L’urologo di Varese Federico Dehò firma uno studio sull’impianto di pene come soluzione alla disfunzione erettile

Lo studio preliminare è stato presentato al Congresso della Società europea di medicina sessuale. Lo specialista precisa: ”È uno studio preliminare che prevede l'impianto come soluzione limite quando nessun'altra terapia è risultata efficace"

federico dehò

L’impianto di pene può risolvere la disfunzione erettile. Uno studio condotto su 8 pazienti, refrattari a qualsiasi altro trattamento, ha dimostrato l’efficacia dell’intervento chirurgico nella soluzione del problema.
Firmatario dello studio, presentato al Congresso della Società europea di medicina sessuale (Essm) che si è tenuto a Bari, è il professor Federico Dehò, direttore dell’urologia dell’ospedale di Varese e professore associato dell’Università dell’Insubria, insieme al collega Gabriele Antonini.

«Si tratta di uno studio preliminare – spiega il professor Dehò – che ha coinvolto 8 pazienti con un’età media di 48 anni, refrattari a qualsiasi altro trattamento. I dati sono promettenti ma hanno necessità di una verifica nel tempo».

All’ospedale di Circolo è stato impiantato uno dei casi al centro dello studio. Il bisturi si rivela risolutivo in casi limite: «Le disfunzioni erettili vanno affrontate con attenzione alla prevenzione prima e alla cura poi. Solo quando ogni altra terapia si rivela inefficace si valuta il impianto di pene ».

L’eiaculazione precoce può derivare da vari fattori, tra cui ansia, stress, o problemi fisici: «Esistono diverse terapie, come quella cognitivo-comportamentale e farmaci specifici – commenta il primario varesino – Quando però i pazienti non rispondono e non ci sono miglioramenti, si considera la possibilità del impianto. La qualità della vita deve sempre essere al centro di ogni approccio terapeutico. Quindi, se la frustrazione pone in discussione l’equilibrio psico fisico dell’uomo, si propone l’intervento».

La protesi da impiantare è un dispositivo idraulico che permette al paziente di controllare manualmente l’erezione, mantenendo una durata sessuale adeguata e ritardando l’eiaculazione.

«Questa chirurgia protesica non è compresa nei LEA, i Livelli essenziali di Assistenza. L’ASST Sette Laghi è uno dei pochi centri in Italia ad essere stato autorizzato a procedere con l’impianto di protesi peniene su un limitato gruppo di pazienti, selezionati per la particolarità del loro caso clinico. Abbiamo ideato un protocollo per individuare soggetti con una malattia di alto grado o con deficit erettile preesistente.

Lo studio è promettente e verrà seguito con attenzione nel follow up: « È una soluzione che, nei casi limite, può essere applicata a ogni uomo in età fertile, che presenta determinate caratteristiche dove qualsiasi altra terapia risulta inefficace».

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Pubblicato il 13 Febbraio 2024
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