A Filosofarti un appuntamento online con “Scandalo in copertina”

Niccolò Pala, storico dell’arte e cultore di musica contemporanea, porterà alla scoperta del backstage della produzione e delle censure nelle quali sono incappati i più grandi artisti della musica contemporanea pop e rock

censure musica filosofarti

Censura, musica e immagini dagli anni Sessanta al nuovo millennio sono il motivo della analisi che il giovane Niccolò Pala, storico dell’arte e cultore di musica contemporanea – i vinili in particolare – condurrà on line il 4 marzo alle ore 18.00 in collegamento dal sito di Filosofarti (qui).

Un appuntamento per gli amanti dei vinile e non solo alla scoperta del backstage della produzione e delle censure nelle quali sono incappati i più grandi artisti della musica contemporanea pop e rock. Come afferma Pala, «il successo sovente attira l’invidia; invidia che si può manifestare nelle più svariate forme: giudizi sommari e ingenerosi, critiche gratuite, denigrazione, allontanamento, negazione, censura. Quest’ultima coincide, dal punto di vista etimologico, con ciò che ha aperto il breve elenco delle conseguenze dell’invidia: nata come giudizio, spesso non richiesto, al giorno d’oggi è sinonimo di oscuramento, se non di (desiderata) eliminazione».

Uno dei bersagli preferiti della censura è ovviamente l’arte e, in particolare, la musica: dal pop al rock, dal metal al rap, innumerevoli band e cantanti sono finiti nel mirino degli inquisitori benpensanti, vuoi per i loro atteggiamenti sopra le righe, vuoi per i testi espliciti. Ma spesso non è nemmeno necessario mettere su un disco o leggere le parole delle canzoni, a volte per rimanere sconvolti basta un’occhiata alla copertina dell’album. Il libro viene presentato con le immagini e con una carrellata di copertine censurate appartenenti ai più celebri dischi della seconda metà del XX secolo: a partire da Beatles, Rolling Stones, Jimi Hendrix e Led Zeppelin, passando per Michael Jackson, Prince, Bruce Springsteen, Queen e Pink Floyd, fino ad arrivare a Red Hot Chili Peppers, Nirvana, Ice-T e Rage Against the Machine e spingendosi fino a Black Sabbath, Van Halen, Iron Maiden, Metallica e Guns ‘n’ Roses, la descrizione dell’immagine e il racconto dei motivi della censura vengono arricchiti da aneddoti e curiosità riguardanti il disco, le canzoni e gli artisti.

«Queste storie raccontate con ironia, sarcasmo e una punta di irriverenza ricordano che sarebbe sempre opportuno parlare a favore di piuttosto che contro qualcosa e che, da anni a questa parte, è emersa sempre più l’urgenza di distinguere la vita dall’arte, la realtà della finzione. Tale incapacità di discernimento si traduce spesso in un giudizio affrettato, superficiale, non ponderato, una nefasta conseguenza dell’assenza degli strumenti per affinare lo spirito critico; questo porta all’assurda conclusione che tutto ciò che non ci piace, che non capiamo o che ci offende sia da attaccare, denigrare o persino eliminare. Sarebbe invece corretto approfondire e cerca di comprendere se quello che non aggrada ha comunque un valore, a prescindere dai gusti personali e senza ragionare nei termini assoluti di giusto e sbagliato ma piuttosto adottando la ben più adatta categoria dell’opportuno e, soprattutto, aborrendo quella assai deleteria moda (perché di questo si tratta) chiamata cancel culture, ancella dell’ormai onnipresente politically correct.”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Marzo 2024
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