Attac Italia: “L’esternalizzazione della farmacia di Malnate una scelta scellerata”

Il referente di Attac Italia Comitato Territoriale di Malnate Giovanni Gulino commenta la decisione della giunta di dare in gestione la farmacia

farmacia comunale malnate

Il referente di Attac Italia Comitato Territoriale di Malnate Giovanni Gulino interviene sull’esternalizzazione della farmacia decisa dalla giunta di Malnate lo scorso 28 febbraio:

Anche la farmacia comunale, bene comune e patrimonio dei malnatesi, prende, dopo la concessione in gestione ai privati dell’acqua e dell’Igiene Urbana, la strada dell’esternalizzazione. La maggioranza che in quest’ultimo quinquennio governa la città di Malnate, composta dal Partito Democratico, lista Maria Croci Insieme e la lista Malnate Sostenibile, nel Consiglio Comunale del 28 febbraio ha deciso di dare in gestione la nostra storica farmacia Comunale.

L’aspetto grave della questione è che coloro che a parole hanno sempre predicato di salvaguardare i beni comuni, patrimonio della collettività, nei fatti procedono concretamente ad aprire un percorso che segue la via del liberismo e la pratica delle privatizzazioni. Tale pratica culturale la troviamo nell’atteggiamento dei rappresentanti politici e dei tecnici amministrativi. La relazione del funzionario del comune che ha redatto lo studio per il contratto di concessione della farmacia, propone come base di partenza del contratto di gara un periodo minimo di 15 anni, con possibile rinnovo di ulteriori 5. Dentro tale proposta rientra la tempistica necessaria e utile per la salvaguardia dei partecipanti al bando di gara, la cosiddetta “remunerazione del capitale investito”.

Anche le parole del Sindaco Uscente Irene Bellifemine confermano che il vantaggio per il Comune sarà quello di incassare “gli utili certi” con un canone adeguato di 45.000 euro. Il ragionamento è semplice, la farmacia con le sue difficoltà gestionali ed economiche non graverà più sul comune e sul suo bilancio.

Dobbiamo comunque rilevare che la farmacia comunale a tutto oggi ha conferito, quelli che il Sindaco chiama utili utili al comune e non viceversa. Con tale scelta il Comune è garantito quindi, come si dice, è tutta questione di soldi. Senza gli “utili” la barca non galleggia. Quindi, non si vuole vendere, la teniamo ancora con noi e la diamo in gestione, così, avremo gli utili garantiti e il comune si toglie di dosso ogni responsabilità gestionale. La giustificazione portata come pretesto è sempre la stessa: ci mancano i soldi, abbiamo bisogno di soldi. Lo Stato e la Regione stringendo i cordoni della borsa non ci consentono più di gestire i beni comuni che siamo costretti a dare in gestione ad altri, solitamente ai privati investitori.

In questi 5 anni di governo la maggioranza non ha prodotto alcun atto che andasse nella direzione di contrastare proposte di atti legislativi Nazionali e Regionali che andassero nella direzione di affermare e consolidare il pensiero della tutela dei beni comuni. Ciò dimostra la volontà di pensiero, lasciar fare senza dire: per poi lamentare l’impossibilità di gestire. Sulla distruttiva legge annuale per il mercato e la concorrenza varata dall’attuale Governo ed ereditata dal Governo Draghi, la politica malnatese non ha detto nulla. Dal silenzio e dalla mancanza di atti a favore dei beni comuni si capisce qual è il pensiero che ha animato e anima questa maggioranza. Si, anche noi riteniamo, in sintonia con la consigliera Cassina, che tale scelta sia grave e scellerata, oltre che poco rispettosa dei cittadini che sono i reali proprietari (purtroppo non lo sanno), ancora più grave il fatto che tale discutibile insensata decisione venga presa a circa quattro mesi dalle elezioni amministrative.

La nostra Associazione orientata all’analisi critica del modello neoliberista, promotrice, tra i tanti obiettivi, della tutela dei beni comuni, attraverso la ripubblicizzazione degli stessi, contesta e denuncia la scellerata messa sul mercato di questo bene comune cittadino. Ricordiamo che i proprietari di tale bene sono i cittadini e ci chiediamo perché non siano stati coinvolti e resi partecipi della scelta compiuta. Come al solito si rileva che i cittadini sono coinvolti sempre all’ultimo minuito per chiedergli il voto e poi i governanti, una volta ricevuta la delega i governanti decidono di fare senza di loro e senza chiedergli alcun parere.

Il cambiamento si può solo determinare attraverso la reale partecipazione dei cittadini. Senza la nostra consapevole presenza e senza il nostro reale coinvolgimento ed interessamento, sugli accadimenti politici locali e nazionali, gli eletti/delegati faranno sempre quello che hanno nella loro testa e non quello che spesso promettono quando ci vengono a chiedere il voto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Marzo 2024
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