Al via i lavori della “Bretella di Gallarate”, la nuova superstrada per Malpensa
L'opera ha un valore di 161 milioni e interessa la zona tra la Pedemontana e l'attuale superstrada 336: Anas ha assegnato i lavori
Partono i lavori della “Bretella di Gallarate”, il primo lotto della Variante alla Strada Statale 341. O meglio: oggi, come pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, l’Anas ha aggiudicato i lavori al raggruppamento temporaneo di imprese formato da Rizzani De Eccher, Manelli Impresa e – Sacaim.
L’opera ha un valore di 161,5 milioni di euro, si sviluppa per 2,3 km per connettere la superstrada 336, con lo svincolo autostradale A8-A36 Pedemontana.
A cosa serve la bretella di Gallarate
La “bretella” copre una distanza limitata, di 2300 metri, nell’area tra Busto, Cassano e Gallarate: collega lo svincolo della Pedemontana e l’A8 con la superstrada 336 per Malpensa. Consentirà così di evitare di passare dallo svincolo di Busto Arsizio, alleggerendo il carico di traffico su un nodo spesso problematico, per conformazione dello svincolo e perché spesso anche teatro di incidenti.
Nell’intervento sono previsti 3 svincoli a livelli sfalsati: il primo di collegamento con la statale 336 nel Comune di Gallarate, il secondo in corrispondenza del terminal intermodale HUPAC e l’ultimo, a fine tracciato, di connessione con lo svincolo A8/A36 nel comune di Cassano Magnago. Il tracciato stradale sarà caratterizzato da tratti in viadotto per una lunghezza di circa 1 km., in trincea per 400 metri, in galleria per 82 metri e in rilevato per la parte restante.
La sezione stradale da realizzare corrisponde alla categoria “B” composta da due carreggiate, ciascuna con due corsie per senso di marcia, per una larghezza della piattaforma stradale pari a 22 metri.
Per l’esecuzione dell’intervento è previsto il tempo di 1182 giorni a partire dalla data di consegna dei lavori, in via di definizione.
Dove passa la “bretella di Gallarate” (Variante 341)
Una descrizione più dettagliata del percorso la trovate in questo articolo.
Le contestazioni
L’opera è stata contestata per l’inserimento (del primo lotto) in un’area a rischio alluvionale, non per un pericolo alla strada ma perché diminuirebbe la capacità complessiva delle vasche di laminazione dei torrenti che attraversano il territorio di Cassano Magnago.
Diverse le motivazioni della contestazione all’altra sezione dell’opera, quella che attraversa il territoiro di Samarate e si spinge fino a Vanzaghello: in quel caso i dubbi riguardano il consumo di suolo, essendo l’opera prevista su terreni boscati e in un territorio molto segnato dall’urbanizzazione e da nuove opere.
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