“Spaccate” e pezzi venduti online: il fenomeno dei furti nei negozi di bici
I tre furti in una settimana nel Varesotto tradiscono forse l'opera di una banda non ben organizzata, ma il fenomeno delle "spaccate" è frequente. Anche se ora fa i conti anche con un mercato in flessione: paradossalmente non è un buon momento per rubare bici
Quando nella mattina di mercoledì 22 novembre contattiamo alcuni dei ciclisti della provincia e poco oltre, la risposta al telefono è ironica e un po’ fatalista: «No, da me non sono ancora passati».
Ironia amara, dopo che nell’arco di una settimana si sono registrati ben tre episodi di furti con “spaccata”, a Cavaria, Gallarate e Casciago.
Tre colpi andati pressoché a vuoto (ma con molti danni per i commercianti), attuati con modalità organizzative e di scelta delle bici che fanno pensare ad un gruppo non ben organizzato e forse poco conoscitore del settore e dei tipo di prodotti.
Mentre di sicuro più ricco era stato il bottino caricato e portato via in primavera in un altro negozio, l’All 4 Cycling di Gazzada Schianno, venti bici dal valore complessivo di 100mila euro. Ma se si allarga lo sguardo a tutta l’Italia gli esempi (soprattutto al Nord) sono numerosissimi.
I furti non sono mai mancati, va detto, se è vero che un venditore di bici ci racconta di «diciotto furti di ogni genere subìti negli ultimi dieci anni».
Il più frequente ricorso alla modalità della “spaccata” con veicolo se vogliamo è più recente, tanto che c’è chi – anche se preferisce l’anonimato – si è offerto di pagare l’arredo urbano al Comune per mettere elementi (paletti, paracarri o fioriere) che oltre alla utilità in sé diventino anche forma di difesa contro le intrusioni attuate con veicoli lanciati contro le vetrine.
Vendite online e "pezzi" di valore
In passato alcuni gruppi - come quello entrato in azione a Casciago nel 2022 - erano stati identificati grazie alle indagini sui mezzi rubati per compiere il colpo. Più complesso intercettare le bici rubate in vendita su vari portali: «Vengono subito smontate e le componenti vengono vendute singolarmente: una ruota o un "gruppo" (insieme di freni, cambio e relative leve, ndr) sono meno riconoscibili» spiega ancora un commerciante.
«E in più il valore può essere "abbattuto" meno: se rubo una bici da 9mila euro son costretto a venderla online magari a 3mila, se smonto il "gruppo" che da solo vale 2mila euro posso rivenderlo magari a 1800».
In generale, tra chi si occupa di bici c'è l'impressione che i furti alimentino soprattutto il mercato online. «È un po' da sfatare l'idea delle bici che finiscono in Romania su un furgone» si spinge a dire il titolare di un negozio nella zona di Malpensa.
L'ultimo furto a CasciagoUn danno per il mercato?
I commercianti di bici sono per lo più protetti da assicurazione, che riduce il danno economico, ma spesso gli episodi provocano anche danni pesanti al negozio - non solo una vetrina rotta - che richiedono anche tempo.
C'è chi intravede anche un danno al mercato in generale: «Se metti in vetrina la bici elettrica di valore o la corsa da 10mila euro sai che prima o poi finisci derubato. C'è il rischio che questo freni il mercato d'alta gamma».
L'altra conseguenza invece - segnalano i ciclisti - è sul mercato dell'usato: acquistare da un privato una bici usata diventa un rischio per il negoziante, se non ha perfetta conoscenza della persona. E così c'è il rischio che un altro pezzo di vendite -magari anche lecite - si sposti online.
La "spaccata" a Gazzada SchiannoNon è il momento migliore per rubare bici, diciamo
Ultima nota: dopo il "rimbalzo" potente del 2020 e 2021 (con grande spinta alla mobilità ciclistica, in città e per divertimento), nel 2022 il settore della vendita di bici ha visto ha visto una prima nei numeri del 2022, che dalla primavera 2023 è diventata flessione più marcata mentre dall'autunno si è iniziato a parlare di recessione, con prezzi in diminuzione, anche sulla componentistica, dopo che negli ultimi anni si era innescata anche una dinamica speculativa che aveva fatto alzare di molto i prezzi.
In un mercato in crisi, anche "piazzare" pezzi rubati, anche online, non è forse remunerativo. E qui torniamo alla "banda" attiva nel Varesotto, che - oltre a non essere molto efficiente - ha forse sbagliato anche bersaglio: le bici non sono l'oggetto più conveniente da rubare.
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