Il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto esulta: “Il nuovo ospedale unico slitta ancora”

Il sindaco di Busto Antonelli smentisce e ripete che si sta andando avanti ma i contrari alla nuova struttura ribadiscono: "Scaduto il termine del 30 marzo. Terzo naufragio in sei anni"

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Una cosa è certa, Regione Lombardia, i Comuni di Busto Arsizio e Gallarate, Ats e Asst Valle Olona non sono riusciti a rispettare il termine del 30 marzo 2023, data entro la quale un anno fa, con DGR n° XI/6018 del 01/03/2022, Regione Lombardia aveva stabilito di dovere definire il nuovo accordo Accordo di Programma per la realizzazione del nuovo ospedale unico a Beata Giuliana. Secondo il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto si tratta, quantomeno, dell’ennesimo fallimento della classe dirigente lombarda.

«È la terza volta, dal 2017, che il procedimento finisce in un nulla di fatto, confermando l’ormai acclarata inettitudine della giunta regionale lombarda e dei suoi partner nella programmazione e gestione dei servizi sanitari. Il fallimento è ancor più grave considerato che tra giugno 2021 e febbraio 2022 i comuni di Busto Arsizio e Gallarate e la provincia di Varese hanno deciso di derogare al dibattito pubblico sull’ipotesi dell’ospedale unico, e quindi di estromettere cittadine e cittadini dal processo decisionale, adducendo tra le motivazioni “i vincoli temporali piuttosto stringenti dettati dalla Commissione europea al fine di poter effettivamente accedere ai finanziamenti derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)” (DCC Busto Arsizio n. 36 del 29/06/2021), pur sapendo che tali finanziamenti non possono essere utilizzati per la costruzione di un nuovo ospedale».

Secondo il sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli, la data del 31 marzo non sarebbe per nulla tassativa: «Confermo che si sta andando avanti per il nuovo ospedale. Non c’è un termine tassativo per la firma» – ha dichiarato a Varesenews.

Nell’ambito del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica, si sono compiute le facili profezie del Comitato:
«L’ipotesi dell’ospedale unico è infondata, perché non si basa su un’analisi dei bisogni sanitari e socio-sanitari della popolazione, e l’area prescelta, di enorme valore ambientale, è del tutto inadeguata per dimensioni, conformazione e accessibilità; la tanto osannata “eccellenza” del nuovo ospedale, se mai si farà, sarà amputata in origine dalla necessità di adattarne la forma architettonica ai vincoli posti dall’area che dovrebbe ospitarlo, vanificando l’obiettivo di garantire spazi e relazioni tra gli spazi ottimali, tanto caro a chi nemmeno vuole prendere in considerazione l’alternativa della sistemazione / ampliamento degli ospedali esistenti»

Il Comitato ritiene di aver contribuito ad inceppare il procedimento, con le osservazioni presentate presentate il 4 febbraio a Regione Lombardia nell’ambito del procedimento di VAS, in merito per esempio «alle irregolarità procedurali, alla mancata pubblicazione di documenti costitutivi della proposta, con particolare riferimento al “Documento di fattibilità delle alternative progettuali”, all’assenza di adeguate forme di partecipazione del pubblico al procedimento, al consumo di suolo, all’incompatibilità del programma con gli obiettivi del vigente PGT e del Piano di Indirizzo Forestale in relazione alla destinazione dell’area e alla trasformabilità dei boschi, alla necessità di trattare adeguatamente nella VAS la componente ambientale “salute umana”, alla necessità di definire i criteri per l’individuazione delle ragionevoli alternative e di procedere a un loro confronto basato su dati certi e non viziato da pregiudizi, alla necessità di un’indagine archeologica preliminare, alla necessità di esplicitare i criteri per la determinazione dei posti auto».

Il Comitato nutre, inoltre, «seri dubbi sull’effettiva disponibilità delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione dell’opera, ulteriore motivo del fallimento dell’operazione».

Il fronte del no al nuovo ospedale ha ripetutamente denunciato le operazioni di accorpamento dei due presidi di Busto e Gallarate che stanno causando non pochi disagi ai pazienti e avvantaggiando la sanità privata: «Dietro la chimera dell’ospedale unico si giustificano soppressioni e accorpamenti di reparti, con la conseguente diminuzione della ricettività delle strutture pubbliche, a vantaggio di quelle private».

Senza nascondere la soddisfazione per il terzo naufragio dell’ipotesi dell’ospedale unico, il comitato «rinnova la propria preoccupazione per il progressivo declino degli ospedali pubblici dell’ASST “Valle Olona”, e invita cittadine e cittadini al presidio promosso da ATTAC Saronno alle ore 16 di sabato 15 aprile davanti all’Ospedale di Saronno, per chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico e politico per la redazione di un piano di rilancio della sanità territoriale a livello di ASST Valle Olona, che definisca tutte le misure da prendere per risolvere i problemi della sanità territoriale ed ospedaliera».

In conclusione ribadiscono la via da percorrere: «Occorre avviare con urgenza un processo pubblico di valutazione della rispondenza degli attuali ospedali ai bisogni sanitari della popolazione, che consenta di assumere le decisioni necessarie per potenziare i servizi ospedalieri in sinergia con i servizi di medicina territoriale, che a loro volta
vanno adeguati e potenziati.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Aprile 2023
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