Tentato omicidio fuori dall’aula studi a Varese: rito abbreviato per il sospettato
In tribunale di fronte al giudice per l’udienza preliminare il giovane accusato di aver accoltellato un minore e di averlo buttato giù da un parapetto. L’imputato già al centro di un episodio di spaccio
È ancora ben impresso quel pomeriggio di sirene e lampeggianti in piazza Forzinetti a Varese, zona «calda» della città per piccolo spaccio e microcrimilanità già in passato svariate volte al centro di risse e pestaggi. Infatti nelle ore dello «struscio», dopo pranzo di quel sabato, l’8 di ottobre scorso, sembra per una lite scoppiata già nella piazzetta dove si trova l’«aula studi» un ragazzo di origini algerine di 27 anni avrebbe accoltellato e poi gettato da un parapetto facendogli fare un volo di alcuni metri un ragazzo di 17 anni finito in gravi condizioni all’ospedale di Circolo.
Per gli investigatori si è trattato di un tentato omicidio e l’imputato è così finito di fronte al Gup di Varese, per un’udienza nella quale è stato chiesto il giudizio abbreviato, che consente uno sconto di pena di un terzo se le accuse verranno provate nel corso del processo che si celebra saltando il dibattimento. L’ammissione a questo rito alternativo è però condizionata ad una perizia che ha il compito stabilire se il sospettato era capace o meno di intendere e di volere al momento dei fatti, in particolare in relazione ad un possibile abuso di droghe, dipendenza già emersa negli atti del fascicolo del pubblico ministero, come conferma il difensore, l’avvocata milanese Claudia Liotto.
Si tratta dunque di un’integrazione probatoria che permetterà al giudice di decidere sul caso con maggiori elementi, magistrato che ha acconsentito al rito alternativo, e che ha disposto ai primi di maggio la nomina del perito e il conferimento dell’incarico. Secondo la prima e sommaria descrizione di quei fatti he portarono all’arresto del 27enne, quel sabato vi sarebbe stato un incontro estemporaneo fra quest’ultimo e un gruppo di minori stranieri.
Tutto nato da un banale bisticcio avuto fra l’aggressore ubriaco e un amico dell’aggredito, quest’ultimo di origini tunisine intervenuto per placare gli animi. Ma il più grande dei tre, alterato, ha estratto una lama e ha colpito il giovane all’altezza dell’ascella per poi lanciarlo da una balaustra nella parte sottostante.
Il ragazzo a processo è stato di recente giudicato per un altro reato. Si tratta di uno spaccio di droga di fronte ad una scuola elementare di Varese, la Mazzini, non distante tra l’altro da dove si sono svolti i fatti di ottobre, dal momento che la via Como si trova a pochi passi dalla via Milano e la piazzetta Forzinetti, dalla piazza XX Settembre e dalla via Morosini, quel quartierino spesso sotto la lente delle forze dell’ordine che agisce anche in borghese per fermare sul nascere la microcriminalità (nella foto, un intervento per rissa in centro a Varese).
Infatti gli agenti tempo fa notarono il passaggio di mano di droga fra due persone: poco più di un grammo però «smazzato» proprio di fronte alla scuola, cioè un’aggravante che aveva portato il ragazzo di fronte al Collegio. I giudici ritennero però il fatto di particolare tenuità nella decisione presa ai primi di febbraio che mandò assolto il giovane. Un fatto ben diverso dall’accusa per il quale l’imputato è oggi a giudizio.
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