Il Ministero dà il via libera al Masterplan Malpensa. Ma senza consumo di suolo sulla brughiera
Il parere ministeriale accoglie una prescrizione che chiede la salvaguardia della brughiera, su cui doveva espandersi l'area cargo dell'aeroporto. Le associazioni ambientaliste cantano vittoria
Il Masterplan di Malpensa può andare avanti, ma lo sviluppo dovrà avvenire dentro all’attuale sedime dell’aeroporto intercontinentale di Milano.
Il Ministero dell’Ambiente ha infatti decretato il “giudizio di compatibilità ambientale del progetto” accogliendo anche la prescrizione che non intacchi “habitat naturali o seminaturali di brughiera”. Vale a dire escludendo quell’espansione su area di 44 ettari che era prevista fuori dalle reti di Malpensa a Sud, in territorio di Lonate Pozzolo.
Le associazioni e comitati parlano di «vittoria» di fronte a un parere che prevede lo sviluppo ma senza che si intacchi la brughiera del Gaggio, per cui c’era stata una vasta e lunga mobilitazione durata anni.
Per capire il parere si deve guardare al Decreto ministeriale ma poi anche alle prescrizioni della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS, emesse il 21 aprile 2023 e rese note ora. A pag. 257 delle prescrizioni infatti si legge:
“Commissione Tecnica per la Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS, per le ragioni in premessa indicate sulla base delle risultanze dell’istruttoria che precede, e in particolare i contenuti valutativi che qui si intendono integralmente riportati quale motivazione del presente parere, esprime il seguente MOTIVATO PARERE favorevole alla compatibilità ambientale, comprensiva della valutazione di incidenza, del progetto “Aeroporto di Milano Malpensa – Masterplan 2035”, subordinatamente al rispetto di soluzioni progettuali che non comportino deterioramento o, massimamente, sottrazione, né temporanea né a maggior ragione permanente, di habitat naturali e seminaturali di brughiera, e a quanto prescritto nelle condizioni, anche di indirizzo, sotto indicate. Il Parere è favorevole a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni ambientali:
Condizione ambientale n. 1 – Oggetto della prescrizione Quanto all’intervento c.d. “Cargo City”, stante la maggiore invasività dell’alternativa progettuale n. 7 in termini sia di consumo di suolo sia di habitat di Brughiera, tale da minare ulteriormente le funzioni di connettività ecologica del corridoio rappresentato ID_VIP 4217- Istruttoria – VIA – Aeroporto di Milano Malpensa – Masterplan 2035 dalle aree del Parco del Ticino, dovrà essere percorsa e sviluppata una differente alternativa (tipo 2 o 2A), non insistente sulle aree a brughiera c.d. del Gaggio o di Tornavento, più aderenti all’attuale perimetro aeroportuale, quali quelle denominate “2” e “2a”, sviluppandone il progetto esecutivo.“
«Un parere che aspettavamo da tempo – affermano a caldo le associazioni – La Cargo City potrà espandersi solo nel sedime interno all’aeroporto. La battaglia per salvare l’ultimo lembo della brughiera più meridionale d’Europa, un ambiente prezioso e insostituibile, è stata vinta e ripaga degli sforzi fatti. Adesso aspettiamo la costituzione del SIC per una tutela definitiva e per frenare l’impermeabilizzazione del territorio nel Parco del Ticino».
L’espansione che era prevista fuori dalle reti dell’attuale aeroporto, nella zona SudMa non solo: le associazioni sottolineano anche un passaggio che riguarda un’altra questione che sta a cuore alle sigle ambientaliste: «la Commissione ministeriale – proseguono le associazioni – auspica anche che la Regione Lombardia assuma le decisioni in merito alla proposta di Istituzione del SIC/ZPS “Brughiere di Malpensa e Lonate” per il quale, in data 26 luglio 2022, la Comunità del Parco lombardo della Valle del Ticino ha comunicato di aver avviato l’aggiornamento dell’istruttoria tecnica».
Oltre che dal proponente – Sea, gestore dello scalo – il progetto di ampliamento è sostenuto anche dal mondo economico, che ritiene fondamentale un aumento della capacità del cargo per sostenere lo sviluppo del settore logistico, individuato come asse di crescita centrale anche per la provincia di Varese.
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