L’amministrazione di Gazzada Schianno: “Violenza sulle donne: siamo tutti chiamati ad indignarci”

Un intervento che si apre con il lungo elenco delle donne uccise in questo 2023: "E’ tempo di reagire in ogni modo"

scarpe rosse

Teresa Spanò 2 Gennaio
Giulia Donato 4 Gennaio
Martina Scialdone 13 Gennaio
Oriana Brunelli 14 Gennaio
Teresa Di Tondo 15 Gennaio
Alina Cristina Cozac 22 Gennaio
Giuseppina Faiella 28 Gennaio
Yana Malayko 1 Febbraio
Margherita Margani 4 Febbraio
Antonia Vacchelli 6 Febbraio
Melina Marino 11 Febbraio
Santa Castorina 11 Febbraio
Cesina Bambina Damiani 12 Febbraio
Rosina Rossi 16 Febbraio
Chiara Carta 18 Febbraio
Sigrid Grober 19 Febbraio
Maria Luisa Sassoli 23 Febbraio
Giuseppina Traini 25 Febbraio
Caterina Martucci 1 Marzo
Rosalba Dell’Albani 4 Marzo
Iolanda Pierazzo 6 Marzo
Iulia Astafieya 7 Marzo
Rossella Maggi 8 Marzo
Petronilla De Santis 9 Marzo
Rubina Kousar 9 Marzo
Maria Febronia Buttò 10 Marzo
Pinuccia Contin 16 Marzo
Francesca Giornelli 28 Marzo
Agnese Oliva 29
Marzo Zenepe Uruci 30 Marzo
Carla Pasqua 31 Marzo
Alessandra Vicentini 31 Marzo
Sara Ruschi 13 Aprile
Brunetta Ridolf 13 Aprile
Rosa Gigante 18 Aprile
Anila Ruci 19 Aprile
Stefania Rota 21 Aprile
Barbara Capovani 23 Aprile
Wilma Vezzaro 25 Aprile
Antonella Lopardo 2 Maggio
Rosanna Trento 3 Maggio
Danjela Neza 6 Maggio
Jessica Malaj 7 Maggio
Anica Panfile 21 Maggio
Yirel Natividad Peña Santana 27 Maggio
Ottavina Maestripieri 1 Giugno
Giulia Tramontano 1 Giugno
Pierpaola Romano 1 Giugno
Giuseppina De Francesco 8 Giugno
Maria Brigida Pesacane 8 Giugno
Floriana Floris 9 Giugno
Cettina De Bormida 10 Giugno
Rosa Moscatiello 12 Giugno
Svetlana Ghenciu 19 Giugno
Margherita Ceschin 24 Giugno
Laura Pin 28 Giugno
Maria Michelle Causo 28 Giugno
Ilenia Bonanno 6 Luglio
Benita Gasparini 19 Luglio
Mariella Marino 20 Luglio
Norma 22 Luglio
Vera Maria Icardi 24 Luglio
Marina Luzi 25 Luglio
Angela Gioiello 28 Luglio
Mara Fait 28 Luglio

Sofia Castelli 29 Luglio
Iris Setti 6 Agosto
Maria Costantini 9 Agosto
Celine Frei Matzohl 13 Agosto
Anna Scala 17 Agosto
Vera Schiopu 19 Agosto
Francesca Renata Marasco 28 Agosto
Rossella Nappini 4 Settembre
Marisa Leo 6 Settembre
Nerina Fontana 16 Settembre
Cosima D’Amato 20 Settembre
Maria Rosa Troisi 20 Settembre
Rosaria Di Marino 20 Settembre
Liliana Cojita 21 Settembre
Manuela Bittante 25 Settembre
Anna Elisa Fontana 25 Settembre
Carla Schiffo 27 Settembre
Monica Berta 27 Settembre
Klodiana Vefa 28 Settembre
Egidia Barberio 30 Settembre
Anna Malmusi 1 Ottobre
Piera Paganelli 4 Ottobre
Eleonora Moruzzi 5 Ottobre
Silvana Aru 13 Ottobre
Concetta Marruocco 14 Ottobre
Marta Di Nardo 20 Ottobre
Antonella Iaccarino 21 Ottobre
Giuseppina Lamarina 24 Ottobre
Pinuccia Anselmino 25 Ottobre
Annalisa D’Auria 28 Ottobre
Etleva Kanolija 29 Ottobre
Michele Faiers Dawn 1 Novembre
Patrizia Vella Lombardi 14 Novembre
Francesca Romeo 18 Novembre
Giulia Cecchetin 18 Novembre

Questo è il tragico calendario del 2023, durante il quale 100 donne sono morte per mano di amici, fidanzati, compagni, mariti mentalmente incapaci di accettare il distacco da una situazione affettiva ormai devastata da violenza, litigi, prevaricazioni, cadute per mano della barbarie degli affetti propri di una cultura patriarcale antistorica che siamo tutti chiamati a modificare con la forza delle idee, della cultura.

Giulia Checchettin è solo l’ultimo nome di una lista che ci auguriamo possa essere definitiva per quest’anno e per sempre.
Ognuno di noi in questi giorni di ricerca di Giulia, in cuor suo aveva già la risposta e questo non è che il tragico segnale di una assuefazione al male, quasi una “banalizzazione del male”, di una rassegnazione di fronte ad un fenomeno che non si sa come arrestare.

E’ questo clima di sconfitta nei confronti di una barbarie che continua a rinnovarsi sotto ai nostri occhi, che rischia di “normalizzare un orrore” come il femminicidio e la violenza e la discriminazione di genere.
Sappiamo bene che nessun nuovo intervento normativo potrà fermare la mano brutale di un uomo che frustrato dal fallimento di una relazione o da un rifiuto, ricerca sollievo nel sangue di chi ritiene essere la responsabile del suo soffrire. Nessun inasprimento di pena varrà a contenere l’odio e la sete di rivalsa e di vendetta dell’uomo che percepisce la donna come una proprietà e il suo agire aberrante come una giusta reazione e punizione da infliggere per l’affronto causato dalla richiesta di libertà della donna.

La verità è che siamo tutti chiamati ad indignarci e a dire BASTA, non possiamo semplicemente delegare il legislatore e l’operatore di giustizia a trovare la soluzione, perché come cittadini siamo tutti coinvolti. Non è la punizione del reo (che comunque deve essere giusta e capace di riabilitare), ma la prevenzione del reato che riguarda tutti noi, soprattutto genitori, insegnanti, educatori; società civile e mondo delle religioni.

E’ tempo di reagire e di intervenire in ogni modo, ad ogni livello, per combattere la cultura contemporanea, ancora patriarcale, che trova facile spazio nelle menti maschili sin dalla più tenera età.
Siamo chiamati, oggi più che mai, ad essere il CAMBIAMENTO.
Basta è una parola semplice, riscopriamone tutti l’immenso potere educativo, perché solo una civiltà evoluta culturalmente è in grado di dare il giusto peso e l’importanza ai rischi che incombono sulle donne e su chi è considerato “diverso”, in ogni ambito nel quale queste persone vivono, si esprimono.
Nessuno di noi ha la soluzione, ma ciascuno di noi può fare la differenza nel diffondere la cultura dell’uguaglianza degli affetti: diciamo basta alle reazioni muscolari che agiamo o che subiamo, fermiamo gli scambi accesi ed arroganti, conteniamo i soliti luoghi comuni che vede contrapposti uomo e donna come in eterna lotta tra loro, e nella quale la donna parte comunque da un piano più basso.

Non possiamo più consentire che i bambini vengano educati all’esempio della “differenza” tra maschio e femmina, non possiamo più svilire chi tiene ad affermare un linguaggio di genere irridendo all’inutilità del tentativo, non dobbiamo più consentire che una donna venga offesa in nostra presenza o che le venga rivolto un apprezzamento non gradito, che venga molestata più o meno evidentemente e, soprattutto, crediamo alle donne che decidono di denunciare, fermando la vittimizzazione secondaria, consumiamo in maniera critica l’informazione che spesso distorce il messaggio parlando (ancora oggi) di “amore malato” di “raptus passionale o d’amore” e scegliamo di leggere altro.

Soprattutto sosteniamo e pretendiamo una educazione affettiva diffusa, non solo per legge, ma soprattutto per scelta educativa, che faccia crescere diritti e doveri all’eguaglianza di tutte le persone, il diritto di dire di “no” e il dovere di accettare un distacco. Il dovere di rifiutare la violenza sempre, di qualsiasi tipo questa sia e il diritto di avere rispettate la scelte di ciascuno.

L’Amministrazione comunale di Gazzada Schianno

Redazione VareseNews
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Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 21 Novembre 2023
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