Chiarelli torna a esporre al Sacro Monte, l’inaugurazione con Max Laudadio
Dal 23 settembre al 15 ottobre una personale di sculture sacre in marmo e legno, visibili ogni sabato e nei festivi
Le opere dello scultore Matteo Chiarelli tornano nella suggestiva cornice del Sacro Monte. Non è la prima volta, infatti, che Chiarelli lega il proprio nome al Borgo varesino, è anzi un habitué. Una prima volta nel 2020, all’interno della rassegna d’arte “Sogno d’Estate 2020”, con una serie di sculture in vetroresina realizzate nei mesi di confinamento dal Covid-19. E l’ultima nel 2018 con una mostra intitolata “Il Pellegrino”: un itinerario tra il sacro e il profano lungo le strade della fede, dal santuario di Santiago nella Galizia spagnola al nostro Sacro Monte, abbracciando l’intera produzione scultorea di Chiarelli che indaga la figura femminile, la maternità, le nature morte e perfino la fotografia.
Dal 23 settembre al 15 ottobre, l’artista esporrà di nuovo al pubblico del Sacro Monte. Una personale di sculture sacre in marmo e legno, visibili ogni sabato e nei festivi dalle ore 9:30 alle ore 18, presso la Chiesa dell’Annunciata in piazzetta Paolo VI.
L’inaugurazione è prevista per sabato 23 settembre alle ore 18. A tenere a battesimo la nuova personale dell’artista sarà il noto inviato di Striscia la Notizia, Max Laudadio che intervisterà lo scultore.
Biografia
Chiarelli, 76 anni, bergamasco trapiantato a Induno e poi a Cuasso al Monte, si è dato tardi all’arte, in età già matura. Da bambino amava disegnare e dipingere con gli acquarelli ma la necessità di dare una mano in famiglia lo indusse a occuparsi di motori e marmitte in un’officina di motociclette. La vita non sempre ti lascia fare ciò che ami. Nel 2007 la svolta, o meglio, la folgorazione. Temporaneamente immobilizzato dopo un incidente, scolpisce una beneaugurante Madonnina in legno. Nel 2011 il pellegrinaggio di ringraziamento a Compostela diventa il primo di una lunga serie, quattordici finora. Nel 2014 Chiarelli modella la sua prima figura di pellegrino in argilla bianca. Un tema declinato in numerose versioni. Poi arriveranno altri materiali e la ricerca di nuovi soggetti. In dieci anni ha esposto le sue opere in tutta la Val Ceresio. Così il percorso artistico inaugurato con i temi sacri – particolarmente apprezzati dall’arciprete di S. Maria del Monte don Sergio Ghisoni che ha trovato collocazione alla “Luce della Natività” – si volge verso la figura femminile con una serie di dolcissimi volti della Vergine, verso la maternità e le nature morte.
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