Oltre 380mila assunti in Lombardia nei primi tre mesi del 2023. Varese tra le province virtuose
Rappresenta il terzo miglior risultato della serie storica dopo il secondo e il primo trimestre del 2022. Il saldo positivo dell’occupazione dipende dalle assunzioni a tempo indeterminato
Dopo due trimestri in calo torna a rialzarsi il numero degli assunti, riavvicinandosi al picco storico raggiunto nel secondo trimestre del 2022. Il primo trimestre del 2023 con 384.196 assunzioni rappresenta il terzo miglior risultato della serie storica dopo il secondo e il primo trimestre del 2022.
(nella foto un lavoratore della metalmeccanica Cumdi srl di Germignaga)
Il saldo degli occupati di 82.543 unità, è il secondo miglior risultato della serie storica, dopo quello del primo trimestre 2018, comunque più alto di appena 3.300 unità. Nell’anno il saldo degli occupati è di 104.721, in miglioramento rispetto al IV trimestre del 2022, ma inferiore ai trimestri precedenti a partire dal terzo trimestre del 2021. L’incidenza del dato dei nuovi occupati in Lombardia sul dato nazionale (473.991) scende di un punto, dal 23% al 22,1%. Il saldo positivo dell’occupazione dipende, come per i due trimestri precedenti, soprattutto dalle assunzioni a tempo indeterminato, sia considerando il trimestre, che l’anno aprile 2022/marzo 2023, ossia il dato trimestrale annualizzato. Nel primo caso l’incidenza dei nuovi occupati a tempo indeterminato sul totale del saldo è del 60,2%, nel secondo del 94,76%, con un miglioramento del 15% sul dato annualizzato del trimestre precedente.
Come per i periodi precedenti il saldo positivo tra i lavoratori a tempo indeterminato è dovuto alle trasformazioni dei contratti a termine (184.328), che nel primo trimestre 2023 superano il valore annualizzato del trimestre precedente (179.618), che era il più alto di tutta la serie storica. Continua con costanza, ma anche con lentezza, la risalita del saldo occupazionale dei contratti di apprendistato, che arriva a 5.018, un dato in crescita progressiva dal secondo trimestre del 2020, ma ancora lontano dai valori del dato pre-pandemico, sempre superiore alle 10.000 unità.
Nonostante l’alto numero di trasformazioni, tutte le tipologie dei contratti temporanei mantengono comunque un seppur debole saldo positivo, tranne i somministrati che entrano in territorio negativo. Passando ad analizzare il tendenziale delle differenze di genere, di età e di cittadinanza, continua il miglioramento dell’occupazione di donne, giovani e immigrati iniziato nel 2021, seppur in flessione rispetto al dato dell’anno precedente.
Nel saldo di genere continua il recupero dell’occupazione femminile, che si avvicina decisamente al saldo occupazionale maschile, rispettivamente il 48,5% e il 51,5% del saldo totale. Il saldo occupazionale maschile, resta comunque nell’ordine dei saldi precedenti al 2020. Nell’analisi dei saldi occupazionali per età, continua a viaggiare su valori molto alti, rispetto alla serie sterica, il saldo dei giovani, si mantiene su valori vicini a quelli del periodo pre-pandemico il saldo delle età intermedie, continua il miglioramento frazionale del saldo negativo dei lavoratori anziani, che resta ancora lontano però dal recupero dei valori del periodo anteriore al 2019.
Anche sul fronte delle nazionalità c’è un rallentamento rispetto al 2021, ma molto più contenuto per gli stranieri, per i quali il saldo occupazionale annualizzato del primo trimestre del 2023 è il miglior risultato della serie storica dopo quello del 2021. Considerando le imprese e i settori, si prolunga il miglioramento iniziato dalla primavera del 2021.
Nelle classi dimensionali di impresa continua un andamento sostenuto dell’occupazione nelle classi di impresa fino a 99 dipendenti, pur in flessione rispetto allo stesso trimestre del 2022. La flessione è più accentuata nelle imprese maggiori, con valori comunque vicini a quelli precedenti la pandemia.
Tutti i settori restano in zona positiva tranne le attività finanziarie, comunque in miglioramento sugli anni precedenti, e le attività varie. Migliorano il saldo rispetto all’anno precedente agricoltura e industria, quest’ultima con il miglior risultato della serie storica nel primo trimestre dell’anno. Costruzioni e tutte le attività terziarie, sia private che pubbliche, sono invece in calo rispetto all’anno precedente.
Considerando infine i dati della città metropolitana e delle province lombarde abbiamo andamenti occupazionali positivi, ma in flessione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Milano, che continua ad assorbire il 56% del saldo occupazionale regionale, pur calando del 19% sullo stesso trimestre annualizzato dell’anno precedente, raggiunge il terzo risultato della serie storica, dopo quelli del 2022 e del 2016.
Come Milano fanno bene Como, Cremona, Lodi, Sondrio e Varese, tutte province che si mantengono su valori uguali o migliori di quelli pre-pandemici. Su valori più deboli si posizionano le altre province, Bergamo, Brescia, Lecco, Mantova, Monza-Brianza e Pavia.
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