Primo segnale extraterrestre previsto in arrivo sulla Terra oggi alle 21:16. Siamo pronti?

Oggi, 24 maggio, tre radiotelescopi tra Italia e Stati Uniti punteranno le antenne verso Marte per captare un messaggio che ha dell'incredibile, e il pubblico di tutto il mondo sarà chiamato a prendere parte alla decodifica del messaggio

Generico 22 May 2023

La ricezione di un messaggio criptato dallo spazio è il culmine del progetto “A sign in space” dell’artista Daniela de Paulis, in collaborazione con Inaf, Esa, Seti Institute e Green Bank Observatory.
Oggi, 24 maggio, tre radiotelescopi tra Italia e Stati Uniti punteranno le antenne verso Marte per captare un messaggio che ha dell’incredibile, e il pubblico di tutto il mondo sarà chiamato a prendere parte alla decodifica del messaggio.

Cosa potrebbe succedere all’umanità se dovesse arrivare un segnale da una civiltà extraterrestre? La probabilità che vi siano altre forme di vita nell’universo è infinitamente alta, tanto quanto è infinitamente bassa la probabilità che ci incontriamo. Rimane lo scenario di un messaggio interplanetario. Siamo capaci e pronti a captarlo? Chi e come potrebbe capirlo, senza cadere nel più banale antropocentrismo? Quanto tempo ci vorrebbe? Che cosa cambierebbe se sapessimo veramente che non siamo più “soli”?

Varesenews ha lanciato la notizia ieri, perché l’Italia c’entra. C’entra sempre quando si tratta di affrontare situazioni nuove, “mai viste prima”. Nelle precedenti non è andata benissimo.
Cristoforo Colombo è arrivato nelle “Indie”, dando il via a uno dei più massicci genocidi della storia umana. Il Covid-19 è “atterrato” a Codogno il 21 febbraio 2020, facendo conflagrare la vera Prima Pandemia Globale. Oggi, uno dei tre telescopi pronti a ricevere il messaggio è a Medicina, a 30 chilometri da Bologna. L’artista interdisciplinare Daniela de Paulis è coordinatrice dell’area Space & Society del Centro di ricerca InCosmiCon, afferente al Dipartimento di Scienze umane e innovazione per il territorio dell’Insubria e diretto dal professor Paolo Musso, che è anche membro del Team of Advisors dell’evento.

I numeri.
I progressi compiuti negli ultimi 30 anni hanno accresciuto l’entusiasmo nella ricerca di ET. Dal 1992, quando gli astronomi hanno confermato per la prima volta l’esistenza di un pianeta oltre il sistema solare, sono stati rilevati più di 5.000 di questi mondi. Gli scienziati ora sospettano che la maggior parte dei 300 miliardi di stelle della Via Lattea ospitino una propria famiglia di pianeti.

“Quando le persone dicono che non pensano che ci sia vita là fuori, stanno davvero andando controcorrente rispetto all’opinione scientifica”, afferma lo scienziato linguista computazionale John Elliott, dell’Università di Saint Andrews, dove c’è uno dei centri di analisi che si stanno preparando a quello che deve accadere dopo la ricezione del messaggio. L’innovazione tecnologica nel settore dei telescopi sta aprendo sempre di più la possibilità di captare segnali anche molto deboli da molto lontano, ad esempio vedere cosa accadde all’inizio dell’universo e ascoltare una conversazione al telefono sulla Luna. E siamo solo all’inizio.

La distanza conta. È probabile che qualsiasi alieno intelligente si trovi a centinaia se non a migliaia di anni luce di distanza, il che significa che il tempo di comunicazione sarebbe sulla scala di molti secoli. Le grandi distanze tra le stelle significano che le interazioni potrebbero aver luogo nel corso di generazioni. E questo presupponendo che la civiltà non si sia estinta nel tempo impiegato dal messaggio per raggiungerci.

Gli scenari.
Gli scienziati ritengono (e sperano) che il contenuto di un messaggio mandato consapevolmente possa essere un “manuale di comunicazione”, cioè contenga la struttura e la sintassi per permettere a chi lo riceve di decodificarlo e rispondere reciprocamente in modo intellegibile. Il primo ordine di problemi è captare, il secondo è eliminare i falsi, e fin qui potrebbe non essere impossibile. La vera sfida arriva dopo. Chi e come gestisce il processo? Chi decide se e cosa rispondere? Come prevenire una cacofonia di iniziative, da parte di privati o singoli Stati? O peggio, che qualcuno si appropri dei dati senza condividerli?

I benefici.
L’opportunità di questa performance globale che unisce meravigliosamente arte e scienza va al di là del contenuto astrofisico. Si tratta di una grande esercitazione esistenziale e pratica allo stesso tempo. Ci alleniamo da una nuova prospettiva a rispondere alla domanda di sempre: chi siamo noi veramente? Come facciamo a imparare a gestire un mondo condiviso in modo più armonico, o perlomeno meno autodistruttivo? Le lezioni di questo progetto possono anche aiutarci ad affrontare la prossima crisi globale.
“Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra”, Margherita Hack.

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Pubblicato il 24 Maggio 2023
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