Mattarella ha firmato il “Decreto Aria” che contiene l’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa
O meglio: un articolo che prevede di rivedere la valutazione negativa del Ministero dell'Ambiente sull'espansione delle aree destinate al cargo. Provvedimento contrastato dagli ambientalisti e sostenuto invece dal mondo economico

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato l’11 novembre il”Decreto Aria”: è dedicato alle misure per la qualità dell’aria, soprattutto nel bacino padano, ma contiene anche un articolo che classifica Malpensa come “scalo strategico di preminente interesse nazionale” e prevede di rivedere la valutazione negativa sull’espansione dell’aeroporto oltre gli attuali confini.
Il provvedimento prevede che entro trenta giorni gli Enti e le Amministrazioni competenti procederanno ad una nuova valutazione dell’impatto ambientale, per arrivare a “sbloccare” l’ampliamento dell’area cargo per 44 ettari nella brughiera di Gaggio, che la Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente aveva bocciato nella primavera scorsa.
Il Decreto è stato contestato dalle associazioni ambientaliste e, in sede parlamentare, dal centrosinistra, che ritengono presenti profili di dubbia validità giuridica, anche sulla base della legislazione europea, perché interviene su un provvedimento amministrativo già espresso (la Valutazione Ambientale negativa, appunto) senza che siano mutate le condizioni, dal momento che il progetto è sempre quello inserito nel Masterplan 2035. La Rete dei Comitati aveva scritto al 30 ottobre a Mattarella sottolineando i dubbi e le associazioni si stanno organizzando per un eventuale ricorso.
Dopo che la Commissione VIA aveva bocciato l’ampliamento dello scalo (indicando invece la possibilità di sviluppo su aree già dentro le reti aeroportuali, ma inutilizzate), dal mondo economico erano arrivate richieste di un intervento correttivo da parte del governo, sollecitato tra gli altri da Confindustria Varese e dall’associazione nazionale degli spedizionieri. Il presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi aveva parlato dello stop al cargo come di «un duro colpo allo sviluppo non solo dell’aeroporto, ma di tutto il nostro territorio e, più in generale, alla capacità competitiva dell’export del made in Italy».
Lo strumento d’intervento, ipotizzato già a inizio estate dal ministro Giorgetti, si è poi concretizzato appunto in un emendamento presentato dal deputato varesino Stefano Candiani e da Massimiliano Romeo, della Lega.
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