Giovane disabile truffato in rete: “Ricattato per le foto porno”

A processo un uomo di mezza età: si fingeva una giovane commessa per raggirare un ragazzo con disturbi cognitivi. Spariti 20mila euro. In aula il racconto della vittima e di suo padre

Truffa

«Le avevo detto che mia mamma mi aveva lasciato, che era morta, e anche dell’eredità che mamma mi aveva lasciato. Ma continuava a chiedermi soldi». Un ragazzo disabile raggirato su internet e invogliato a inviare foto porno a una persona che si spacciava per una ragazza in un sito di incontri, e poi derubato di fatto della somma che la madre, nel frattempo morta, gli aveva lasciato per assicurargli un futuro.

Una storia incredibile che, se provata, rappresenta la tempesta perfetta che può abbattersi su soggetti deboli che si avventurano, soli, nella Rete. Oggi per quei fatti c’è in corso un processo a Varese con un uomo accusato di truffa. In aula il racconto del padre sentito come testimone. «Quando è morta mia moglie nel novembre 2019 abbiamo scoperto che una donazione da lei ricevuta era stata trasformata in una polizza assicurativa a beneficio di mio figlio, che soffre di un disturbo cognitivo e di fatto è disabile dalla nascita e risulta invalido. La somma era importante, e l’abbiamo versata in un conto corrente che aveva in uso. Voleva utilizzare il bancomat e allora gli ho chiesto di tenermi aggiornato sui prelievi. Poi ho cominciato ad accorgermi degli ammanchi».

Ma a quel punto la verità ha cominciato a uscire. «Mio figlio mi raccontava che aveva conosciuto una ragazza su internet, si apriva con difficoltà – E alla fine il ragazzo oggi trentenne ha raccontato tutto – Si è aperto e si è sfogato: era andato su un sito di incontri e vedendo le foto di questa persona che credeva fosse una donna, si è lasciato andare e si è fotografato in pose porno. Mi ha detto che quella persona se non riceveva i soldi richiesti avrebbe pubblicato tutto sui social».

Continue richieste di denaro per acquisti che hanno prosciugato il conto corrente. La denuncia è stata fatta il 13 gennaio del 2021. «Ancora oggi mio figlio ha difficoltà a impiegare i soldi. Per un lungo periodo non ha voluto toccate neanche un euro. Ora pian piano sta migliorando», ha ricordato l’uomo in aula. Durante l’escussione è stato spiegato come avveniva il raggiro mediante cioè il prelievo con bancomat dal conto e successivo versamento su carte prepagate, «in tutto per l’importo di 20.000 euro», ha spiegato l’uomo aggiungendo anche che «solo al momento della denuncia ci siamo accorti che la persona con cui mio figlio si messaggiava era un uomo, e non una donna».

Una faccenda andata avanti per il 2020, e nel corso del 2021. La vicenda è stata ricostruita in aula anche dal giovane, nato nel 1994: «Quella ragazza ha cominciato a chiedermi che lavoro facessi, gli parlavo del mio stipendio e da allora aveva cominciato a chiedermi soldi: lavatrice che non andava, macchina rotta e altro. Speravo che smettesse, ma continuava. Speravo che si risolvesse la questione, invece no. Avevo paura anche della reazione di mio padre». La persona entrata in contatto col giovane si faceva chiamare Sara, inizialmente incontrata grazie ad una app di incontri, e poi la frequentazione è continuata anche su whatsapp: «Non so come abbia fatto ad avere il mio numero. Mi raccontava che aveva problemi di lavoro e che non riusciva a pagare le bollette. Diceva che era una commessa e che lavorava a Gallarate».

Poi le foto. «Ha cominciato a mandarmi foto nuda, e io anche. Alla fine mi ha minacciato, mi ha fatto l’elenco delle persone a cui avrebbe inviato le mie foto nudo». Durante il racconto in udienza è emerso che il ragazzo ha nel suo profilo Facebook – con nome e cognome – diversi dei suoi contatti che sono suoi parenti, gli stessi finiti nell’elenco fatto dall’imputato, un uomo di mezza età. Molti dei messaggi fra l’imputato e la parte offesa sono stati cancellati, così come le ricevute dei prelievi bancomat effettuati e le ricariche alle prepagate effettuati nei tabaccai in centro a Varese. Nella prossima udienza verrà sentito l’ultimo teste del pm, l’ufficiale di polizia giudiziaria che ha svolto le indagini.

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Pubblicato il 26 Settembre 2023
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