Lonate Pozzolo ricorda Filippo Bonavitacola, carabiniere partigiano tra Albania e Slovacchia

Originario dell'Irpinia, per ben due volte sfuggì ai tedeschi e si unì a gruppi internazionali che combattevano, fino al sacrificio finale. A distanza di anni viene ricordato nella zona dove hanno trovato casa i suoi discendenti

Lonate Pozzolo generica

A Lonate Pozzolo, domenica 10 marzo, sarà una giornata speciale, con la cerimonia (nel 110° anniversario della nascita) in memoria del carabiniere Filippo Bonavitacola, ucciso dai tedeschi nel 1944.
Il cognome porta fino in Irpinia, dove Bonavitacola nacque nel 1914. E allora perché carabinieri e cittadini si ritroveranno a Lonate? Perché qui si sono stabiliti i suoi discendenti, arrivati dal Sud e poi radicatisi nella zona del Basso Varesotto.

Carabiniere di stanza a Berat (nel Sud dell’Albania, annessa dall’Italia nel 1939), Bonavitacola fu “sorpreso dall’armistizio dell’8 settembre in territorio albanese” e si unì ai partigiani albanesi “nella lotta contro i tedeschi”, ricorda la motivazione della Medaglia d’oro al Valor Militare concessa alla memoria.

Non è una storia solo individuale: dopo l’8 settembre 1943 in Albania furono migliaia i carabinieri e i soldati che si unirono alla Resistenza, per sopravvivere in un contesto ostile ma anche per non mancare al giuramento fatto al re.

Anche se non mancarono le difficoltà nel rapporto tra le due popolazioni, l’Albania fu l’area dei Balcani dove la collaborazione tra italiani e militanti locali, contro i nazifascisti. Al punto che furono formati anche reparti formati esclusivamente da italiani, che poterono persino rientrare in Italia a fine guerra in divisa e armati.

Berat
La città di Berat, oggi, vista dal quartiere medievale della cittadella

La prima cattura, la deportazione, la nuova fuga

Il 14 dicembre con la sua formazione, il carabiniere Bonavitacola impegnò i tedeschi in un violento combattimento, numerosi furono i caduti in entrambe le parti. Viene catturato dai tedeschi e portato nella città di Elbasan, qualche valle più a Nord rispetto a Berat.

Generico 26 Feb 2024
Monumento ai soldati italiani nella città di Berat. Simili monumenti furono eretti dal regime di Enver Hoxha, il comunista che aveva organizzato (e governato con pugno di ferro) la Resistenza ai tedeschi. Molti italiani aderirono anche per non mancare al giuramento fatto al legittimo governo italiano

Come altri 600mila militari italiani fedeli al giuramento, Bonavitacola fu deportato in un campo di concentramento tedesco, in questo caso nello Stato-fantoccio di Slovacchia.

Dal campo di Branova evase ancora per unirsi “ai partigiani russi e slovacchi” – dice sempre la motivazione della Medaglia d’oro al valor militare – che combattevano in zona, in uno dei tanti gruppi formati di partigiani di diverse nazionalità che, in tutta Europa, combatterono fianco a fianco. Fu però catturato nuovamente, processato e condannato a morte, a Branova.

Generico 26 Feb 2024

Morte di un carabiniere

Il suo “fierissimo contegno” citato dalla motivazione alla Medaglia al Valore potrebbe suonare solo come una espressione retorica, ma è molto concreto il coraggio con cui affrontò il plotone che stava per fucilarlo: come raccontò il compagno di prigionia Ugo Hrga Ugo, da Torre Grande del Benaco, al momento dell’esecuzione aveva assestato un “forte pugno al capitano tedesco che gli si era avvicinato per bendarlo”, si era scoperto il petto e aveva urlato “Sparate pure, non temo la morte”.

La cerimonia a Lonate Pozzolo

Bonavitacola fu sepolto a Branova, in una fossa anonima: a inizio anni Novanta i fratelli Salvatore e Antonio, insieme ai nipoti Michele e Salvatore, andarono fino a Branova, nell’allora Cecoslovacchia, per cercare i resti. Trovarono il punto dell’esecuzione (di fronte a una chiesetta ancora segnata dai proiettili), riconobbero la salma dall’impronta dentaria, ottennero il ritorno dei resti in Italia.

La tomba di Filippo è a Cassano Irpino, dove erano sepolti i genitori.
«Ogni anno viene ricordato lì, perché fu insignito anche della Medaglia d’Oro al Valor Militare, ha dato la vita per l’Italia» ricorda Ausilia Angelino, moglie di Michele Bonavitacola. «È morto con i suoi alamari stretti tra le mani».

La sua famiglia oggi è però soprattutto al Nord: «Nove nipoti a Lonate Pozzolo, uno a Busto Arsizio, uno a Cardano al Campo, quindici pronipoti in totale».

La cerimonia del 10 marzo a Lonate Pozzolo è promossa dall’Associazione Nazionale Carabinieri e dall’assessorato alla Cultura del Comune e prevede il ritrovo alle 10 al Parco delle Rimembranze, gli onori alla bandiera e al carabiniere, i saluti del sindaco, una lettura del profilo di Bonavitacola, infine alle 11 la messa alla Santa Messa nella parrocchiale di Sant’Ambrogio.
Parteciperanno anche la celebrse Fanfara Tramonti-Crosta dei bersaglieri, la Filarmonica di Lonate e le associazioni.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 27 Febbraio 2024
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