Naufragio con 4 morti sul lago Maggiore, indagato lo skipper per omicidio e naufragio colposo
Il punto sulle indagini mentre il relitto non è ancora completamente riemerso. La Procura attende di poterlo ispezionare mentre si cerca di delimitare il perimetro delle indagini
Sono ancora tutti da chiarire i dubbi intorno al naufragio avvenuto sul lago Maggiore la sera di domenica davanti alla spiaggia di Lisanza, nel comune di Sesto Calende. Il sostituto procuratore titolare delle indagini, Massimo De Filippo, sta ancora raccogliendo tutti gli atti per delimitare il perimetro dell’inchiesta che, ad oggi (martedì), è ancora contro ignoti.
La figura principale della vicenda, comunque, rimane lo skipper Claudio Carminati al quale era affidata la responsabilità della gestione dell’imbarcazione e che in serata è stato iscritto ufficialmente nel registro degli indagati: le ipotesi di reato sono omicidio colposo e naufragio colposo.
I principali nodi da sciogliere sono due: la questione dei dispositivi di sicurezza sulla barca e il quadro normativo per la navigazione sui laghi
Per quanto riguarda il primo aspetto la Procura sta attendendo il recupero dell’imbarcazione che sta proseguendo dopo il primo tentativo di ieri con i palloni che sono riusciti a farla muovere ma non a farla riemergere. Oggi è riemersa solo in parte ma solo domani, con la ripresa delle operazioni, si conta di farla uscire completamente dall’acqua.
Solo da una attenta analisi del natante e delle sue dotazioni si potrà iniziare a capire se vi è qualche profilo di responsabilità. Il fatto che sull’imbarcazione ci fossero più persone del consentito (ufficiosamente si parla di un massimo di 15 persone ma ce ne sarebbero state 23) non è di per sé sufficiente a definire una responsabilità. Bisognerà capire se, in base all’evento atmosferico avvenuto, la dotazione di sicurezza sarebbe stata sufficiente a salvare le persone.
L’altro aspetto tutto da chiarire è quello legato alle regole che governano la navigazione in acque interne. Esiste una Guardia Costiera ma vanno chiariti quali siano gli obblighi, in ambito di allerte meteo, da parte di chi naviga e se vi è un’autorità che comunichi ufficialmente un ordine di rientro delle imbarcazioni. Quel che è certo è che un’allerta meteo era stata diffusa dalla Protezione Civile regionale e che molte imbarcazioni stavano facendo rientro nei porti.
Al centro il sostituto procuratore Massimo De FilippoTAG ARTICOLO
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