Varese
Eugenio Manghi, mezzo secolo di fotografia al Castello di Masnago
Noto fotografo e documentarista, in questa mostra antologica propone tre sezioni: una dedicata alla provincia canadese del Nunavut, una ai lavori dell’autore in Africa, Europa, Italia e Artico e l’ultima, invece, dedicata a Varese
Il 30 giugno alle 18.00 al Castello di Masnago è prevista l’inaugurazione della mostra “Eugenio Manghi. Mezzo secolo di fotografia” a cura del Comune di Varese, che proseguirà fino al 17 settembre.
Noto fotografo e documentarista, in questa mostra antologica propone tre sezioni: la prima venne realizzata ed esposta in anteprima dal FAI nel 1999, per celebrare la nascita della provincia canadese del Nunavut (La nostra terra, in lingua Inuit). Il Nunavut è un immenso territorio, esteso su tre fusi orari nel Canada nord-orientale, che Manghi ha visitato lungamente tra il 1994 e il 1999 per documentare la vita di queste minoranze, strenuamente aggrappate alla propria antichissima cultura ancestrale. Nella seconda sezione, le fotografie sono state scelte tra quelle prodotte in oltre 45 anni, cercando di rappresentare nel modo più adeguato il lungo lavoro dell’autore in Africa, Europa, Italia e soprattutto nell’Artico. In questa sezione sono presenti anche due “idrofanie”: ovvero immagini astratte, retroilluminate, realizzate con gli “Idrofoni” di Pietro Pirelli. Infine, l’omaggio di Manghi a Varese: nonostante Manghi abbia viaggiato molto e abbia fatto almeno due volte il “giro del Mondo” oltre il 60° parallelo, il suo amore e la sua attenzione per la Città Giardino lo hanno portato a un’immensa produzione di immagini su Varese e la sua provincia.
«Questa mostra – afferma l’autore – ha anche la caratteristica di “fotografare” la mia personale transizione dalla foto tradizionale, in pellicola, a quella digitale. Un passaggio che io considero quello dalla fotografia propriamente detta, al mondo dell’immagine. Col digitale non si fanno fotografie, si fanno piuttosto delle immagini che nascono per la post-produzione, per essere trasformate, per essere corrette, pulite e anche parzialmente rifatte. Niente di male in tutto questo, ma è necessario chiamare le cose con il proprio nome. Io non disdegno la fotografia digitale e non sono rimasto ancorato a quella tradizionale, ma amo pensare che siano due cose anche profondamente diverse».
«Un appuntamento – aggiunge Manghi – che aspettavo da almeno 30 anni, da quando cioè realizzai la mia prima mostra negli anni 80 alla palazzina comunale di via Sacco, quella che un tempo tutti chiamavano “videoteca”. Anche allora fu grazie all’Assessorato alla Cultura del Comune di Varese, cui oggi sono particolarmente riconoscente e che ha finanziato anche il catalogo. Questa mostra rappresenta per me un vero punto fermo su una professione/passione che ha animato e confortato il mio desiderio di espressione, di “partecipazione”, per così tanto tempo».
«La mostra allestita presso il Castello di Masnago – aggiunge l’assessore Enzo R. Laforgia – è il giusto riconoscimento ad un maestro della fotografia. Eugenio Manghi, pur girando per il Mondo, svelandone la bellezza, la ricchezza e la varietà delle culture che lo abitano, resta profondamente legato alla città di Varese, qui proposta in una apposita sezione: immagini intense e punti di osservazione originali, che evidenziano come anche il territorio in cui viviamo sia talvolta minacciato dall’incuria dell’uomo e per questo meriti la giusta attenzione ed una cura costante».
Visite guidate a cura dell’autore il 20 luglio dalle 17.00 alle 19.00 e il 17 settembre dalle 10.30 alle 12.30 con prenotazione su Eventbrite. Il 20 luglio alle ore 20.30 ci sarà la proiezione del documentario “Equilibria” realizzato da Manghi per Geo – Rai 3.
L’autore Eugenio Manghi
Eugenio Manghi è nato a Guastalla (RE, Italia) nel 1953; si è laureato in Fisica nel 1979 all’Università di Milano; inizia la carriera di fotogiornalista nel 1982 e nel 1987 è Pubblicista iscritto all’Albo nazionale dei Giornalisti e si distingue nella pubblicazione di servizi testo e foto di interesse naturalistico e ambientale sulle migliori riviste italiane e internazionali. Nel 1997 si avvicina alle produzioni video, realizzando il film-documentario “Nunavut, la Terra degli Inuit” (1997, 24′) pubblicato in allegato dalla rivista AIRONE. Nel 1999 fonda la casa di produzione White Fox Communications. Nel 2002 inizia a collaborare con RAI (Tg2 Dossier, TG1, RAI3, RAI1-Quark Atlante), con Mediaset (Trasmissione “TERRA!” di Canale 5) e con la RTSI (Radio e Televisione della Svizzera di lingua italiana). Ha realizzato circa 20 documentari di corto-medio metraggio, che hanno avuto menzioni, premi e riconoscimenti in tutto il Mondo. Collabora con le più importanti Istituzioni scientifiche italiane (CNR, ENEA, diverse Università, Fondazione CIMA e altre) per la realizzazione di documentari a carattere scientifico-divulgativo. Ha pubblicato oltre 20 libri fotografici, di divulgazione scientifica e saggi.