Cernobbio nega la sala alle associazioni. “Non durante il Forum Ambrosetti”

Negato dal Comune l’uso della sala polifunzionale “per motivi di ordine pubblico”. La denuncia di Arci e Sbilanciamoci: "A Cernobbio sospesa la democrazia, violati diritto di riunione e di espressione"

Cernobbio

C’è il Forum Ambrosetti e non si possono fare altre iniziative, “per ragioni di ordine pubblico”. Questa la risposta del Comune alla rete Sbilanciamoci! e all’Arci , che avevano chiesto l’utilizzo della sala polifunzionale per il XIII forum di Sbilanciamoci!, nelle date dell’1 e 2 settembre

L’iniziativa, fatta a Cernobbio,  offre una lettura diversa del mondo dell’economia, proprio per questo è ospitata nello stesso luogo dell’ormai celebre summit del mondo dei decisori politici ed economici.

La decisione, va precisato, non è delle autorità di pubblica sicurezza (che avrebbero eventualmente titolo sull’ordine pubblico) ma  del Comune – guidato dal sindaco Matteo Monti e da una civica di centrodestra – che ha negato la sala perché “non è possibile accogliere eventi negli spazi comunali nel periodo di svolgimento del forum Ambrosetti“.

Ferma la reazione delle 51 associazioni e organizzazioni riunite in Sbilanciamoci! e dell’Arci, che parlano di democrazia sospesa: “Si tratta di una motivazione inconsistente e risibile: non si capisce quale siano i motivi di ordine pubblico per una riunione che si svolge al chiuso, già ospitata dal Comune nel 2010 e, che Sbilanciamoci! ha svolto a Cernobbio anche negli anni 2009 e 2022, senza mai alcun problema registrato per lo svolgimento del seminario dello Studio Ambrosetti”.

“È una decisione gravissima: lede l’articolo 17 (diritto di riunione) e l’articolo 21 (diritto d’espressione) della Costituzione repubblicana. Non garantisce l’espressione di punti di vista diversi, discrimina tra soggetti privati e si fonda su una motivazione inesistente, discriminatoria, al limite dell’arbitrio” dice la rete di Sbilanciamoci!, che riunisce  realtà come il commercio-equosolidale, Pax Christi, Arci, Legambiente, Uisp, Terres des Hommes e tante altre associazioni laiche e cattoliche.

“Il 27 luglio, il ministro Piantedosi, rispondendo al Question Time del senatore De Cristofaro, ha detto che avrebbe sostenuto il Comune di Cernobbio nella ricerca di una soluzione alternativa. Il Comune non ha proposto nessuna ipotesi concreta se non una saletta da 30 posti, non attrezzata, incompatibile con lo svolgimento del Forum Ci dispiace che con questa decisione il Comune dia adito all’idea di una Cernobbio inospitale, intollerante e chiusa alla diversità delle opinioni. Non è un buon servizio che il Comune fa alla sua gente”.

E quindi? Ora il contro-forum, per quest’anno, si sposta a Como, allo Spazio Gloria dell’Arci.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Luglio 2023
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