Anaao: “La sanità pubblica è un malato che ha bisogno di una terapia urgente e appropriata”
Nel consiglio nazionale si sono evidenziati i problemi che portano i medici ad andarsene dalle strutture della sanità pubblica in cerca di miglior organizzazione, meno burocrazia. Segnalati i rischi delle cooperative connessi allo smantellamento del SSN
Non è solo una questione di errori di programmazione ma anche di una governance con il ruolo dei professionisti all’interno che ha portato alla situazione odierna. Il Consiglio nazionale di ANAAO Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri in Italia, ha approvato la relazione politica presentata dal segretario nazionale in cui viene posto l’accento sulla grave situazione che sta vivendo la sanità pubblica. .
Nel documento emerso alla fine dei lavori, il sindacato sottolinea la difficile situazione in cui versa la sanità pubblica: « Il Consiglio Nazionale ritiene ormai evidente che lo stato della sanità pubblica nel nostro paese è quello di un malato bisognevole di terapia urgente e appropriata. La privatizzazione dei servizi sanitari è un fatto comune a tutte le Regioni, come la crescita dei tempi di attesa che non permette di recuperare le decine di milioni di prestazioni ancora da erogare, lasciando a gran parte della popolazione la scelta tra aspettare o pagare. La mortalità per tumori è segnalata in crescita anche per i ritardi nei tempi di diagnosi e di terapia».
«La narrazione della carenza di medici non può essere ridotta a errori di programmazione, che pure ci sono stati. Essa attiene anche alla governance delle aziende, al ruolo dei professionisti al loro interno, alla struttura e tempistica dei contratti di lavoro. Perché chi fugge cerca, anche se non soprattutto, orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia, un ambiente di lavoro che valorizzi le loro competenze e permetta, soprattutto alle donne che nella Dirigenza medica e sanitaria hanno sorpassato gli uomini, anche tra i nostri iscritti, di dedicare più tempo alla propria vita privata. La soluzione non può essere individuata nelle esternalizzazioni, nelle cooperative, nel privato, fino ad arrivare a una vera e propria sostituzione di sistema con lo smantellamento del SSN. O limitarsi a semplici promesse di “un maggior finanziamento per retribuire meglio gli operatori sanitari. Non esiste la sanità senza ospedali e non esistono ospedali senza medici».
«Il miglioramento delle condizioni di lavoro – aggiunge il sindacato – passa inevitabilmente attraverso modifiche legislative e contrattuali. A tal proposito il Consiglio Nazionale esprime la propria insoddisfazione per lo stato delle trattative per il rinnovo del Ccnl 2019-2021 segnato dal rifiuto della controparte regionale di accettare miglioramenti nomativi in una tornata contrassegnata da un livello economico incapace di assicurare perfino il recupero del potere d’acquisto degli stipendi. E intanto manca ancora il finanziamento del Ccnl 2022-2024 secondo gli indici previsti dalle leggi attuali. Appaiono difficilmente evitabili, perdurando lo stallo in atto, iniziative sindacali a difesa dei diritti del lavoro anche perché l’Anaao Assomed non si accontenterà di accordi al ribasso mirando a un contrasto coraggioso e innovativo capace di rispondere alle esigenze dei professionisti».
Il Consiglio Nazionale infine esprime la volontà di contrastare il progressivo declino della sanità universalistica, il disegno in atto di privatizzare la sanità italiana, iniettandovi generose dosi di mercato, di sostituire la necessaria stagione di assunzioni con il lavoro a cottimo e la ipocrisia di distinguere dentro un unico bilancio la spesa per il personale da quella per beni e servizi.
Il Consiglio Nazionale impegna gli organismi dirigenti a mettere in atto tutto quanto ritenuto necessario per raggiungere un obiettivo comune, salvare il Ssn con una chiara, forte e decisa idea: «il Servizio Sanitario Nazionale non si svende, si difende».
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