Bruno Armirail, il gregario che di colpo si ritrova in maglia rosa. “Inimmaginabile”
A disposizione di Thibaut Pinot, nella quattordicesima tappa puntava a entrare nella fuga. Era l'attacco giusto: inaspettatamente si è ritrovato in cima alla classifica generale. È il primo francese in rosa dal 1999
Il suo idolo, quando era agli inizi, era Alberto Contador, maglia rosa nell’ultimo arrivo di tappa in provincia di Varese, nel 2008.
E adesso, sul palco delle premiazioni a Cassano Magnago, il francese Bruno Armirail veste la stessa maglia rosa. «Non avrei mai immaginato di essere in rosa oggi, non pensavo fosse il mio turno» ha detto quasi incredulo al traguardo.
Merito di una fuga inattesa e anche un po’ della desistenza della Ineos di Geraint Thomas. «Sarò il miglior gregario» diceva solo qualche giorno fa Armirail. E invece ora si ritrova in rosa. «Il gregario è il mio ruolo» chiarisce subito. «Non ho mai vissuto una cosa così, non ho mai avuto il privilegio, è qualcosa di eccezionale».
L’aspettativa non era certo quella di indossare il simbolo del primato: «Oggi pensavo a fare il massimo per entrare nella fuga». La fuga è uscita, corposa come non mail 19 corridori. Temperature basse sul Sempione, poi ancora un centinaio di chilometri tra pianura e un finale movimentato da curve e strappi.
Prendere la rosa però «era inimmaginabile, con 18 minuti e mezzo di distacco» da Geraint Thomas. Il gruppo si è fatto un po’ sorprendere, poi la stessa «Ineos ha lasciato fare», ammette Armirail.
Nativo di Tarbes in Occitania (cittadina vicino ai Pirenei, ma più dedita al rugby), Armirail sa dire in italiano solo “grazie”, anche se la sua compagna è di Pordenone. Lei gli insegnerà qualcosa di più, anche se sicuramente sa già dire anche una coppia di parole in più, “maglia rosa”.
È il primo francese in rosa dal 1999: quasi un quarto di secolo è passato da quando in cima alla classifica c’era Laurant Jalabert. Armirail aveva cinque anni. «Ho iniziato tardi, a quindici anni e prima non mi interessavo. Il mio idolo? Era Contador, mi spiace se non parlava francese».
Adesso si gode la maglia rosa, fosse anche solo per un giorno. «So già che non riuscirò a vincere. Non ho ancora visto i compagni, ma bisogna essere realisti: Thibaut è uno scalatore e lavoreremo per lui». Però poi ammette: «Non mi dispiacerebbe arrivare al giorno di riposo ancora con la maglia».
GIRO D’ITALIA SU VARESENEWS – In collaborazione con Eprom Solutions, Finazzi Serramenti, Ottica Nicora
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