Per l’anziana di Cocquio Trevisago ridotta in fin di vita la Procura rifiuta il patteggiamento

Processo d’Appello a Napoli: dopo la condanna a 6 anni è agli sgoccioli il procedimento di secondo grado. A novembre la discussione e le richieste dell’accusa

sparatoria palazzo giustizia milano

La procura generale presso la corte d’Appello di Napoli ha rigettato la proposta di patteggiamento per il caso del farmacista accusato di aver causato lesioni gravissime ad una pensionata di Cocquio Trevisago oggi in condizioni vegetative.

L’uomo era stato condannato in primo grado a sei anni dopo che l’accusa venne derubricata (da tentato omicidio a lesioni gravissime), e ora il difensore dell’imputato ha proposto un’applicazione della pena su richiesta delle parti che è stata negata dall’accusa: senza accorso il dibattimento procede nei binari della chiusura del dibattimento e quindi verso le conclusioni delle parti. Si andrà dunque alla discussione, prevista per il prossimo 14 novembre; le figlie della donna si sono costituite parte civile patrocinate dall’avvocato varesino Matteo Pelli.

La storia, culminata nella fase d’indagine col clamoroso arresto del sospetto da parte delle squadre Mobili di Como e Varese, parte durante un viaggio in Campania della coppia formata da lui, casertano, di quasi quarant’anni più giovane di lei, accusato di aver fatto cadere volontariamente l’anziana amante durante un pomeriggio di shopping. La donna, portata in ospedale nell’immediatezza e poi trasferita in strutture riabilitative del Varesotto non si riprese mai da quel trauma e versa oggi in uno stato vegetativo.

Durante il processo, in fase di escussione dibattimentale sono emersi i racconti di vicini di casa e parenti che sostenevano, oltre alle diverse versioni dell’uomo («è caduta», «è stata vittima di uno scippo»), anche una volontà di dominare ogni attività della donna attraverso il controllo dei suoi contatti con terzi, nonché dei profili social in uso all’anziana oltre al semplice utilizzo dello smartphone per la gestione delle telefonate che venivano «filtrate» dal compagno. L’ora della verità dunque si avvicina per quanto riguarda il giudizio di secondo grado.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Settembre 2023
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