Italia e Svizzera fanno i conti: per il 2022 i ristorni per i 75mila frontalieri valgono 107 milioni di franchi
Ieri ad Ascona la penultima riunione in applicazione dell'accordo del 1974. Resta aperta la questione del telelavoro
Si è svolta ieri ad Ascona l’annuale riunione bilaterale prevista dall’Accordo del 1974 tra Italia e Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri italiani e sui relativi ristorni, la compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine.
La delegazione italiana era presieduta da Paola Sarra del Ministero dell’Economia e delle Finanze) e composta da rappresentanti dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera, della Regione Piemonte, della Regione utonoma Valle d’Aosta, della Comunità comprensoriale Val Venosta e dell’Associazione dei Comuni italiani di frontiera.
A capo della Delegazione svizzera il direttore della Divisione delle contribuzioni, Giordano Macchi, accompagnato dai rappresentanti delle Amministrazioni delle contribuzioni dei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese e della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali.
Quella di ieri è stata la penultima riunione in applicazione dell’accordo del 1974, dal momento che lo scorso 17 luglio è stato approvato il nuovo accordo, che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio.
Resta di attualità, è stato sottolineato durante il confronto, la tematica del telelavoro.
La delegazione italiana ha illustrato la ripartizione tra gli enti locali interessati delle somme ristornate per l’anno 2021, informando in merito alle opere realizzate ed in fase di progettazione.
La delegazione svizzera ha invece comunicato che l’importo della compensazione finanziaria sulle remunerazioni dei frontalieri per il 2022 ammonta, per i tre Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese, a 107 milioni e 482mila franchi, già versati a fine giugno. Sono stati inoltre forniti i dati statistici relativi al numero dei frontalieri italiani che operano nei Cantoni interessati dall’accordo, pari a 75.182.
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