Lo “spettacolo a braccio” di uno strepitoso Giancarlo Giannini chiude “Tra Sacro e Sacro Monte”
Non era inquadrabile in nessuno standard l'ultimo evento del festival, che vedeva protagonista assoluto l'attore Giancarlo Giannini
Non un monologo, non uno spettacolo, non un reading di poesie, nemmeno un’intervista.
Non era inquadrabile in nessuno standard l’ultimo evento del festival Tra Sacro e Sacro Monte, che vedeva protagonista assoluto l’attore Giancarlo Giannini: la prima parte, una conversazione a 360 gradi sulla vita – dalla bontà delle prugne varesine alle esperienze cinematografiche, dalla costruzione degli aeroplanini modello come formazione esistenziale alla filosofia – sostenuta insieme ad Andrea Chiodi, direttore artistico del Festival, si è fusa con la seconda – un reading di poesie scelte da lui che, come diceva il titolo, spaziava da Dante a Leopardi (“Un’esagerazione: c’è dentro mezza letteratura mondiale” ha commentato tra le risate del pubblico, che non sono mancate per tutta la serata) – con la leggerezza di una serata in cortile, di quelle estive, dove ci si ritrova un po’ tutti ad oziare e si mescolano le riflessioni sul senso della vita alle battute più leggere e quotidiane.
Non per niente, Giannini ha cominciato dalla frutta che aveva appena assaggiato nel suo camerino ricavato da una delle belle case ottocentesche del borgo: «Guardate che siete fortunati – ha detto rivolgendosi al pubblico – sarà 20 anni che non faccio altro che mangiare delle prugne che sembrano di polistirolo espanso, e poi vengo qui, dove non sono mai venuto prima, e mordo una prugna che sa meravigliosamente di prugna. Mi ha fatto tornare bambino, quest’assaggio». Non per niente nel podio delle cose più importanti della vita «Metto al primo posto il cibo – ha detto – E lo mettevo anche da giovane: ho passato la mia infanzia a guardare mia nonna che faceva dei mangiarini meravigliosi, e ne ricordo ancora il sapore, anche se ora non lo ritrovo più, purtroppo» al secondo e al terzo posto invece, l’amore e l’arte, ma con mille dubbi sulla loro definizione: «Ma l’amore cos’è? come si ama, e chi si ama veramente? Qual è l’oggetto dell’amore?» si è domandato.
E anche l’arte, nel suo lavoro, è una definizione sfuggevole secondo Giannini: anche se si è notata nelle mille sfumature con cui ha raccontato, molto più che semplicemente recitato, diverse poesie famosissime, anzi in qualche caso erroneamente considerate “trite e ritrite” come “l’Infinito” di Giacomo Leopardi, tormento di generazioni per la sua complessità troppo spesso affrontata solo tra annoiati banchi di scuola.
Ascoltare Giannini che “te la spiega” semplicemente leggendola è uno dei preziosi e indimenticabili regali che la serata al Sacro Monte ha regalato alle 500 persone (la prevendita dei biglietti era sold out da giorni) presenti. «Ho dovuto leggerla più di cento volte per capirla bene» ha commentato alla fine, con una leggerezza invidiabile, di quelle di chi ha attraversato una lunga (è del 1942) e straordinaria vita senza farsi mai travolgere: ascoltando la depressione di Gassmann, godendo della nomination all’Oscar «Perchè, anche se non vinci, sei comunque uno dei più importanti 5 al mondo in quel momento», parlando delle sue esperienze teatrali con Zeffirelli e Romeo e Giulietta o leggendo con trasporto le poesie più carnali di Pablo Neruda.
Non poteva concludersi meglio, la quattordicesima edizione di Tra Sacro e Sacro Monte: e la prossima dovrà festeggiare una tappa importante, l’edizione numero 15. «Ho molto da ringraziare, soprattutto chi ci ha aiutato ad arrivare fin qui – sottolinea Andrea Chiodi in conclusione – E tra gli altri vorrei ringraziare le istituzioni: il comune di Varese, e qui vedo il sindaco Davide Galimberti (che è stato tra gli spettatori fino all’ultimo, ndr), ma anche Francesca Caruso, assessore alla cultura della Regione Lombardia (anch’essa presente, in prima fila, allo spettacolo ndr), insieme al Presidente Attilio Fontana: perchè quest’anno finalmente anche la Regione è stata con noi e ha sostenuto il nostro progetto».
Un progetto che ha saputo proporre uno stile fuori dall’ordinario e perfettamente connaturato al luogo e che aiuta gli spettatori, grazie alla “favola per adulti” che lo spettacolo teatrale rappresenta (secondo la definizione dello stesso Giannini nel corso della serata), ad ispirarli a diventare migliori.
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