Urina in cortile poi la zuffa col vicino di casa a Varese che scende armato
I fatti si riferiscono al maggio di tre anni fa e arrivano oggi davanti al giudice. Tensione in aula, poi il colpo di scena
Parcheggi rubati e dispute di vicinato riempiono i tribunali e purtroppo anche i pronto soccorso: l’idea di non poter esercitare la propria influenza su qualcosa che si ritiene di proprietà esclusiva – che si tratti di un posto “strisce bianche” o l’uso di uno spazio appena fuori casa – riduce alcuni in una condizione pericolosissima, con fare aggressivo, violento e che può portare a conseguenze inimmaginabili.
Un po’ come quanto avvenuto in un condominio di Varese il 12 maggio del 2020. Quel giorno di tre anni fa tutto è partito per un giovane (23 anni al momento dei fati) che avrebbe urinato nel cortile, vicino ad un garage utilizzato da un condomino cinquantasettenne che vedendolo ha optato per passare alle vie forti: «Adesso scendo».
L’uomo infatti è sceso, secondo quanto ricostruito nell’atto di accusa, ma armato di uno sfollagente, un manganello in metallo. E lì sono cominciati i guai. Primo: perché uscire di casa con quell’arma integra di per sé un reato (articolo 4 legge 110 del 1975: “Porto di armi od oggetti atti ad offendere“). Secondo: perché usare lo sfollagente per colpire un’altra persona (alla nuca e dietro la spalla: 7 giorni di prognosi) configura anche in questo caso un reato, cioè quello di «lesioni». Lesioni sono quelle che venivano contestate anche all’altro soggetto finito di fronte al giudice monocratico nella mattinata di martedì dal momento che il ragazzo non stato a prenderle ma ha risposto prima a parole («ti ammazzo»), poi colpendo l’uomo con calci e pugni anche al torace giudicati guaribili in 10 giorni.
Tutto finito? Macché: in quel frangente si intromise anche la madre del ragazzo che proferì minacce pesanti rivolte all’uomo che aveva colpito suo figlio, finendo anch’essa denunciata per minacce. Il fatto non è stato tuttavia discusso nell’udienza in programma – dove si sono registrati momenti di tensione fra le parti – alla luce del fatto che sono state ritirate le querele sporte ai tempi, facendo decadere la necessità di discutere il processo.
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