Due dipinti del Seicento tornano a splendere nella Chiesa Santo Stefano di Velate
Si tratta di due quadri di grandi dimensioni restituiti alla collettività dopo un importante lavoro di restauro. Sabato 23 marzo, in chiesa, l'incontro con la restauratrice Valeria Villa e lo storico Giuseppe Pacciarotti
Due dipinti del Seicento sono tornati a splendere grazie ad un importante intervento di restauro. Si tratta di due quadri conservati nella Chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Velate che oggi, dopo uno studio attento e un lavoro certosino, sono stati restituiti alla comunità per volere del Parroco don Giampietro Corbetta e del vicario don Adriano Sandri.
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La presentazione dei lavori è in programma nella serata di sabato 23 marzo proprio tra le navate della chiesa. Dalle 21 sarà possibile vedere i quadri, già riposizionati nella loro sede, e partecipare ad un incontro con lo storico dell’arte Giuseppe Pacciarotti e con la storica dell’arte e restauratrice Valeria Villa.
È stata lei, insieme a Marzia Renosto, a lavorare su ogni millimetro di quelle tele del Seicento e oggi restituisce il racconto del restauro dei due quadri, il Battesimo di Cristo e la Madonna delle neve con i santi Lucia e Francesco.
Valeria Villa, del Centro di studio per la valorizzazione del restauro che si trova proprio a Velate, racconta: «Il restauro è un momento privilegiato per la conoscenza. Per farlo occorre studiare l’opera dal punto di vista tecnico e scientifico e dal punto di vista storico e artistico», spiega.
Il lavoro di cura sui due dipinti è stato possibile grazie all’impegno del Centro Culturale di Velate, presieduto da Guglielmo Piatti che ha raccolto dei fondi da generosi privati per poter restaurare il primo quadro e ad ottenere un finanziamento tramite bando dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto per il secondo. Il progetto per l’accesso al bando è stato redatto da Valeria Villa per conto della Parrocchia.
Il Battesimo di Cristo è stato il primo ad entrare in laboratorio nel 2020: «Ricordo bene l’inizio del lavoro perché ha coinciso con l’inizio del primo lockdown. C’era appena stato il concerto dell’ Ensamble Amadeus di Rescaldina, generosamente offerto dal Maestro Marco Raimondi, proprio per raccogliere fondi per poter iniziare i lavori. La curiosità di questa pala d’altare è che sul dipinto c’è la dedica quale voto “in memoria delle fine della peste del ‘600” e la coincidenza della storia che a distanza di secoli si ripete, l’abbiamo scoperta proprio mentre noi eravamo in pandemia. I lavori sono durati circa un anno, e la restituzione è avvenuta al termine della stessa, così come per il secondo dipinto».
Anch’esso ricco di curiosità: «Un dipinto che le fonti narrano essere dedicato alla Madonna della neve ma non si capiva il motivo. Durante l’intervento di pulitura e di assottigliamento degli strati di deposito di particellato abbiamo fatto riemergere proprio la neve, dipinta su una collinetta e sotto la mano di Lucia. Un simbolo a ricordare un sogno del Papa in pieno agosto che, al suo risveglio, si rivelò con il colle dell’Esquilino innevato a indicare dove far sorgere la Basilica papale di Santa Maria Maggiore».
Il dipinto dedicato alla Madonna della neve è stato identificato come opere di Salvatore Bianchi mentre per il Battesimo di Cristo l’attribuzione è ancora incerta: entrambi, tuttavia, risultano di indiscusso valore artistico e storico. «Sono entrambi di grandi dimensioni 323×156 il primo e 320×160 l’altro, significa lavorare su quasi sei metri di superficie cadauno. Inoltre, il restauro, approvato dalla Soprintendenza delle Belle Arti, ha permesso di indagare sulla natura dei dipinti, questo anche grazie alla ricerca di Alberto Magnaghi e Giuliano Tognella che hanno svolto un grande lavoro di archivio e all’impegno dell’Arch. Bani Alunno per la ricollocazione in sito».
Il quadro della Madonna delle neve inoltre, è stato esposto durante la mostra “Tesori Nascosti” al Castello di Masnago, mentre oggi è tornato all’interno della chiesa, così come l’altro lavoro, ammirabili da tutti i velatesi e da tutti i cittadini, grazie all’attività di valorizzazione e divulgazione promossa dal bando stesso. «Un particolare ringraziamento va alla Fondazione Comunitaria del Varesotto, al Presidente e a Carlo Massironi, per il sostegno e la lungimirante proposta che proseguirà con l’attività di manutenzione programmata».
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