Dov’è la Cassiciacum di Sant’Agostino? Casciago “lancia la sfida” a Cassago Brianza
Nel nuovo anno verrà organizzata una serata/convegno con storici e studiosi che presenteranno le loro tesi favorevoli al passaggio del santo delle Confessioni a Casciago
Sant’Agostino, nato Aurelio Agostino d’Ippona a Tagaste, nell’attuale Algeria, il 13 novembre 354 e morto a Ippona il 28 agosto 430 fa ancora parlate di sè. Non tanto (almeno qui) per quanto riguarda dispute religioso/filosofiche, quanto invece per capire una volta per tutte dove si sia fermato a riposare prima del battesimo: la disputa storica è tutta lombarda, tra il Lecchese e il Varesotto e più nello specifico tra Cassago Brianza e Casciago.
Nomi simili, collegabili al toponomastico Cassiciaco o Rus Cassiciacum, citato dallo stesso Agostino in uno dei suoi scritti. Sveliamo subito che di certezze non ne abbiamo, ma ci limitiamo ad esporre le tesi di storici e letterati che portano l’acqua ad uno o all’altro mulino.
Complice un libro curato da Renzo Dionigi, rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria dal 1998 al 2012 e professore emerito di chirurgia generale, appassionato di storia e di letteratura, la vexata quaestio su Sant’Agostino è tornata in voga.
Il libro è “Agostino e la sua arca a Pavia”, edito da Nomos, nel quale sono raccolti saggi sulla vita e sull’apporto culturale multidisciplinare di Sant’Agostino.
I primi due saggi del libro sono firmati da due luminari dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere Angelo Stella e Pierluigi Cuzzolin. Al centro dei loro scritti proprio il Rus Cassiciacum nelle parole di Alessandro Manzoni e nella ricerca etimologica.
Sì, perché l’autore dei Promessi Sposi scrisse di Sant’Agostino e diede una sua versione sul passaggio delle Confessioni nel quale è citato Cassiciaco:
- Gratias tibi, Deus noster! Tui sumus. Indicant hortationes et consolationes tuae. Fidelis promissor reddis Verecundo pro rure illo ius Cassiciaco, ubi ab destu sacculi requievimus in te, amoenitatem sempiterne virentis paradisi tui, quoniam dimisisti ei peccata super terram in monte incaseato, monte tuo, monte uberi.
- Siano rese grazie a te, Dio nostro. Noi siamo tuoi. Lo mostrano le tue esortazioni e le tue consolazioni. Mantenendo fede alle promesse, ricompensa Verecondo per quella sua terra a Cassiciaco, dove ho trovato pace dal fervore del mondo in Te, con serena dolcezza del tuo paradiso che verdeggia sempiterno, perché hai rimesso a lui i peccati terreni, nel monte ricco di cacio, il tuo monte, monte ubertoso.
Tutto parte da qui. Secondo Angelo Stella, Manzoni, che conosceva Morosolo per averci soggiornato nel 1847 a casa di Stefano Stampa (e a Villa Stampa si può riconoscere una targa che ricorda questo episodio), identificò Cassiciaco proprio nel territorio di Casciago, nel Varesotto. Su questa versione lavorò anche un grande studioso come Dante Isella, che avvalorò la tesi manzoniana portando diversi argomenti e scritti in favore di Casciago. Stessa deduzione alla quale arriva anche Pierluigi Cuzzolin, lavorando sull’etimologia del Rus Cassiciacum citato da Sant’Agostino, identificato ancora una volta con Casciago.
Di parere opposto sono storici e studiosi che hanno negli anni sposato la versione lecchese, che punta sul passaggio di Agostino a Cassago Brianza: qui hanno lavorato comitati, associazioni, amministrazioni comunali che si sono susseguite e che hanno creato una narrazione basata su fonti storiche e luoghi riconoscibili collegati al santo. Sul territorio cassaghese troviamo infatti monumenti, il passaggio del cammino di Sant’Agostino, resti romani sparsi sul territorio, parco monumentale e via dicendo. Una “macchina” imponente, pronta a rispondere colpo su colpo ad ogni alzata di scudo dell’altra parte, come successo di recente dopo l’uscita di un articolo del Corriere della Sera che presentava il libro di Dionigi seguito da repliche di comitati e storici cassaghesi (li trovate QUI).
Ora l’amministrazione comunale di Casciago vuole provare a lanciare un “guanto di sfida” ai colleghi lecchesi: nel nuovo anno verrà organizzata una serata/convegno con storici e studiosi che presenteranno le loro tesi favorevoli al passaggio del santo delle Confessioni a Casciago. Un legame che già c’è, ma che va rinforzato e reso noto al grande pubblico: non bastano infatti una via e la chiesa intitolata a Sant’Agostino (e Monica), la statua di Bodini dedicata a Sant’Agostino (nella foto) e un vino che si chiama proprio Cassiciacum ed è prodotto dalla famiglia del neo cavaliere del lavoro Rinaldo Ballerio in un vigneto che si chiama Sant’Agostino. Serve altro e le fonti storiche e letterarie possono aiutare, sperando finalmente di risolvere un dilemma millenario: dove è passato Sant’Agostino, a Casciago o a Cassago?
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