“Vai a un bancomat postale e segui le mie istruzioni”, così hanno tentato di truffarmi
La disavventura accaduta ad un nostro lettore che però non è caduto nella trappola di un finto acquirente di un sito di vendita di oggetti usati

Spett.le direttore
Le scrivo con l’augurio di veder pubblicata questa mia avventura.
Inserisco su un famoso sito di annuncio gratuiti di vendita d’usato degli oggetti.
In tempi brevissimi, con mio stupore, vengo contattato tramite chat da un presunto cliente che mi chiede il numero di telefono per poter avere delucidazioni in merito all’annuncio.
Dì li a poco ricevo la telefonata e senza fare trattativa sul prezzo, senza chiedere nulla più, mi invita a presentarmi il più presto possibile presso un bancomat postale per potermi inviare un vaglia elettronico che mi permetterebbe l’immediato prelievo del contante (che il sedicente cliente definisce come metodo ultrarapido di pagamento tracciato e garantito dalle Poste; mai sentito parlarne prima).
Per quanto mi riguarda l’unico metodo ultrarapido nelle trattative è il contante.
Anche il fatto che il cliente si presentasse come residente a Empoli, pertanto bisognoso di un corriere che potesse ritirare il materiale con urgenza l’indomani mi ha insospettito.
Da mio carattere sono spesso scettico e quando mi viene richiesta un’urgenza, specialmente con un forte ardore nel pagarmi, addirittura da non poter attendere l’apertura degli uffici l’indomani, lo sono ancora di più.
Nonostante tutto provo a suggerire al cliente la possibilità di inoltrarmi il danaro con bonifico bancario, ma con scuse accampate ai fini fiscali, declina la mia proposta.
Incuriosito, mi appresto al primo bancomat postale e richiamo il cliente come da istruzioni dalla telefonata precedente. Seguendo le sue indicazioni mi invita e inserire la mia carta bancomat (si raccomanda che non sia una ricaricabile!) e a procedere nella sezione di ricariche facendomi notare che le scritte sul monitor potrebbero essere fuorvianti perché il modello del postamat è vetusto, pertanto devo effettuare alla lettera le sue istruzioni che prevedono l’inserimento di un codice (successivamente si capisce essere il numero di una sua Postepay) che se avessi confermato, sarebbe stata ricaricata a mie spese.
Riassumendo: truffati e derisi allo stesso tempo; lo richiami tu e gli invii volontariamente il denaro. Complimenti!
Ormai chiaro che si trattasse di una truffa, quando mi sono rifiutato di procedere in fase di conferma dell’invio denaro, il truffatore mi ha insultato ed ha appeso.
Spero che questo episodio possa essere, purtroppo è triste dirlo, un esempio di come non bisogna mai abbassare la guardia e diffidare sempre, sempre, sempre.
Alessandro
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E’ successo anche a me, qualche anno fa. E’ una truffa vecchia, ma sempre insidiosa. Uguale anche per me la raffica di insulti quando mi rifiutai di fare l’operazione. Poi disattivano immediatamente il numero di cellulare col quale chiamano e non si possono denunciare