Fuga sanitari in Svizzera, Licata (IV): ”Sconfortante la risposta di Bertolaso alla mia interrogazione”
Giuseppe Licata, consigliere regionale del Gruppo Azione Italia Viva, si è fatto portavoce di un’interrogazione indirizzata all’assessore Bertolaso
In questi giorni anche la stampa nazionale si è occupata della carenza di personale infermieristico e sanitario, dopo che la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche “FNOPId” ha reso note le dimensioni del problema: a livello nazionale mancano circa 70mila professionisti, il 45% al Nord, il 20% al Centro e il 35% al Sud.
Facendo un focus in Lombardia, l’OPI “Ordine Professioni Infermieristiche” ha denunciato una carenza in Lombardia di circa 9.500 infermieri, di cui 3.500 nelle RSA, 4.500 nelle strutture sanitarie e 1.500 infermieri di famiglia. Nel mese di settembre la Commissione Sanità di Regione ha invitato ed ascoltato i referenti di settore (gli ultimi verranno ascoltati nella seduta di domani), dai presidenti degli Ordini delle varie province passando per i sindacati e gli istituti di formazione per raccogliere informazioni. Tra le tante cose, è emerso che la retribuzione degli infermieri dipendenti nel 2020 risulta inferiore al salario medio di tutti i lavoratori. Una fase di ascolto quella svolta in Commissione Sanità a cui però dovranno seguire delle azioni concrete, di cui tuttora non c’è ombra.
Giuseppe Licata, consigliere regionale del Gruppo Azione Italia Viva, si è fatto portavoce di un’interrogazione indirizzata all’assessore Bertolaso: «Nell’interrogazione – spiega Licata – abbiamo posto per iscritto tre semplici domande: quali sono i dati lombardi riferiti alla carenza di personale infermieristico articolati per singola provincia; quali azioni Regione Lombardia ha promosso nell’ultimo triennio per ridurre la carenza di personale infermieristico, a partire da quello operante nel SSR, e quali sono stati ad oggi i risultati ottenuti. Ho chiesto inoltre se Regione Lombardia, in sede di confronto con i competenti Ministeri, intende proporre l’utilizzo di una quota del Fondo previsto dal nuovo accordo fiscale Italia – Svizzera per la realizzazione di misure incentivanti, anche a carattere di welfare (alloggi, asili nido, ecc…) da destinare al personale medico e infermieristico che risiede e lavora nei Comuni italiani di confine».
Nella giornata di ieri (mercoledì 27 settembre) è arrivata la risposta dell’assessore Bertolaso che però non ha convinto né il consigliere Licata né gli altri esponenti del gruppo “Azione Italia Viva”: «Leggendo la risposta – chiude Licata- l’assessore ammette l’esistenza del problema, ma non indica quali iniziative intenda proporre. Dice di essere d’accordo con l’utilizzo dei fondi frontalieri, ma non come raggiungere l’obiettivo. I dati allegati alla risposta sono parziali ed incompleti, evidentemente la Regione non ha chiarezza nemmeno dei fabbisogni di personale sanitario nei territori. Ne esce un quadro fumoso quanto sconfortante e la conferma della difficoltà di questo Governo regionale a mettere a terra azioni concrete ed incisive per risolvere le emergenze del sistema sanitario regionale».
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