Ludopatici e spregiudicati, così agivano l’infermiere e i suoi complici che raggiravano donne fragili
Dall'inchiesta della Procura di Busto e della Guardia di Finanza emerge uno spaccato di degrado sociale che parte da una figura sinonimo di fiducia e rispetto dell'essere umano
Ludopatico e spregiudicato ma anche manipolatore. Così l’infermiere arrestato questa mattina (mercoledì) insieme ad altri due complici viene definito dagli inquirenti e proprio nel gioco d’azzardo c’è uno dei moventi che ha spinto il professionista ad avvicinare e circuire almeno due donne spogliandole di ogni bene e portando una delle due, benestante figlia di un commerciante, a finire in una casa popolare vivendo di sussidi.
Dalla vicenda ricostruita nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Varese e coordinata dalla Procura di Busto Arsizio emerge uno spaccato spietato e inquietante che mette insieme diversi livelli di problematiche sociali: il degrado morale, il problema della cura dei disabili e il problema della ludopatia che spesso emerge dalle inchieste come motore che spinge a commettere reati (furti, raggiri) o ad esserne vittima (usura, estorsione).
Sarebbe proprio l’operatore sanitario che, approfittando del fatto che la casa di riposo in cui lavorava ospitasse anziani con buone disponibilità economiche, ha scelto le vittime con cura, puntando l’anziana che aveva una figlia con fragilità di natura psichiatrica. Una volta avvicinatosi a sufficienza alla sfera famigliare è andato a colpo sicuro convincendo la donna a vendere i propri beni immobili e a farsi dare il ricavato, facendola sprofondare nella povertà e nella necessità di trovare un alloggio popolare. L’uomo, insieme ai complici anche loro ludopatici, non si era accontentato di quei 450 mila euro e lucrava anche su parte della pensione di invalidità a cui la vittima aveva diritto.
Meno bene è andata con la seconda vittima, una donna dalla quale erano riusciti a farsi girare via bonifici ben 200 mila euro mentre 300 mila euro di una polizza erano stati bloccati grazie all’intervento dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, insieme al Nucleo di Polizia Economica della Guardia di Finanza di Varese.
Infine c’è il disprezzo totale delle persone che avrebbe dovuto curare. L’infermiere, infatti, si vantava coi due sodàli di aver somministrato farmaci senza alcuna prescrizione ad una donna anziana per mantenerla in vita e convincerla a farsi intestare dei beni.
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