Varesini sempre più anziani e soli: l’Asst Sette Laghi progetta nuovi modelli per assistere i suoi cittadini
Il mandato dell'attuale direzione ospedaliera è di potenziare il territorio e la funzione di sorveglianza e prevenzione. Il direttore Calicchio ha indicato le linee di intervento
Una popolazione sempre più anziana e sola. È la fotografia, sulla base dei dati Istat del 2021, da cui vuole partire il dottor Giuseppe Calicchio, direttore socio sanitario dell’Asst Sette Laghi, per costruire una rete sanitaria territoriale in grado di accogliere e accudire.
L’età media della provincia di Varese è più alta sia di quella lombarda ( 46 anni contro 45,35) sia di quella nazionale ( 45,7). Nel nord del territorio, quello che ricade proprio nel bacino dell’azienda ospedaliera varesina, le percentuali sono anche maggiori: nella città di Varese l’età media è di 47,35 anni mentre a Curiglia è di quasi 51. La proiezione futura, poi, racconta un’evoluzione ancora più accentuata: la quota di over 65 nel 2020 era del 23% ma tra mezzo secolo darà del 31% con una fetta di grandi anziani (over80) che rappresenterà’8%.
Proiezioni, certo, ma che vanno considerate oggi per mettere in atto modelli adeguati domani. Per il futuro, le stime indicano una percentuale di popolazione attiva ( 15-64 anni) in calo dall’attuale 63,7% al 55,3% nel 2050. A preoccupare, poi, sono i dati relativi ai nuovi nati, la fascia 0-14, di cui non si prevede un cambio di rotta: attualmente rappresentano il 13,4% della popolazione e arriveranno, nel 2030, a essere l’11%.
La fotografia si completa con il quadro della composizione sociale: le famiglie varesine sono attualmente 388.352 di cui il 34,4% composte da una sola persona mentre il 29,9% da due componenti. I nuclei con tre componenti rappresentano il 18,13% quelli con 4 il 13,25%: «Nell’area nord ovest – sottolinea il dr Calicchio- questi dati sono più elevati: la densità abitativa è minore e il numero di famiglie con un solo componente è più elevato. Il rischio isolamento, quindi, è un elemento da considerare nella definizione dei programmi di presa in carico».
LA RETE SANITARIA TERRITORIALE
Attualmente, il sistema territoriale si compone delle case della comunità e, dal gennaio scorso, dalla rete dei medici di medicina generale passati sotto il coordinamento delle Asst.
In tutto la Sette Laghi ha sei case operative:
Arcisate aperta h24 per 7 gg con PUA 6H per 6gg 12 medici di continuità assistenziale
Tradate aperta h24 per 7 gg con PUA 6H per 6gg con 11 medici di continuità assistenziale
Varese aperta h24 per 7 gg con PUA 6H per 6gg con 17 medici di continuità assistenziale
Laveno aperta h24 per 7 gg con PUA 6H per 6gg 11 medici di continuità assistenziale
Luino itinerante lunedì venerdì dalle 8 alle 16.30 con 8 medici di continuità assistenziale
Sesto Calende è operativa lunedì- venerdì da 8 a 16.30 con 12 medici di continuità assistenziale
Rimane da attivare la Casa di Azzate con 11 medici di continuità assistenziale.
PUA E INFERMIERI DI FAMIGLIA
Da giugno a dicembre 2023, gli accessi al PUA (Punto unico di Accesso) sono stati 672 di cui 168 ad Arcisate ( orientamento e valutazione bisogno), 238 a Laveno ( attivazione prestazioni ), 181 a Tradate ( si dividono equamente sulle tre funzioni) e 85 a Varese (attivazione di prestazioni e orientamento); il Pua itinerante di Luino ha raccolto 228 richieste con picco in agosto (61).
Il 47% delle domande presentate riguardavano gli over80, il 28% anziani tra 70 e 80 anni, il 15% over60.
Figure centrali delle case di comunità sono gli infermieri di famiglia che hanno preso in carico 2156 cittadini: ad Arcisate 712, a Laveno 441, a Varese 381 e a Tradate 622. Anche in questo caso, la popolazione seguita è stata in prevalenza quella di grandi anziani ( 55,7% over 80) mentre un quarto cittadini era ultrasettantenne (25,62%) e i sessantenni hanno rappresnetato il 10% della richiesta.
Le visite domiciliari sono state in tutto 8851 di cui 8285 durante lo scorso anno: ad Arcisate 3248, a Laveno 2209, a Tradate 1914 e a Varese 1480.
POTENZIAMENTO CONSULTORI E INTEGRAZIONE TRA CASE DI COMUNITÀ E MEDICI DI FAMIGLIA
Data la fotografia esistente, il DSS Calicchio ha ipotizzato alcune linee di intervento:
- Nel 2024 si riprogetterà l’attività ambulatoriale e specialistica delle CdC con un’analisi della produzione sostenuta negli anni precedenti all’emergenza sanitaria, andando a confrontarla con quella globale aziendale e con la richiesta raccontata dalle liste d’attesa. La riprogettazione riguarderà soprattutto l’implementazione dell’offerta territoriale di alcune prestazioni di area cardiologica, pneumologica, diabetologica, oncologica e geriatrica.
- Tra i progetti del DSS, però, anche il potenziamento delle rete dei consultori che dovranno svolgere un ruolo da protagonisti nei percorsi fisiologici della gravidanza. In particolare, l’idea è quella di rafforzare la rete territoriale dell’Hub Del Ponte, con dimissioni dei neonati complete di un pacchetto amministrativo integrato per agevolare la madre nelle prime pratiche burocratiche e sanitarie. Una volta tarato il modello, questo verrà esteso agli altri due punti nascita aziendali.
- La sfida centrale sarà quella di realizzare un sistema integrato tra ospedale, case di comunità e medici di medicina generale che lavorino sinergicamente sulla prevenzione, sulla sorveglianza ( soprattutto in occasione dei criticità come l’influenza invernale) per evitare l’instabilità clinica. Telemedicina, consulti telefonici o interventi domiciliari degli infermieri di famiglia costituiranno l’asse portante di un nuovo modello di gestione delle fragilità.
I primi a essere coinvolti saranno gli over80, nuclei di utenti frequenti dei pronto soccorso per sintomatologie, spesso da codici minori, che potranno essere presi in carico in modo tempestivo ed efficace, evitando il ricorso ai PS e l’ospedalizzazione.
L’arco temporale del Dr Calicchio è triennale, tanto durerà il suo mandato.
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