Il liceo a curvatura biomedica compie sei anni: tre quelli varesini che offrono il potenziamento
Il Ferraris di Varese lo avviò nel 2017, seguirono il Crespi di Busto e il Da Vinci di Gallarate. 150 le ore extracurricolari di approfondimento con la collaborazione dell'Ordine dei Medici e dell'Insubria
Sono tre i licei del territorio varesini che offrono la curvatura biomedica: oltre allo scientifico Ferraris di Varese che partecipò alla prima sperimentazione nell’anno scolastico 2017/2018, il liceo Crespi di Busto Arsizio e il liceo Da Vinci di Gallarate.
La curvatura biomedica prevede 150 ore extracurricolari nel triennio finale dei licei, con lezioni teoriche, lezioni pratiche e dieci ore presso strutture sanitarie individuate. Un potenziamento seguito dagli studenti per avvicinarsi alla professione medica e capire se corrisponde alle aspettative.
«Il percorso di orientamento vide un importante contributo, al suo nascere, da parte del Dottor Roberto Stella, allora Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese e ha registrato un grande successo – ha ricordato il Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, la Dottoressa Giovanna Beretta – il potenziamento bio-medico vede impegnati numerosi medici iscritti al nostro Ordine (circa un centinaio). Una partecipazione sia alle lezioni in classe, sia nell’affiancare gli studenti che operano in ospedali e strutture sanitarie selezionate per l’attività laboratoriale. Un grande impegno, per il quale ci sentiamo di ringraziare, in particolare, il Professor Giulio Carcano e il Dottor Marco Donadini, componenti della Commissione Formazione dell’Ordine dei Medici di Varese e docenti all’Università dell’Insubria».
Il giudizio positivo non è supportato da un riscontro oggettivo sulle scelte successive che gli studenti fanno dopo il liceo. Lo stesso professor Giulio Carcano, Direttore del Dimit all’Insubria e Responsabile formazione dell’Ordine dei Medici di Varese ricorda la crisi della figura sanitaria nelle giovani generazioni: «In Italia è sempre più scarso l’interesse degli studenti verso la professione medica, sempre meno appetita da un punto di vista sociale. Un fatto importante, che deve fare riflettere scuola, università, ordini professionali, e deve spingere a chiarire il ruolo del medico oggi».
Sull’esperienza didattica Interviene anche Giuseppe Carcano, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese. «Un’esperienza davvero positiva, un valore aggiunto per il nostro sistema scolastico, che negli anni è stato mantenuto e perfezionato. Un percorso che completa la formazione scientifica e orienta gli studenti verso medicina, verso più in generale le professioni sanitarie, verso biologia».
Nei due TOLC di Medicina dell’Università dell’Insubria si sono presentati 1032 candidati ad aprile e 1325 a luglio. Il TOLC è una nuova formula che permette anche agli studenti del quarto anno superiore di sostenere l’esame per accedere al corso a numero chiuso di Medicina e Chirurgia. I candidati possono ripeterlo e scegliere il punteggio più alto per poi iscriversi alla graduatoria nazionale. Al test alle professioni sanitarie si sono iscritti in 523: meno dei posti disponibili gli aspiranti infermieri mentre grande è stata richiesta per fisioterapia.
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