Parte dal paesaggio la riflessione sul futuro del Sacro Monte di Varese

Un incontro per mettere in campo le diverse visioni di futuro per il borgo del Sacro Monte: è quello che ha organizzato l'ordine degli architetti di Varese, nell'ambito del Festival "Tra Sacro e Sacro Monte"

Incontro architetti al sacro monte

Un incontro per mettere in comune le diverse visioni di futuro per il borgo del Sacro Monte: è quello che ha organizzato l’ordine degli architetti di Varese, nell’ambito del Festival “Tra Sacro e Sacro Monte“, nella sala grande della casa museo Pogliaghi.

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Un incontro dell’Ordine degli architetti a Tra Sacro e Sacro Monte 4 di 19

Un dibattito ampio, che ha ascoltato molte voci, coordinate dagli architetti Marco Giani coordinatore della commissione rigenerazione dell’ordine e Ileana Moretti  consigliere e referente della stessa commissione: con loro si sono avvicendati, oltre alla presidente dell’Ordine Elena Brusa Pasquè e i rappresentanti istituzionali Davide Galimberti (sindaco di Varese) e Attilio Fontana (Presidente della Regione Lombardia), monsignor Luca Bressan, il Presidente del Parco Campo dei Fiori Giuseppe Barra, le suore Romite Ambrosiane (in video), Il direttore artistico di “Tra Sacro e Sacro Monte” Andrea Chiodi, la presidente degli amici del Sacro Monte Maria Bianchi, l’architetto e docente Piero Poggioli, Paolo Sartorio, presidente della Comunità montana del Piambello e Anna Deligios rappresentante della Camera di Commercio.

«Le strategie per il Sacro Monte non si limitano unicamente al campo della valorizzazione e riqualificazione di aree urbane dedicate alla fruizione ed educazione dei cittadini, ma devono diventare visioni di futuro in grado di convogliare sul territorio nuovi flussi turistici e investimenti economici pubblici e privati non solo elitari ma al servizio di tutta la popolazione residente e non residente e di un turismo non solo religioso – Ha spiegato Elena Brusa Pasquè, presidente dell’ordine degli architetti di Varese, nel suo discorso iniziale – Il Sacro Monte rischia un nuovo abbandono al di fuori degli eventi estivi come quello del Festival che richiamano centinaia di persone desiderose di emozioni e di eventi di qualità. Il carattere religioso e spirituale dei luoghi denota la continuità dei valori della fede nel persistere con forza nei secoli che si sono succeduti quasi a voler indicare nel Sacro Monte un vero e proprio baluardo della nostra cultura e della nostra fede. Meriterebbe un assessorato che si occupi solo dei siti Unesco e della loro valorizzazione».

«L’anno prossimo festeggiamo i 15 anni, è un’occasione per tutti per valorizzare e scoprire luogo straordinario, cosi apprezzato da coloro che sono venuti qui come ospiti – ha sottolineato poi Andrea Chiodi, direttore artistico del Festival ospitante  – Penso per esempio a Giorgio Albertazzi che quando è arrivato qui ha detto che questo lo riteneva uno dei posti piu belli del mondo. Un posto che fa innamorare: e insieme, con questo gruppo di lavoro, possiamo far diventare festival ancora di piu grande»

Importante anche l’intervento di monsignor Luca Bressan “vissuto all’ombra del Sacro Monte, a Velate”, presidente del Coordinamento Enti Assistenziali della Chiesa di Milano, che ha ricordato la funzione popolare, di insegnamento e divulgazione del sacro Monte:«Di fatto il sacro Monte con le sue 15 stazioni è una “bibbia dei poveri” semplice, comprensibile anche a chi non sapeva leggere, un vero luogo di divulgazione della cultura religiosa. E, nell’uso che ne faremo nel futuro, dobbiamo essere all’altezza di ciò che ci è stato consegnato».

«Questo incontro deve necessariamente intercettare diverse sensibilità e diverse modalità di ragionare sul Sacro Monte – ha spiegato Giuseppe Barra, presidente del Parco Campo dei Fiori – Di sicuro però, per quello che ho sentito finora, c’è un elemento in cui tutti si riconoscono: il Sacro Monte inteso come paesaggio, come capacità di costruire e immedesimarsi per dare una forma a un luogo. Così, è importante far nascere un pensiero positivo al di la delle lamentele, rimettendo in gioco tutto il patrimonio che sta attorno al Sacro Monte. Sapendo che per dargli un futuro non basta una firma su carta, ma un nuovo atteggiamento»

Un nuovo atteggiamento, magari più orientato ai visitatori e ai turisti moderni, per i quali le prospettive sono comunque incoraggianti: «Sul Sacro Monte nel 2022 ci sono state 6186 presenze. Un numero in netta risalita rispetto al 2021 (erano 2600) ma anche rispetto al 2019 (erano 4263) – ha precisato Anna Deligios riportando le analisi della Camera di Commercio – ovviamente, non si tratta di grandi numeri ma sono compatibili con il fatto che al sacro Monte ci sono solo 5 strutture per 34 camere, con un totale di 78 posti letto. Il trend di presenze straniere è in crescita, e la nazione più rappresentata al borgo è stata la Germania, più ancora che le presenze dalla regione Lombardia. Seguono Francia, Svizzera e Paesi Bassi».

Dopo di lei hanno parlato Piero Poggioli, docente al Politecnico di Milano, che ha definito il sacro Monte “paesaggio di Dio, teatro degli uomini” e Paolo Sartorio, che ha raccontato i percorsi culturali portati avanti dalla Comunità montana del Piambello per i siti Unesco e la via Francisca.

A riportare la discussione a terra, confrontandosi coi problemi reali, è stata poi Maria Bianchi, presidente degli Amici del Sacro Monte, storica associazione che si occupa del borgo, che ha puntualizzato alcuni argomenti che stridono con l’ipotesi di un incremento del turismo sul borgo: «Il primo problema lo solleva proprio il festival in cui il convegno è inserito: con il trasferimento degli spettacoli alla 14esima cappella la capienza è aumentata a 500 persone. Che, come potete immaginare, non possono venire tutti quassù con la macchina: in questo caso sono state pensate le navette, ma ogni altra prospettiva è ben accetta. Anche perchè la Camera di Commercio ci ha raccontato del loro progetto sulle location di matrimoni, ma organizzare un matrimonio al Sacro Monte significa che qui poi non può più venire nessun altro, perchè non c’è posto. Se vogliamo invece promuovere il turismo in bici, ricordiamo che la salita delle cappelle è solo pedonale e ha un obiettivo spirituale, malgrado ora ci vengono persone per far passeggiare il cane o fare sport. Passare dalle parole ai fatti significa tenere perciò conto di tutti gli aspetti e di tutte le esigenze: pellegrini, turisti, residenti».

Le raccomandazioni dei residenti però, sono state l’ultimo intervento prima del big bang: la proposta bomba di Davide Rampello che propone quattro “tempietti laici” per conoscere meglio “Il creato”, cioè la flora la fauna, l’acqua e più in generale l’ambiente: un modo per allargare il campo del borgo ma senza snaturarlo, in vista – addirittura – del Giubileo 2025, che abbiamo ampiamente descritto qui. Una proposta che accelera fortemente il dibattito sulle prospettive future del sacro Monte, con un’idea fino a ieri non era stata nemmeno immaginata: il tempo dirà se questo progetto immaginifico sarà una proposta destinata a cadere nel nulla, una suggestione su cui lavorare per i prossimi dieci anni, o il prossimo cantiere della città.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Luglio 2023
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