Il consigliere Astuti lancia l’allarme consultori: “Li stanno svuotando e il personale se ne va”
Il consigliere regionale dei Democratici parte dalle condizioni dalla struttura di Malnate che attende di conoscere se diventerà uno spoke della casa di comuntà varesina

Donne in gravidanza seguite dal Consultorio di Malnate in condizioni proibitive con temperature fino a 36 gradi. È la situazione limite vissuta l’estate scorsa e che Samuele Astuti, consigliere regionale dei Democratici e componente della III Commissione Sanità solleva denunciando lo svuotamento di quelli che erano i consultori.
«Negli ultimi anni la dirigenza del welfare regionale li sta letteralmente svuotando. Già, di fatto, oggi non abbiamo un vero servizio sanitario territoriale. Nel contempo, stanno smantellando dei presidi storici come, appunto, i consultori, pur continuando a dire che non vogliono disinvestire sul servizio. E invece lo fanno con la mancanza di investimenti o andando a spostare il personale, appunto».
Il tema del personale e della fuga verso offerte più allettanti è un focus dei Democratici: « Il tema della retribuzione è serissimo e sicuramente va affrontato con impegno. Noi stessi abbiamo fatto una serie di proposte, che però, purtroppo, ci hanno bocciato. Tra l’altro, l’Asst dei Sette Laghi è una di quelle che, per ragioni di ordine storico, paga meno i professionisti sanitari. Ma quella dei compensi non è la sola questione aperta: il problema vero è che una cattiva gestione sta portando molti medici, infermieri, tecnici e amministrativi ad abbandonare la nostra azienda sociosanitaria».
Il presidio di Malnate ambisce a diventare una Casa della Comunità, almeno uno spoke dell’hub di Varese: « Regione e Asst buttano all’aria un servizio che ci veniva invidiato – lamenta Astuti – Ci viene detto che sono scelte solo temporanee, ma poi di solito diventano definitive. Tutto ciò succede perché nella testa di chi deve prendere queste decisioni non c’è un vero e proprio progetto di sviluppo. E in questo scenario la preoccupazione è altissima da parte degli utenti e del personale che, alla fine, se ne va. Poi ogni tanto va anche in Svizzera, non solo per un tema di ordine economico, ma anche organizzativo, di prospettiva. In sintesi, queste persone sono stanche di venire spostate da una struttura all’altra, senza un vero progetto di sviluppo, di crescita o anche solo di mantenimento di servizi».
«Questa è la situazione che stiamo vivendo e ci preoccupa tantissimo. Siamo stufi di sentire rassicurazioni a mezzo stampa sul fatto che si stia investendo o prendendo atto dei problemi. Ormai non è più tempo di prendere atto dei problemi, ma di prendere decisioni che siano serie, capaci di costruire prospettive vere per la nostra sanità territoriale. E ci troveranno sempre contro qualsiasi tentativo di costruire a spese dei consultori una medicina territoriale che è ancora di là da venire, anzi continueremo a fare proposte» conclude Astuti.
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