C’è un milione e mezzo di euro per la formazione nel terziario. Confcommercio: “Usate questi fondi sono a costo zero per le imprese”
Un progetto realizzato dai commercianti della provincia di Varese, lo studio Tosi di Verona e l'Ente bilaterale del terziario con il Fondo For.Te. Oltre 7mila ore di formazione gratuita ritagliate a misura d'impresa
Come gli spinaci rendono forte Braccio di Ferro, così la formazione fortifica le imprese. L’immagine scelta dalla Confcommercio della provincia di Varese, per comunicare il progetto relativo alla formazione, è proprio quella del celebre fumetto Popeye a cui viene associato con un gioco di parole il Fondo For.Te, ovvero il Fondo nazionale paritetico per la formazione continua dei dipendenti delle imprese che operano nel terziario: commercio, turismo, servizi e logistica.
Per il biennio 2022-2023 il fondo mette a disposizione delle imprese della provincia di Varese un milione e mezzo di euro per fare formazione gratuita. Parliamo di oltre 7mila ore, che posizionano il territorio al secondo posto, dopo Milano, nella classifica delle erogazioni del Fondo.
FORMARE, FORMARE, FORMARE
Una cifra notevole, dunque. Risultato di un gioco di squadra tra Confcommercio, Ente bilaterale del terziario e lo Studio Tosi di Verona, l’advisor che ha individuato in For.Te lo strumento adatto per questa operazione. Del resto i numeri resi noti da Rudy Collini, presidente di Confcommercio Varese, la dicono lunga su quanto l’organizzazione di via Valle Venosta consideri fondamentale questa partita. Nel 2020, in piena pandemia, Confcommercio, attraverso le cinque territoriali, ha erogato ben 150 corsi a più di 7mila imprese. «È un asset strategico per la crescita della competitività dell’intero territorio» ha ribadito Collini.
La nuova misura messa in campo dai commercianti varesini con il Fondo For.Te non punta a una formazione indifferenziata in aula, ma a interventi ritagliati su misura delle singole imprese e delle loro necessità. «Si punta così alla crescita della competitività delle aziende attraverso l’innalzamento del livello professionale del singolo lavoratore» ha aggiunto il segretario generale di Confcommercio Francesco Dallo.
COME PARTECIPARE AL BANDO
Il pacchetto minimo comprende 8 ore di formazione. Secondo Paolo Tosi, consulente dell’omonimo studio, alla fine verranno coinvolte almeno 250 aziende per un totale di 1200 persone formate. Possono accedere al bando tutte le imprese del settore terziario con almeno un dipendente e per farlo non devono fare altro che chiamare l’Ascom territoriale di riferimento.
La fattibilità, secondo Confcommercio, sfiorerà il 99 per cento. L’advisor su questo punto rassicura: anche quando i fondi si esauriranno al termine del biennio, si può entrare in lista per il progetto successivo. «Si lavora in continuità – ha spiegato Tosi – inoltre i vari territori funzionano come vasi comunicanti. Per esempio, se Bergamo avanza delle ore può cederle a Varese. È un vero ecosistema».
DUE TESTIMONIANZE
Alla presentazione ufficiale del progetto al Palace Hotel di Varese erano presenti i rappresentanti di due aziende che hanno beneficiato della formazione attraverso il Fondo For.Te: Andrea Buffarello, direttore generale di “I palazzi”, il gruppo alberghiero che gestisce il Palace hotel di Varese, e Veronica Mattioni e Gaia Garofalo, rispettivamente amministratore e responsabile risorse umane di “Seconda strada”, catena di negozi di abbigliamento, scarpe e accessori che ha 160 dipendenti e dodici punti vendita.
«È una vera opportunità – ha raccontato Buffarello – Per il 90% la nostra ricerca di personale riguarda candidati che abbiano le soft skill adatte, più che le competenze. Bisogna prendere atto del fatto che è la risorsa a scegliere l’azienda e non viceversa. Quindi per noi formarle è il vero problema perché buona parte del successo della nostra offerta dipende da chi ti accoglie».
Veronica Mattioni è venuta a sapere dell’esistenza del bando di Confcommercio grazie alla territoriale di Ascom che l’ha chiamata direttamente in azienda. «Abbiamo creato un progetto di formazione ritagliato su misura – ha sottolineato l’amministratore – Avevamo bisogno di nuove competenze soprattutto in campo digitale, per il magazzino e le tecniche di vendita».
«Abbiamo fatto formazione on the job (addestramento sul campo, cioè mentre si lavora, ndr) – ha aggiunto Gaia Garofalo – per ridurre il turn over. Questo ha permesso un maggiore coinvolgimento delle risorse, soprattutto dei nuovi».
SUPERARE I LUOGHI COMUNI SUI BANDI
Le imprese del settore non hanno dunque più scuse. Non solo la formazione è gratuita, ma i bandi sono stati enormemente semplificati e anche quando risultassero ostici ci sono sempre le Ascom territoriali pronte ad ascoltare, rispondere e supportare gli imprenditori. «Le imprese soprattutto le più piccole – ha concluso Collini – vanno accompagnate in questo percorso. Nel caso in cui l’imprenditore non abbia chiaro il proprio progetto di formazione, può raccontarlo al personale Ascom che lo aiuterà a definire il perimetro d’intervento».
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