Ultima tappa di Lombardia Coop to Coop: da Calusco a Lecco attraverso il suggestivo corso dell’Adda
Ventidue chilometri pieni di meraviglia chiudono la tre giorni di "Lombardia Coop to Coop" lungo due corsi d’acqua ricchi di storia e di natura
Ventidue chilometri pieni di meraviglia chiudono la tre giorni di “Lombardia Coop to Coop” lungo due corsi d’acqua ricchi di storia e di natura. Il percorso da Calusco d’Adda a Lecco ha stupito tutti. «Si fa perfino fatica a scegliere un tratto del fiume come preferito tanto è bello il paesaggio» raccontano i pellegrini.
La giornata di domenica 11 giugno è iniziata presto, con partenza intorno alle 8. Il gruppo si è diretto verso il ponte di San Michele per riprendere la ciclabile e ha così potuto ammirare l’imponente opera che li ha lasciati a bocca aperta.
Costruito tra il 1887 e il 1889 dalle “Officine di Savigliano” su progetto dello svizzero Jules Röthlisberger, il ponte è considerato un capolavoro di ingegneria con i suoi 266 m di lunghezza, un’altezza di 85 m sul livello del fiume e una campata centrale principale di ben 150 m di luce che sostiene, tramite 7 piloni sempre in ferro, un impalcatura a due livelli di percorribilità, ferroviario e stradale.
La struttura è interamente chiodata con la stessa tecnica della Torre Eiffel di Parigi. Il ponte è il maggiore monumento italiano dell’architettura in ferro dell’800 e rappresenta una fondamentale testimonianza nella storia della Scienza delle Costruzioni in quanto per i calcoli di stabilità della struttura fu applicata per la prima volta la teoria dell’ellisse di elasticità basata sulla proporzionalità tra sforzi e deformazioni. Dopo l’entrata in funzione nel 1898 della centrale idroelettrica A. Bertini di Porto d’Adda, la Società Edison, tra il 1910 e il 1920 costruì in questo tratto dell’Adda la diga Nuova, lunga 130 m e divisa in 7 arcate, che sovrasta l’Adda di 10 m dando origine al canale derivatore lungo 4,8 km (di cui 3,5 in galleria) per la Centrale C. Esterle a Cornate d’Adda, la conca di navigazione utilizzata per il transito dei barconi fino al 1936 e la Centrale G. Semenza che sfrutta il dislivello creato. Alla fine della tappa di sabato il racconto di Fiorenzo, volontario della cooperativa Solleva e la risalita ci aveva fatto capire l’importanza del ponte, ma vederlo in ogni sua componente e da diverse posizioni lascia davvero stupiti.
Dopo otto chilometri di cammino, il gruppo ha fatto una sosta a Brivio, approfittando di un’accogliente bar per ristorarsi e socializzare. L’entusiasmo e la gioia di condividere esperienze hanno creato un’atmosfera unica. Le diverse personalità e provenienze dei partecipanti sono diventate una ricchezza, mentre la bellezza dei paesaggi ha amplificato l’entusiasmo.
Per Fiorella questo era il primo cammino lungo e la prova sembra superata alla grande. Marcello da quando è in pensione ha scelto di vivere esperienze di trekking e in questi giorni ha confermato la sua passione. Lo stesso per Marta, che per la prima volta in vita sua si è trovata a fare due cammini in due mesi.
Dopo la Francisca Ettore, invece, si è appassionato al camminare con il gruppo e ha contribuito a rendere ogni momento piacevole, mentre per Neven e Marco condurre questi progetti è sempre un’occasione speciale perché la conoscenza delle persone è una delle ricchezze più grandi.
«Del percorso di domenica si potrebbe parlare a lungo perché presenta scenari da incanto. La riflessione maggiore rischia sempre di essere la stessa: “se ci credessimo di più… da nicchia diventerebbe una vera occasione di sviluppo culturale e turistico”. Il tracciato è notevole, ma ci sono pochi servizi e organizzarsi cammini in questo modo non è semplice quando invece i territori presentano una vera ricchezza di storie e di luoghi da conoscere» concludono i pellegrini.
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