Rubano i cavi elettrici all’Ospedale di Cuasso e la comunità “Il sorriso” resta al freddo e al buio
Il furto dei cavi, che ha costretto operatori e ospiti della comunità a trovare rigfugio al teatro di Cuasso, apre molto domande sulla sicurezza dell'ospedale ora inattivo e senza sorveglianza
Ore di preoccupazione la scorsa notte e per tutta la giornata di ieri alla comunità “Il sorriso” di Cuasso al Monte che ospita nove persone con disabilità e altrettanti operatori, tra educatori e Oss.
L’altra notte nella sede della comunità, che si trova nella proprietà dell’ospedale di Cuasso, è saltata la luce. Il personale di turno ha cercato di intervenire pensando ad un banale incidente, ma il guasto ha richiesto un intervento tecnico, e si è ben presto capito che il problema era serio, perché qualcuno aveva tranciato diversi cavi della rete elettrica dell’ospedale per rubare il rame.
A quel punto è stato necessario allertare anche i carabinieri perd enunciare l’accaduto, e cercare di capire come fronteggiare l’emergenza, perché gli ospiti della comunità non potevano restare al freddo e al buio.
«Abbiamo dovuto gestire un’emergenza non facile – spiega Luisa Peroni Ambrosino, presidente della gruppo Agape che da cui dipende la comunità di Cuasso – I nostri ospiti hanno diverse disabilità mentali, anche psichiatriche, alcuni sono anziani e non è stato facile non metterli in agitazione. Si temeva che il guasto fosse lungo da riparare e dovevamo trovare una soluzione, forse anche per la notte. Il pomeriggio l’hanno passato al Teatro di Cuasso, messo a disposizione dall’Amministrazione comunale, così sono stati al caldo e hanno passato la giornata giochi da tavolo e animazione».
Intanto si cercava di mettere a punto il piano B, con il reperimento di un generatore di corrente e contemporaneamente con la ricerca di una soluzione per la notte: «Alla fine il geometra e gli elettricisti di Asst, lavorando tutto il giorno senza mai fermarsi sono riusciti a riparare la rete elettrica, permettendoci di rientrare in comunità».
Quanto accaduto solleva un grosso interrogativo sulla sicurezza dell’ospedale di Cuasso: «Fino a due anni c’era una portineria, anche se l’ospedale era fermo, poi più nulla – dice il sindaco di Bisuschio Giovanni Resteghini in qualità di presidente di Ambito – L’ospedale oggi è terra di nessuno, non c’è cancello, non c’è sorveglianza e chiunque può entrare tranquillamente, come dimostra questo episodio. Un problema che va affrontato».
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