Anche nel Varesotto e nell’Alto Milanese si celebra il primo giorno del Ramadan
Digiuno e rinuncia, preghiere e momenti comunitari e in famiglia: è iniziato il mese del digiuno sacro che coinvolge quasi due miliardi di musulmani nel mondo. Cosa succede in provincia e nell'altomilanese
Digiuno e rinuncia, preghiere e momenti comunitari e in famiglia: è iniziato il Ramadan, il mese del digiuno sacro che coinvolge quasi due miliardi di persone musulmane nel mondo. Un periodo particolare e molto sentito, non soltanto nei paesi a maggioranza islamica ma ovunque vi siano comunità musulmane, compreso il Varesotto e l’Altomilanese. Come già lo scorso anno, quest’anno il Ramadan (che finirà l’8 aprile) cade in un periodo molto simile alla quaresima e al periodo di Pasqua, delle altre grandi religioni monoteistiche, l’ebraismo e il cristianesimo.
Per il mese di Ramadan fedeli islamici osservano il digiuno diurno, che prevede l’astensione da qualunque cibo e bevanda, ma anche dal fumo. La giornata è ritmata dalle preghiere diurne individuali e si conclude con la preghiera della sera che è invece comunitaria, al momento della rottura serale del digiuno.
«Durante il giorno ho la mia app che indica l’orario delle preghiere, l’ora in cui inizia il digiuno e finisce la sera» ci spiega – mostrando la app sul suo telefono – Bakaru Jawara, gambiano che nella vita fa il cuoco in un circolo e che durante il Ramadan dovrà far assaggiare i piatti ai suoi collaboratori.
Le preghiere serali sono comunitarie e si appoggiano ai centri islamici esistenti, come ad esempio a Saronno in via Grieg, o in via XX Settembre a Legnano. Ma c’è anche una dimensione familiare del Ramadan, quando si rientra a casa tutte le sere per la cena. La data del Ramadan cambia di anno in anno: in questi ultimi anni il Ramadan tra fine inverno e inizio primavera si colloca in un periodo che rende meno dura l’astensione diurna da cibo e bevande, perché tra alba e tramonto ci sono meno ore rispetto a quando (qualche anno fa) si celebrava in estate.
Il Ramadan è anche periodo di incontro tra comunità con storie e provenienze diverse, al di là della comune fede islamica: ci sono nordafricani, musulmani dei Balcani (Albania ed ex Jugoslavia), persone dall’Africa nera, pakistani e bengalesi, italiani convertiti. La rottura comunitaria del digiuno diurno è anche una forma di solidarietà sociale, visto che chi ha di più porta anche cibo per le persone più povere.
Il Ramadan dura si concluderà poi con l’Id al-Fitr, la festa della rottura finale del digiuno, a volte organizzata anche in luoghi attrezzati per la particolare partecipazione che si registra quel giorno. Ad esempio a Gallarate «anche quest’anno probabilmente lo faremo al motocross di Cardano» dice Abdul Jabbar, rappresentante laico della comunità del Gallaratese.
Negli ultimi anni in diverse località è ormai tradizione anche il pasto aperto a tutti durante il mese sacro, ad esempio a Saronno, insieme ai rappresentanti delle altre religioni e alle istituzioni. «L’obiettivo principale di questo Iftar – spiegano da Saronno – è promuovere un’unità duratura tra diverse comunità e fedi, offrendo un’opportunità speciale per scoprire la ricchezza della cultura e delle tradizioni islamiche e arabe». L’iftar comunitario si terrà a Saronno il 24 marzo, nel mezzo del mese sacro.
A Varese il centro culturale islamico Omar al Faruk di via Giusti, una laterale di viale Borri, sarà aperto durante tutto il periodo 24 ore su 24 alla preghiera. Inoltre, alla fine della giornata di digiuno, si organizza come ogni anno al tramonto una cena, che poi si ripete per ogni sera: l’appuntamento è nel momento di rottura del digiuno, dopo la preghiera del tramonto.
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