‘Be ready to the future’ l’Insubria svela il mondo della ricerca a bambini e adulti: “La scienza è stupore”
Dal 27 al 30 settembre l’ateneo, che aderisce alla “Notte dei ricercatori”, propone iniziative nelle sedi di Varese, Como e Busto Arsizio, verranno coinvolti centinaia di studenti in molte attività
Dal 2013, l’Università dell’Insubria aderisce alla Notte dei Ricercatori, la manifestazione di respiro mondiale che vuole svelare il mondo della ricerca. L’organizzazione degli eventi che si terranno nelle diverse sedi di Varese, Como e Busto Arsizio oltre alle piazze delle città, è affidata alle docenti Marina Protasoni, insegnante di Anatomia Umana, e Michela Prest, direttrice del dipartimento di Scienza e alta tecnologia.
Da dove nasce il titolo “Be ready for the future”?
Professoressa Protansoni – Questo titolo nasce da un “brain storming” durante la prima riunione organizzativa. L’obiettivo è quello di rendere i giovani pronti al futuro che li aspetta
L’importanza e il significato di questo evento?
Professoressa Protasoni – L’iniziativa ha tanti significati. L’obiettivo è quello di creare occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. Ci piace l’idea che il mondo esterno entri all’interno delle Università, spesso vissute come strutture separate.
Professoressa Prest – Altro significato importante è che, attraverso questo evento, i ragazzi e tutti i cittadini possono scoprire il bello della ricerca. Abbiamo cominciato nel 2013 con questa iniziativa e abbiamo continuato a farlo sempre con grande entusiasmo perché è un momento in cui portiamo il nostro lavoro al grande pubblico. Facciamo attività che sono disegnate per bambini di scuola primaria, per ragazzi giovani, ma anche ad un pubblico che va fino a 100 anni. Ciò che per noi conta è realizzare attività che destino curiosità e lascino stupito il pubblico.
Quali dipartimenti ne prenderanno parte?
Prof.ssa Protasoni – Parteciperanno tutti i dipartimenti universitari delle sedi di Varese, Como e Busto Arsizio.
Quali laboratori saranno proposti?
Prof.ssa Prest – Sono tanti e molto vari i settori presi in considerazione per le attività e i laboratori. Ci sarà l’ambito matematico, l’ambito della storia dell’arte, l’ambito scientifico; laboratori che coprono aree del dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia
Dopo quasi 10 anni di “notte dei ricercatori”, è possibile trarre un bilancio?
Prof.ssa Prest – Abbiamo notato una crescita della partecipazione e un forte interesse verso l’iniziativa soprattutto da parte delle scuole e da parte dei cittadini nelle piazze, in particolar modo nel periodo pre Covid. Dopo anni di stop a causa della pandemia, questo è il primo anno che riportiamo l’evento nelle città, e ci aspettiamo un trend in aumento. Tutte le persone di tutte le età sono affascinate dal mondo della scienza.
Prof.ssa Protasoni – Questa notte serve a spiegare, con un linguaggio adeguato, fenomeni anche complicati. In genere, sono i bambini a mostrare maggior interesse verso tutto ciò che è scienza: fanno molte domande e vogliono risposte. Un entusiasmo che, a volte, si spegne durante il percorso scolastico anche a causa di un modello di insegnamento meno stimolante, fatto di formule da imparare. La scienza è anche e soprattutto capacità di osservare e provare stupore. Ogni anno contiamo migliaia di studenti, e questo per noi è un grande risultato.
Avete dovuto cambiare formula o adottare dei correttivi nelle diverse edizioni proposte?
Prof.ssa Prest – Abbiamo modificato l’evento soprattutto dal punto di vista organizzativo: abbiamo cercato di migliorare i laboratori rendendoli sempre più avvincenti per coinvolgere un numero crescenti di partecipanti.
Prof.sa Protasoni – L’ obiettivo sarà quello di far conoscere al grande pubblico la ricerca e i suoi protagonisti in modo divertente e coinvolgente. L’Insubria è pronta ad accogliere calorosamente chiunque voglia lasciarsi stupire dal “magico” mondo della ricerca.
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Scusate ma… “Be ready TO the future”… è sbagliato! “Be ready FOR the future” piuttosto. Anche se, confrontandomi con una madrelingua di mia conoscenza, “GET ready FOR the future” sarebbe molto meglio…
Da parte mia, poi, non posso non commentare che “il meglissimo” sarebbe un nome accattivante, sì, ma IN ITALIANO…