Tanti “cervelli in fuga”, pochi in arrivo. “Serve rendere l’Italia un contesto adatto alla crescita”
Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione, deputata, ricercatrice e docente universitaria, è intervenuta a Gallarate in un incontro per analizzare un fenomeno spesso descritto solo in termini negativi: la scelta di tanti giovani italiani con buona formazione di lasciare il Paese per l'estero
«Talvolta l’opinione pubblica si riferisce ai cervelli in fuga come a dei traditori della Patria. Questo non è accettabile, ma non lo è neppure raccontare una storia in cui i giovani sono inermi vittime delle circostanze» dice Giulia Pastorella, deputata, consigliere comunale di Milano e vicepresidente nazionale di Azione.
La deputata, ricercatrice e docente con esperienze a Londra e a Sciences Po, è intervenuta giovedì 22 giugno a Gallarate, in un incontro organizzato da Azione dal titolo: “Liberi di crescere. Come liberare le giovani energie che abbiamo e come attrarne di nuove”, ospite
«L’Italia è colpita dal fenomeno quanto gli altri grandi Paesi europei, ma da noi i dati su emigrazione qualificata e scarsità di laureati richiedono un’attenzione particolare. Inoltre, ad aggravare il quadro c’è il fatto che, a fronte di chi parte, sono pochi i talenti esteri che riusciamo ad attrarre».
Grazie alla moderazione di Anna Agosti, assessore ai Servizi Sociali, Sport e Cultura di Galliate Lombardo si sono passati in rassegna i temi del libro di Pastorella, “Exit Only. Cosa sbaglia l’Italia sui cervelli in fuga”, ovvero la cosiddetta “Fuga dei cervelli” e tutte quelle condizioni socioeconomiche e culturali che rendono l’Italia un contesto ancora in larga parte sfavorevole per la crescita professionale dei giovani. Centrale il momento dell’ingresso nel mondo del lavoro, in Italia ancora troppo poco meritocratico e spesso incapace di offrire opportunità in linea con le aspettative retributive dei ragazzi e con le sfide globali della transizione digitale.
«Si può parlare di questi temi in tanti modi. Grazie all’aiuto dell’on. Pastorella, abbiamo compreso che si tratta di un fenomeno complesso, ma non necessariamente di un problema» aggiunge Anna Agosti. «Può avere anche diversi risvolti positivi, non da ultimo l’ampliamento del bagaglio di competenze dell’espatriato. Il problema è semmai l’unidirezionalità dei flussi in uscita, che impedisce all’Italia di trasformare la “fuga” in circolazione di talenti. Abbiamo anche approfondito le cause strutturali di questo fenomeno. Difficoltà d’ingresso nel mercato del lavoro, precarietà, scarso riconoscimento dei titoli di studio, salari bassi e ridotto potere d’acquisto, investimenti ridotti in ricerca e sviluppo sono tutti aspetti che ancora rendono eccessivamente faticoso per un giovane italiano affermarsi ed emanciparsi restando qui in Italia»conclude.
«Azione è nata per mettere al centro il futuro e non per affermare appartenenze. Per questo tutto il nostro impegno è rivolto a rimuovere gli ostacoli alla crescita dei ragazzi. La sfida è tanto politica, quanto educativa e culturale. In questo senso noi possiamo promuovere momenti come quello di ieri, ma al contempo ascoltare tutti i soggetti interessati (scuole di diversi gradi, le imprese e soprattutto i giovani), continuare a studiare e provare poi a fare in qualche modo la differenza» aggiunge Giacomo Cattaneo, coordinatore di Azione nella città di Gallarate. Presenti tanti giovani e meno giovani giunti dalla provincia di Varese e anche da Milano per partecipare a questo evento. Tra gli altri, anche i membri della lista civica “Più Gallarate”, tra cui la consigliera comunale Sonia Serati.
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