottobre del 1917. In seguito alla salita al potere di Mussolini tuttavia, in particolare dopo il gennaio 1925, il regime fascista strinse la propria morsa riducendo l’opposizione democratica alle catacombe. Nella seconda metà degli anni Venti il Partito Comunista ebbe dunque una sede clandestina sotto la Rocca di Angera, sul Lago Maggiore, un posto dal quale si poteva raggiungere velocemente la Svizzera in barca. Il segretario qui visse per qualche tempo, ma una sua dimora fu segnalata anche a Tesserete, un piccolo borgo sulle alture di Lugano.
Togliatti ebbe uno straordinario successo popolare nell’Italia del dopoguerra, ma va detto che questa leadership politica proveniva essenzialmente dalla sua vocazione internazionale e dalla sua esperienza a Mosca prima della guerra nella segreteria del Comintern, l’organismo con il quale l’URSS finanziava i partiti comunisti stranieri per promuovere le idee sovietiche all’estero.
Possiamo credere a Togliatti, quando sostenne che Stalin era un uomo con il quale si potesse discutere, ma la realtà storica ci restituisce poi il georgiano quale vero dittatore che usò la controrivoluzione come un pretesto per eliminare fisicamente i propri oppositori.
Per aver seguito Stalin, sapendo quello che Stalin faceva, Togliatti si meritò l’accusa di essere un freddo ed un cinico. Eppure egli crebbe enormemente in popolarità per la sua straordinaria capacità di sedurre sia gli intellettuali che gli uomini d’azione. A questo proposito è pressoché sconosciuta la venerazione che il giovane Tito (il futuro dittatore jugoslavo) ebbe per il dirigente italiano, oppure la considerazione erudita espressa da Mario Spinella, il letterato varesino che fu direttore della celebre Scuola comunista delle Frattocchie, nonché segretario dello stesso Togliatti: era una mente eccelsa.
Oltre alla leadership indiscussa nel partito fino alla morte, i fatti storici simbolo del Togliatti attore in Italia sono sostanzialmente due. La cosiddetta Svolta di Salerno fu un fatto cruciale avvenuto nel 1944 quando, a fascismo caduto ma con il Paese ancora in guerra, Togliatti diede la disponibilità alla formazione di un governo di unità nazionale con la partecipazione di tutti i partiti antifascisti. Questo atto politico, apprezzato dalla totalità delle parti in causa compresa la monarchia, garantì ai comunisti un canale di dialogo privilegiato con le forze cattoliche almeno fino all’autunno del 1956, quando con la repressione sovietica in Ungheria il dialogo con l’URSS venne accantonato per sempre.
L’attentato a Togliatti poi, in una data così fortemente simbolica e certamente non casuale, il 14 luglio, fu motivo di grandissima preoccupazione per la tenuta della giovane e fragile democrazia italiana. Togliatti si salvò solo perché l’attentatore, che aveva ancora due colpi in canna, venne disorientato dalla determinazione della compagna del leader comunista, la giovane Nilde Iotti, una donna non bellissima, ma elegante e schiva, che fece scudo al compagno con il proprio corpo.
Nelle ore successive, quando il leader si trovò tra la vita e la morte, si temette il peggio: i comunisti organizzati rapirono il Prof. Valletta, allora presidente della Fiat, e probabilmente lo avrebbero ucciso se il loro capo non fosse sopravvissuto alla mano del ‘nemico’. C’è da credere che davvero qualcuno puntasse allo scoppio di un moto rivoluzionario in Italia e ci si andò sicuramente molto vicini. Fu poi il segretario medesimo, ancora in ospedale, a placare gli animi con le parole più adatte.
Togliatti morì infine nel 1964, durante un soggiorno in Crimea che avrebbe dovuto portarlo ad incontrare il nuovo leader sovietico Nikita Krusciov, autore di una politica di netta cesura rispetto al passato stalinista dell’URSS. In questa occasione fu ancora Nilde Iotti, che accompagnava il leader in viaggio, a raccogliere il cosiddetto “Memoriale di Yalta”, un documento olografo considerato il testamento politico del più grande leader comunista italiano.
La Iotti fu poi a lungo Presidente della Camera dei Deputati a partire dal 1979.

Scheda libri:
Giorgio Bocca – “Palmiro Togliatti” – Laterza – 1973 (circa 680 pagine, ma bello e fruibile)
“Palmiro Togliatti ed il comunismo del Novecento” – Carocci editore – 2016 (un testo breve ma impegnativo)

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Pubblicato il 24 Marzo 2023
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