Nuovi dispositivi per il controllo del diabete: Regione Lombardia vuole distribuirli in modo capillare

Studi compiuti mostrano che già a tre-sei mesi dall’utilizzo dei dispositivi in maniera continuativa si registra una significativa riduzione dell’emoglobina glicata e una riduzione delle ospedalizzazioni per complicanze acute della malattia

convegno sul diabete

Nuovi e moderni dispositivi per il monitoraggio dei livelli glicemici, distribuiti in modo sempre più capillare sul territorio, tramite la rete delle farmacie e al servizio dei pazienti diabetici lombardi.

È l’obiettivo su cui sta lavorando la Lombardia,  regione italiana con il maggior numero assoluto di persone malate di diabete in Italia: un diabetico su sette, infatti, vive nel territorio lombardo, dove risiedono circa 570mila dei 4 milioni di malati di diabete stimati nel nostro paese. Di questi, uno su 3 vive a Milano città. Secondo i dati elaborati dall’ATS Città Metropolitana di Milano, infatti, nel capoluogo lombardo sono oltre 180.000 le persone con diabete noto e diagnosticato e circa 60.000 le persone che non sanno di averlo.

La spesa sanitaria pro-capite ammonta ogni anno a circa 3mila euro, pari a oltre 1 miliardo e mezzo di euro complessivamente a carico del SSR.

Un importo, tuttavia, che potrebbe sensibilmente ridursi, grazie alla diffusione capillare dei nuovi device sanitari per il monitoraggio continuo della glicemia (Continuous Glucose Monitoring – CGM)  come confermato nel corso di un  Forum svoltosi a Milano  alla presenza di esperti di farmacoeconomia, clinici, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di pazienti

L’incontro, dal titolo “Lotta al diabete – Innovazione possibile e nuovi modelli di governance sanitaria in Regione Lombardia”, organizzato da Italian Health Policy Brief con il contributo non condizionante di Abbott, è stato occasione per fare il punto sulla malattia in Regione e dopo l’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale, della mozione 808/2022 concernente le misure dedicate ai pazienti diabetici per migliorare l’accesso ai device sanitari per il monitoraggio continuo della glicemia (Continuous Glucose Monitoring – CGM).

La mozione, nel dettaglio, impegna la Giunta a:

  • valutare la possibilità per i pazienti diabetici di ritirare i device CGM anche presso strutture alternative, quali farmacie e case di comunità;
  • valutare la possibilità di prevedere una fornitura che abbia durata annuale, o almeno semestrale;
  • valutare di prevedere, nell’ambito della fornitura temporale, la possibilità di implementare il numero dei singoli device CGM e degli infusori di insulina forniti per sopperire a tutte quelle situazioni di criticità, dunque necessità, che possono venire a formarsi;
  • valutare la possibilità di sviluppare corsi di formazione e informazione immediata e sistemica per i medici di medicina generale sui benefici che l’utilizzo di questi device innovativi procurano alla qualità di vita dei pazienti.

Fra le risultanze più importanti del progetto, un significativo miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti, una riduzione delle ospedalizzazioni e un risparmio, in termini di costi di gestione, che potrebbe arrivare fino a circa 33 milioni all’anno per il SSR.

I DISPOSITIVI – Attualmente sono disponibili due tipi di sistemi per il monitoraggio della glicemia: il CGM in tempo reale (real time Continuous Glucose Monitoring, rt-CGM) e i sistemi di monitoraggio intermittente del glucosio (intermittently scanned Continuous Glucose Monitoring is-CGM) chiamato anche monitoraggio flash del glucosio. Questi ultimi dispositivi, i sistemi isCGM, sono oggi disponibili e già utilizzati da una ampia parte della popolazione diabetica in Italia, sia pazienti di tipo 1 che pazienti tipo 2, grazie ai significativi benefici clinici mostrati insieme alla sostenibilità per il SSN con costi di acquisizione più sostenibili.

Come sottolineato durante il Forum da Stefano Genovese, Responsabile Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie metaboliche, IRCCS, Cardiologico Monzino, le evidenze cliniche si riscontrano sia sulla glicata sia sulle metriche del glucosio. Studi compiuti su decine di migliaia di pazienti mostrano, infatti, che già a tre-sei mesi dall’utilizzo dei dispositivi in maniera continuativa si registra una significativa riduzione dell’emoglobina glicata oltre ad una riduzione delle ospedalizzazioni per complicanze acute della malattia. Queste evidenze si hanno non solo nella popolazione in terapia insulinica multiniettiva, ma anche in trattamento con sola insulina basale.

Quel che accade, con i sistemi innovativi di monitoraggio, è dunque una ottimizzazione a 360° nella gestione della malattia e un miglioramento, dal lato clinico, della presa in carico del paziente con la possibilità di stratificare il paziente stesso in base al rischio. Obiettivi che vanno nella direzione delle linee guida di Regione Lombardia ricordate dal consigliere Marco Bestetti, della Commissione Permanente sulla Sanità, di “andare verso una presa in carico dei pazienti sempre più all’altezza delle aspettative”.

L’UTILIZZO E LE CRITICITÀ – Al momento, come ricordato dalla Dott.ssa Emirena Garrafa, Consigliera dell’Associazione diabetici della provincia di Brescia, si tratta purtroppo di strumenti ancora poco utilizzati a livello nazionale e regionale, come riportano i dati ARNO, dove si registra una spesa totale per diabete, in questo tipo di dispositivi, sostanzialmente stabile passando dal 4% del 2019 al 6% del 2022.

Fra le motivazioni che stanno alla base di un utilizzo ancora così contenuto il costo, il fatto che si tratta di dispositivi che rendono immediatamente riconoscibile il malato e la necessità di una adeguata formazione per il paziente ed il suo caregiver per un corretto utilizzo.

Tutti aspetti comunque trascurabili rispetto ai vantaggi per la salute dei pazienti, e che debbono essere superati, come ricordato proprio da Garrafa, con operazioni sempre più mirate di sensibilizzazione e di formazione alla tecnologia, e magari portando avanti agevolazioni per chi ne fa utilizzo, come ad esempio una riduzione del numero di visite ed esami di controllo obbligatori.

IMPATTO ECONOMICO – Come sottolineato da Davide Croce, direttore del Centro sull’Economia e il Management nella Sanità e nel Sociale (CREMS), in Regione Lombardia circa 100.000 pazienti diabetici sono eleggibili all’utilizzo dei nuovi dispositivi. Oggi sono 25.000 i pazienti diabetici utilizzatori, ma ci si aspetta che in 2 anni, grazie anche ad una diffusione capillare della distribuzione sul territorio, possano quasi raddoppiare arrivando a 45.000 considerando un andamento lineare. Andando a valutare l’attuale costo di approvvigionamento e dispensazione a carico del SSR, il modello restituisce uno scenario in cui il risparmio in termini di costi di gestione potrebbe arrivare fino a circa 33 milioni all’anno per il SSR.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Giugno 2023
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