MiVa, la rete dei musei industriali del Varesotto che apre una nuova strada al turismo
I dati dicono che nel 2022 il turismo industriale è cresciuto del 18% e il Varesotto, grazie alla rete guidata dal Museo del Tessile di Busto Arsizio, punta ad intercettare il flusso
Il percorso del progetto MIVA, che racchiude i musei industriali del Varesotto, non si ferma. Dopo l’inaugurazione nel 2020 sono stati diversi gli appuntamenti a cui la rete museale ha partecipato per promuoversi e per allargare le proprie opportunità di sviluppo. Una realtà, quella del turismo industriale, che sta riscuotendo sempre più attenzione e che segna numeri in crescita nel 2022. Non a caso oggi, venerdì, il Corriere della Sera ha dedicato alle realtà turistiche industriali un’intera pagina.
Cosa è stato fatto per MiVa dal 2020 al 2022
A giugno del 2022, in rappresentanza della rete MIVA, il Museo del Tessile ha preso parte alla seconda edizione degli Stati Generali del Patrimonio Industriale a Roma/Tivoli: al Congresso internazionale, organizzato da AIPAI (Associazione Italiana Patrimonio Industriale) e Università La Sapienza di Roma – Facoltà di Ingegneria, la Vicesindaco e Assessore alla Cultura Manuela Maffioli ha presentato il progetto MIVA all’interno del panel “Il turismo industriale, un successo pubblico-privato”.
A Ivrea, lo scorso dicembre, sempre in rappresentanza della rete MIVA, il Museo partecipa alla 1° Conferenza Internazionale sul Turismo Industriale, alla presenza del Ministro del Turismo, che tra i dati presentati ha evidenziato la crescita del 18% del turismo industriale in Italia nel 2022.
La rete MiVa è nata su impulso dell’Amministrazione comunale di Busto Arsizio nel 2020 quando è stato redatto un “Accordo di rete per la valorizzazione e l’integrazione dei Musei industriali della provincia di Varese” che vede come capofila il Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio e come partner diversi musei sparsi per la provincia.
I musei che fanno parte di MiVa
Parco e museo del Volo di Volandia: fondato nel 2010, è il più grande museo aeronautico italiano, nonché uno dei maggiori a livello europeo e raccoglie oltre 100 velivoli all’interno delle ex officine Caproni.
Museo Agusta: fondato nel 2002, raccoglie nella sede di Cascina Costa centinaia di cimeli, documenti, disegni, fotografie di personaggi, eventi e prodotti, prototipi, modelli e riproduzioni in scala ridotta di aerei, elicotteri, moto e componenti, che ripercorrono quasi un secolo di storia dell’azienda Agusta.
Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese: fondato nel 1998, illustra la storia industriale del territorio di Saronno e il suo stretto legame con la Ferrovia.
Museo della Motocicletta Frera: fondato a Tradate nel 2005, espone moto Frera delle prime e delle ultime produzioni. Vi si trovano complessivamente oltre 50 moto, sono altresì esposte foto e documenti della storia della Frera.
Museo Fisogni della Stazione di Servizio: fondato a Tradate nel 1966, si compone di più di 5000 oggetti tra pompe di benzina, targhe, grafiche, latte d’olio, oliatori, aerometri, compressori, estintori e un notevole numero di cartoline d’epoca e gadgets, ognuno raffigurante un logo di una società petrolifera dall’inizio del secolo scorso.
Museo della Pipa di Brebbia: fondato nel 1979, raccoglie non solo svariate migliaia di pipe ma anche le pubblicazioni effettuate in tutto il mondo sulle pipe e uno studio accurato sul design diviso per vari periodi.
Museo Flaminio Bertoni: fondato nel 2007, ha sede presso il parco e Museo del volo di Volandia e celebra la figura del grande designer di automobili.
Un progetto per dare forza a tante realtà della tradizione industriale del Varesotto
«Si tratta di un progetto a lungo coltivato e per il quale abbiamo lavorato con grande determinazione, anche nella direzione tracciata dalle politiche museali della Regione Lombardia – commenta la vicesindaco e assessore a Identità e Cultura Manuela Maffioli -. Con la realizzazione della rete dei Musei industriali otteniamo alcuni importanti risultati: diamo più forza a ciascuna realtà museale, espressione preziosa di un saper fare del nostro territorio, e, nel contempo, offriamo alla nostra provincia e a uno dei suoi valori fondamentali, il lavoro, una ancora più alta dignità culturale. Non da ultimo, creiamo i presupposti per un’ulteriore promozione del nostro territorio, anche a quelle latitudini, come è il caso di Busto Arsizio, nelle quali sarebbe viceversa difficile sviluppare una tradizione turistica».
«E’ un onore che il nostro amatissimo Museo del Tessile, affascinante narratore della grandezza bustocca, ne sia il capofila. Il nostro territorio – prosegue Maffioli – si è sempre distinto e ancora si distingue per la sua operosità e i musei industriali ne sono la testimonianza: scrigni, contemporaneamente, di sapere e saper fare, che, per effetto della Rete, acquisiscono una voce ancora più forte».
Manuela Maffioli, assessore e vicesindaco di Busto ArsizioLe finalità dell’accordo di rete tra i Musei industriali
la valorizzazione dei beni culturali legati alla tradizione industriale della provincia;
la razionalizzazione delle risorse strumentali, finanziarie e umane;
la valorizzazione del rapporto tra Musei e territorio e l’incremento della fruizione delle collezioni;
la condivisione di informazioni, “best practices” e attrezzature tra gli enti della Rete per la realizzazione di progetti comuni;
la gestione coordinata delle attività di comunicazione e la visibilità dei singoli Musei
le attività di fundraising;
i servizi di didattica museale;
l’aggiornamento del personale;
le politiche e le iniziative di studio e ricerca sulla tradizione e la storia del lavoro dell’artigianato e dell’industria, nel territorio di competenza.
La rete non intende sovrapporsi all’autonoma programmazione dei singoli musei ma ha l’obiettivo di potenziarne l’attività anche attraverso la comunicazione coordinata delle iniziative e l’ideazione di progetti comuni.
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