Salvato lo speleologo americano bloccato a mille metri di profondità in Turchia
Alla complessa operazione hanno partecipato anche quattro tecnici di soccorso speleologico della IX Delegazione lombarda del Cnsas partiti da Varese, Como e Bergamo
Lo speleologo americano rimasto intrappolato il 2 settembre nel fondo di una grotta nel sud della Turchia è stato salvato e riportato in superficie.
L’uomo è stato tratto in salvo da una squadra internazionale di soccorritori. Alla complessa operazione hanno partecipato anche quattro tecnici di soccorso speleologico della IX Delegazione lombarda del Cnsas – Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico. I quattro erano partiti dalle province di Varese, Como, Bergamo.
Mark Dickey, 40 anni, ha trascorso nove giorni intrappolato negli stretti cunicoli di una grotta turca, incapace di risalire a causa di un’emorragia interna; i problemi di stomaco sono sorti mentre esaminava le profondità della Grotta Morca, un complesso remoto di tortuosi passaggi sotterranei nelle montagne del Tauro, nella Turchia meridionale. La grotta, la terza più profonda della Turchia, raggiunge quasi 1,3 chilometri sotto terra nel suo punto più basso.
Dickey si è sentito male a 1.120 metri di profondità, dando il via a quella che, secondo gli organizzatori, è stata una delle più grandi e complicate operazioni di salvataggio sotterraneo mai realizzate. Una squadra internazionale di 200 soccorritori, compagni di esplorazione e medici ha iniziato a portare Dickey in salvo, dopo avergli fatto una trasfusione di sangue. Per prima cosa lo hanno legato a una barella, che a volte doveva essere sollevata verticalmente con una corda attraverso passaggi particolarmente stretti. Le squadre che tiravano le corde facevano di tanto in tanto delle pause, risalendo in superficie prima di tornare sottoterra.
Da Varese alla Turchia per salvare uno speleologo a mille metri di profondità
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