Minacce in aula al difensore della vittima, imputato allontanato dal giudice a Varese
“Io e te ci rivediamo, non è finita qui”: la frase rivolta al difensore di parte civile pronunciata di fronte al Collegio. L’uomo aveva già patteggiato per un fatto analogo

Momenti di tensione giovedì mattina in aula a Varese dove era in corso un processo per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia: accuse pesanti per le quali un uomo è finito di fronte al Collegio giudicante composto da tre giudici. Il processo è alle battute finali e si concluderà con ogni probabilità il 21 di dicembre. Ma proprio mentre erano in corso alcuni passaggi tecnici legati alla ricerca di un teste chiamato dall’accusa, l’ultimo da sentire prima della discussione finale e della sentenza, è scattata la bagarre.
Attimi in cui l’imputato, un uomo di 56 anni che in compagnia del suo difensore sedeva nel banco in prima fila si è alzato per uscire, e nel farlo è passato di fianco all’avvocato che assiste l’ex moglie costituitasi parte civile e rivolgendo alla donna la frase: “Io e te ci rivediamo, non è finita qui”. A quel punto l’avvocato ha attirato l’attenzione della Corte e del pubblico ministero chiedendo di allontanare l’imputato e contestualmente di mettere a verbale quella frase udita, e pure di trasmettere gli atti alla Procura, passaggio richiesto anche dal pubblico ministero Luca Petrucci e accettato dal presidente del Collegio Andrea Crema.
L’imputato non è ultimo a comportamenti di questo genere e venne anche in passato più volte ripreso e in un caso allontanato dall’aula. E proprio a seguito di uno di questi allontanamenti l’uomo minacciò il 4 novembre 2021 sempre la stessa avvocata, pronunciando alla sua attenzione pesanti minacce («stai attenta so dove abiti, hai tre figli e ti faccio male» e altre frasi analoghe pronunciate sulle scale del tribunale): in questo caso la denuncia aveva attivato l’azione penale ed era arrivata una pena di 10 mesi su accordo delle parti.
L’uomo, uscito dall’aula ha poi atteso l’ex moglie parte offesa del procedimento (verso la quale vige un divieto di avvicinamento) fuori dal tribunale per poi entrare nell’androne e continuare a inveire contro l’avvocata.
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